Ok, voglio collezionare anche io: ho bisogno di una cassetta degli attrezzi?

di Shadow Ranger |

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Ok, voglio collezionare anche io: ho bisogno di una cassetta degli attrezzi? Bufale.net

Abbiamo a lungio parlato in queste pagine di ogni cosa relativa al retro, e molto ne parleremo ancora. Potreste essere diventati per questo persuasi a collezionare anche voi i vostri pezzi di tecnologia, tra quelli di cui abbiamo parlato e quelli di cui parleremo.

Prendiamoci però ora una piccola pausa: avete un vostro retrocomputer o una console. Magari ha dei problemi di funzionamento, magari no. Volete prendervene cura, ed abbiamo già avuto modo di vedere assieme che un retrocomputer in fondo tende a comportarsi come materia viva tra le mani: ha  i suoi acciacchi, le sue idiosincrazie e potrebbe soffrire dell’età.

Ok, voglio collezionare anche io: ho bisogno di una cassetta degli attrezzi?

Ok, voglio collezionare anche io: ho bisogno di una cassetta degli attrezzi? – Immagine di Adrian’s Digital Basement

Un amico smanettone è sempre utile, ma in certe occasioni lo smanettone dovete essere voi. Questo articolo è quindi il sequel ideale e reale di un pezzo del lontano Agosto 2023 (quanto passa il tempo in questa rubrica) in cui vi mostravo un piccolo elenco di acciacchi dell’età.

Adesso vi mostro un piccolo elenco di cose da avere, segnalandole con la loro priorità.

Un kit di cacciaviti: priorità elevata

Ovviamente senza un set di cacciaviti non si va da nessuna parte. Non c’è bisogno di spenderci troppo: per cominciare un kit di base, il classico “132 punte in uno” su Amazon e simili basterà, con preferenze per marchi testati come iFixit

L’importante è avere tutti i tipi di punte a croce e lama, le Torx e gli estrattori per le viti di sicurezza e triangolari usate nelle cartucce e nelle console Nintendo.

Esempio cacciaviti universali iFixit

Esempio cacciaviti universali iFixit

Optional è una serie di punte “estrattrici” per viti dalla testa deformata o spanata, ma l’importante è riuscire ad aprire i vostri congegni senza dedicarsi a strane contorsioni e pratiche.

A meno che non sia davvero necessario, sarebbe meglio evitare dremel e trapani. Lavorando più spesso si potrà valutare di comprare cacciaviti “svita e avvita” elettrici o torsiometrici o cricchetti per agevolare il vostro lavoro, ma partendo dalle basi, non avrete bisogno di molto, e un kit economico potrà portarvi assai lontano.

Una lente di ingrandimento illuminata

Non vi sto chiedendo di procurarvi un microscopio professionale per lavori di saldatura, che ovviamente potrebbe servire agli utenti più evoluti, ma ci sono una serie di situazioni in cui i vostri occhi non bastano.

La tipica, e poco costosa, lente di ingrandimento luminosa

La tipica, e poco costosa, lente di ingrandimento luminosa

E se leggete questa rubrica, probabilmente siete arrivati agli “-anta” e i vostri occhi chiedono quell’aiuto. In un banale negozietto tutto ad un euro troverete lenti di ingrandimento illuminate.

Non devono essere precise, non devono essere pregiate: una lente in plastichetta pronta a illuminare le piste più recondite di una scheda madre o di una cartuccia di gioco per aiutarvi a snidare interruzioni e condivisioni basta ed avanza.

Pinze e pinzette: priorità elevata

Una pinza può servire per afferrare con decisione bulloni e dadi, e un kit economico di pinzette può fare in modo di snidare e stanare cavi a nastro o piccoli connettori con dita ormai troppo tozze e sudaticce. Anche con le pinzette ve la cavate con pochissimo, e vi saranno molto, molto utili.

Alle brutte, le pinzette potranno anche servire per sbucciare del biadesivo o raggiungere parti che le vostre tozze dita non consentono.

Un buon saldatore: priorità elevata

In questo caso lesinare non conviene: evitabili sono sempre i saldatori a Pirografo, niente di più che un manico attaccato ad un cavo elettrico. Il minimo sarebbe un saldatore da hobbysta con la possibilità di regolare, almeno in parte, la temperatura. Del resto, potreste trovarvi di fronte a dispositivi assai fragili e avere sempre la massima temperatura non può far bene a PCB che mal sopportano persino il contatto prolungato con una pistola ad aria calda.

Un saldatore da hobby quantomeno ha la possibilità di regolare la temperatura con una certa precisione: precisione aumentata da modelli più moderni, in grado di regolare la temperatura con un piccolo display e una batteria ricaricabile in grado di evitare di inciampare coi cavi.

Un piccolo saldatore regolabile, grado zero della riparazione

Un piccolo saldatore regolabile, grado zero della riparazione

Un buon compagno per il vostro saldatore sarà un barattolo di flussante, che “concentrando” il calore in un certo punto rende la saldatura più facile e del buon stagno.

Una buona pistola ad aria calda aiuterà non poco le vostre piccole attività di riparazione, ma per cominciare basterà un saldatore e molto esercizio su schede rotte e sacrificabili.

Un Multimetro: priorità elevata

Capire quando una pista elettrica è interrotta, se un alimentatore eroga sufficiente tensione o, peggio, se se eroga sovratensioni a causa della rottura di regolatori di tensione (una sovratensione significa danneggiamentto automatico di diversi circuiti) o se le tensioni corrette vanno dove devono è essenziale. Si può partire da un modello particolarmente economico: l’importante è avere voltaggi, resistenze, amperaggi e misuratore di continuità. Il resto potrà venire.

Un computer: priorità elevata

Pare un po’ controproducente dichiarare che per riparare un computer vintage ci vuole un computer moderno, ma non è così. Spesso i manuali degli anni ’80 erano noti per essere assai più ricchi di quelli attuali.

Prendete ad esempio il manuale del Commodore 64, noto per avere una raccolta di programmi da scrivere al volo, schemi tecnici e altro materiale per cui partire da una diagnosi.

I manuali spiralati di una volta

I manuali spiralati di una volta

Tutti questi manuali potrete trovarli su siti come l’Internet Archive, accessibili con un computer moderno, o almeno un Tablet. Avere accesso ai manuali di qualsiasi cosa aiuterà la diagnosi, o almeno a distinguere il comportamento previsto dalle anomalie.

Inoltre Internet Archive e siti simili potranno aiutarvi a reperire i programmi di cui avete bisogno per le prove.

Alcol Isopropilico, cotton fioc e pad struccanti di cotone: priorità elevata

I cottonfioc vi avranno detto non fanno benissimo alle orecchie, ma fanno sicuramente un gran bene alle testine del floppy drive e dei lettori di cassette. Imbevuti con alcol isopropilico sono un ottimo metodo per rimuovere decadi di sporco, e l’alcol è un mezzo leggermente aggressivo per rimuovere resti ostinati di adesivi.

Andrebbero evitate tampografie delicate, come quelle sul guscio esterno delle console e sui tasti delle tastiere, ma la capacità “dell’alcol bianco” di evaporare senza residui lo rende perfetto per pulire i vostri lavoretti di saldatura, sgrassare resti di adesivo e rianimare lettori floppy accecati dal luridume. Nonché come kit di pulizia aggressivo dove tutto ha fallito, il che ci porta a…

Scorta di prodotti per la pulizia: priorità elevata

Una scorta di Vetril, senz’alcol, è il detergente di base meno aggressivo e che assieme ad un paio di panni in microfibra e carta casa è la prima linea di difesa contro il fenomeno della “roba trovata in qualche cantina lurida” e che nessuno sano di mente toccherebbe.

La carta casa è necessaria perché il primo strato di sporcizia è solitamente qualcosa che non vuoi nella tua lavatrice.

Una scorta di bicarbonato di sodio è un leggero abrasivo in grado di rimuovere macchie abbastanza permanenti.

Un barattolo di WD-40: priorità elevata

Non c’è niente di meglio per scollare la pletora di adesivi che un ragazzino degli anni ’80 attaccava sulla sua roba, etichette logore da sostituire o pezzi di scotch di uno spruzzo di WD-40.

Talora, ma attenzione, non sempre (il WD-40 non è un lubrificante) uno switch di accensione un po’ bloccato o delle viti particolarmente testarde potranno ricevere uno spruzzo di WD-40, e non esiste quasi etichetta che non possa resistere allo stesso.

Lubrificanti e disossidanti: priorità elevata

Quando una cartuccia smette di leggere, un connettore smette di funzionare, la colpa può essere dell’ossido. Pensate ai consigli che abbiamo dato sulle cartucce del NES: non è soffiare e sputare che aiuta, ma una buona disossidata con del disossidante secco (WD-40, inteso come il marchio, ne produce uno, altrimenti c’è Deoxit) e un cottonfioc per strofinare bene.

Sì, vi serve

Sì, vi serve

Casi particolarmente pervicaci chiederanno una gomma da cancellare abbastanza dura, mentre al contrario parti in movimento come il carrello di un lettore floppy, sportelli e simili richideranno un goccio di lubrificante.

Particolarmente raccomandato il litio per parti metalliche a frizione.

Un set completo di estrattori: priorità elevata

La plastica invecchia, i chip su zoccolo hanno piedini fragili. Quindi se volete pulire o sistemare una veccchia tastiera, ci vuole un estrattore di tasti che consenta di non arrangiarsi facendo leva con un cacciavite, cosa che potrebbe spezzare gli ormai delicati perni di sostegno dei tasti.

Meglio questo che dei tasti rotti

Meglio questo che dei tasti rotti

Per estrarre i chip fa comodo un estrattore specifico, o un cacciavite molto sottile: con l’estrattore eviti di piegare e deformare i piedini.

Un oscilloscopio: priorità media

Potete sopravvivere senza un oscilloscopio: averlo aiuta abbastanza in alcune diagnosi più evolute, consentendo di capire non solo se qualcosa riceve corrente (basta un multimetro per quello), ma cosa qualcosa produce e come.

Non è strettamente necessario come un multimetro, ma diciamo che può aiutare.

Memorie a stato solido: priorità medio-alta

Ne abbiamo parlato in passato: Everdrive, Tapuino, SD2IEC, Ultimate II+, GoTek, emulatori floppy, emulatori disco… tutti assolvono uno scopo preciso. Se avete restaurato un computer e volete provarlo, difficilmente troverete lettori floppy a basso costo e spesso i floppy che comprerete saranno ormai marci e ammalorati dal tempo.

Ci sono portali dediti alla preservazione di copie a stato solido di giochi e programmi, e un mezzo per sbatterli nel vostro computer e provarli diventa essenziale.

O potete provare a ribattere programmi da riviste o a memoria per vedere che succede, la scelta è un po’ vostra.

Un monitor multiformato: priorità medio-alta

Moltissimi home computer e console vintage avevano uscite video che, sostanzialmente, oggi hanno cessato di esistere. Video Composito, S-Video e dialetti vari (come l’LCA Commodore, di fatto parente dell’S-Video su connettori divisi), nonché l’ubiquitaria connessione antenna analogica assente sulle TV comparse dopo la nascita del Digitale Terrestre.

I Samsung SyncMaster più datati sono poco costosi ed hanno tutti i connettori adatti. I puristi vi diranno di scegliere un CRT, monitor di elezione per chi cerca un setup autentico e con lo stesso feeling di quegli anni.

Va ammesso però che trovare un CRT in buono stato e con tutti gli input richiesti diventerà sempre più difficile nel tempo e i bagarini sono già arrivati proponendo prezzi improbabili che di fatto equiparano su eBay il monitor professionale vintage alla “vecchia TV della Nonna diventata raro monitor da retrocomputing”.

Chi ricorda questi connettori?

Chi ricorda questi connettori?

Non me la sento quindi di dirvi di incoraggiare la deriva bagarina del “Mivar della nonna morta” venduto a 100-200 euro per arrotondare l’eredità: avrete tempo per cercare un buon tubo catodico con la metodica pazienza di chi cerca annunci sui vari siti di eCommerce alla ricerca dell’occasione.

Nel frattempo vi accontenterete: potreste anche usare adattattori come Retrotink e simili che trasformano i segnali più datati in moderno HDMI, ma questi rendono la diagnosi più difficile.

Un problema in video sarà creato dall’adattatore o dal monitor? Una complicazione in più. Diciamo che potreste sopravvivere con un adattatore/convertitore, ma con un patema in più.

Cavi e alimentatori: priorità assai elevata

Avrete notato che si è parlato del Commodore LCA: l’era dell’informatica vintage era un’era precedente gli standard.

Per capirci, le uscite video del Commodore 64 e del Mega Drive sono uguali lato macchina, ma con un pinout diverso che porta a output diversi lato monitor.

Confondere i due cavi significa danneggiare il monitor, la console/computer o entrambi.

Ovviamente trovare cavi originali è un’impresa, ma diverse compagnie producono riproduzioni perfette di cavi ed alimentatori che diventano la primissima scelta per i vostri bisogni.

Lampade UV: Priorità bassa

Croce e delizia dei collezionisti è il retrobright: le plastiche vintage erano ricolme di prodotti chimici per renderle resistenti alle fiamme. Gli stessi prodotti che di seguito alla costante esposizione a sorgenti luminose come la luce di una finestra o lampade al neon (stranamente LED e incandescenze sembrano ritardare questo fenomeno) ingialliscono.

Tale ingiallimento può essere fatto regredire cospargendo le plastiche di perossido di idrogeno, lo stesso della crema sbiancante da parrucchiere ed esponendole alla luce solare o alla radiazione di una lampada UV, rischiando però in caso di errori di lasciare la plastica striata.

Utile? Non tanto, ma la bellezza non è utilità, e se volete strafare, potrete consultare una delle mille guide sul retrobright e cimentarvi.

Ma in fondo, una plastica ingiallita rientra tra le “cicatrici di vecchiaia”, prova che qualcosa ha attraversato il tempo e lo spazio per arrivare fino a te.

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