Non ci sono giovani che vendono un rene per l’iPhone: questo è un fatto. Ci sono però degli scherzi idioti contro i quali la comunità medica di Bangkok si è schierata e che un errore di traduzione ha immortalato.
Possiamo fortunatamente ridimensionare l’allarme fornito dalla pagina Pulsemed (archiviato qui) secondo cui vi sono giovani che vendono un rene per l’iPhone 14.
Possiamo però purtroppo ricordare che le challenge virali, di cui abbiamo più e più volte parlato, continuano a fare scandalo e proporre modelli irreali, spesso anche dannosi.
Abbiamo quindi letto l’articolo del Bangkok Post citato, leggibile a questo link. Il riferimento del Dottor Sophon Mekthon, Croce Rossa Thailandese, non è alla vendita di organi per l’acquisto di un iPhone 14, ma un “meme”, una challenge virale che invita giocosamente a farlo.
Una “challenge” chiamata “kidney-for-iPhone 14” (traducibile con “rene per iPhone 14) nata dal meme di una clinica di bellezza nel Laos, che ha deciso di lanciare un meme virale per farsi pubblicità mettendo in posa dei modelli col nuovo iPhone e bende macchiate di vernice rossa incollate all’altezza del rene.
Lo scopo era, ovviamente, in parte scherzare sul costo del nuovo iPhone, in parte farsi della pubblicità gratuitamente sperando di trasformare il meme in una “challenge”, una gara a ripetere lo scatto iconico ottenendo viralità sulla foto iniziale.
“Non esiste un commercio di organi, è vietato”, ha commentato il dottor Mekthon, aggiungendo che anche solo suggerire per scherzo l’idea di vendere i propri organi per beni materiali è “scorretto e poco etico”.
Ricordando l’importanza dell’istituto delle donazioni, il dottor Mekthon ricorda che chi vuole essere utile potrà donare i propri organi per le donazioni o per motivi scientifici dopo la morte, in determinati casi da vivente a vivente in caso di parenti e di compatibilità genetiche.
Ma trasformare la battuta del “Mi venderei un rene per…” in un meme rischia di lanciare messaggi sbagliati, che la stessa collettività Thailandese ha rigettato con forza.
“Se questo doveva essere uno scherzo, non mi ha fatto ridere”, ha risposto al meme originale un commentatore, “è questo il modello di società che vogliamo promuovere?”
La pubblicità virale potrebbe diventare un boomerang virale.
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