Bufala

No, non esiste un Green Pass sui pavimenti di Pompei (di nuovo…)

Inutile dirlo, non esiste un Green Pass sui pavimenti di Pompei.

Era una battuta, un divertente scherzone nel quale, come purtroppo spesso accade nei meandri della Rete, qualcuno ha voluto credere.

E lo sapevamo bene noi, che avevamo già parlato della bufala alla sua prima apparizione in Agosto, quando il tema Green Pass era ancora la novità calda e rovente dell’estate.

E ne avevamo parlato quando il Green Pass sui pavimenti di Pompei era parte di un ipotetico dittico col non meno falso Green Pass su una statua Maya.

In una sorta di psicosi collettiva, che ha ancora strascichi che durano fino ad oggi, per cui ogni singolo QR Code diventa un Green Pass.

A parte il fatto che se è vero che tutti i Green Pass presentano un QR Code per la presentazione, non tutti i QR Code sono Green Pass, ora come allora si tratta di una fake news.

Il QR Code, si ricorda, è una creazione della Denso Wave (compagnia giapponese) nel 1994 per tracciare i componenti delle autovetture Toyota, usato come alternativa al codice a barre, leggibile dagli Smartphone per la sua elevata densità e versatilità nei dati che è possibile conservarci e leggervi otticamente.

No, non esiste un Green Pass sui pavimenti di Pompei (di nuovo…)

Vengono a ricordarcelo i nostri colleghi di Facta, o meglio lo ricordano a voi lettori (noi, come vedete, abbiamo già dato)

Che ci ricordano come la foto è un montaggio di una foto del portale “Planet Pompeii” della pavimentazione in piastrelle tridimensionale contenuta nella camera del fauno, con un codice QR Code.

Per la precisione, contenente i contatti di un ignaro professore che, sia pur rinnegando la paternità del fotomontaggio, riferisce al Gazzettino (e con grande ironia e commendevole self-control) di trovare la bizzarra vicenda almeno “simpatica” e non averne tratto alcun problema in termini di seccatori e simili.

Oggi come allora, niente da vedere.

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