La storia dell’automobilista con l’auto sequestrata per aver preso un Maalox fa parte, penso l’abbiate tutti capito, dell’ormai ricchissimo filone delle bufale sul Codice della Strada, sequel diretto della bufala della Tachipirina e vigile in attesa e del ricchissimo filone delle fake news sui test rapidi salivari.
Bufale create ad arte per cavalcare il tema rovente nel momento, diffuse sia da diffusori disinformati e involontari che come sorta di strumento di “lotta politica” impropria, ovvero “condividere per cambiare i consensi”, in un gioco in cui il creatore vince più volte: gli basta alzare l’asticella sempre più in altro, perché i motivi per condividere l’utente li troverà.
Anche in questo caso la storia del “nuovo caso di patente ritirata” tirato fuori nel primo paragrafo non solo non esiste (ma come per il caso della Tachipirina, salterà sicuramente fuori e presto qualcuno che riporterà la notizia come “la testimonianza di un automobilista sui social”) ma nel prosieguo dell’articolo viene giustificata da un volo pindarico del pensiero.
No, non esiste nessun automobilista con l’auto sequestrata per aver preso un Maalox
Gli articoli sulle bufale del Codice della Strada hanno infatti sempre un tratto in comune, la struttura. I primi capoversi raccontano una fake news: la patente “distrutta per una Tachipirina”, “polverizzata per un Brufen” o la reintroduzione di autocertificazioni e coprifuoco pandemici.
Il corpo dell’articolo è sempre un’insalata di parole ricca di ovvietà, in questo caso una cerchiobottisttica “sparata” sulla necessità di rispettare il Codice della Strada però contemperata da vari modi per suscitare rabbia nel lettore contro le sanzioni e, infine, una giustificazione che negli occhi del fact checker dovrebbe muoverlo a pietà o fargli dichiarare che non si tratterebbe di una bufala.
In questo caso “assumere Maalox” viene descritto come un atto letterale: l’articolo conclude dicendo che non puoi fisicamente lasciare le mani dal volante per versarti un bicchiere di acqua e medicina mentre stai guidando, come non puoi mangiare, bere, telefonare o fare altre operazioni mentre sei alla guida.
Ovviamente, oseremmo dire, ma tale principio viene deformato per cavalcare la parola chiave del momento, e la memoria corre alla simile bufala del “povero automobilista multato per aver mangiato un panino da McDonalds”.
Bufala uscita a ridosso del ritorno dei panini gourmet del franchise che ipotizzava la storia di un anonimo automobilista multato per essersi fermato al fast food, col finale che però precisa che lo stesso si era anche strafatto di cannabis subito prima.
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