No, il profilo che diffonde fake news sulla sindaca Salis non è di Melì

No, il profilo che diffonde fake news sulla sindaca Salis non è di Melì, ma è una delle prove se ancora ve ne fosse bisogno, del fallimento del programma spunte blu di X.

No, il profilo che diffonde fake news sulla sindaca Salis non è di Melì
Partiamo dal fact checking per chi volesse accusarci di non mettere le cose in chiaro: Maria Teresa Melì non dispone di un account X. E se ne avesse uno, avrebbe di meglio da fare che diffondere fake news.
E se ne avesse uno, il suo avatar non sarebbe certo una variante del Wojak, l’avatar tipico di mattonisti e altre frange dell’alt-right attivo su Internet.
No, il profilo che diffonde fake news sul sindaco Salis non è di Melì
È dal 2018 che il Corriere della Sera lamenta la presenza di account fake, e nel 2021 lo stesso account si presentò a vantarsi della sua presenza.

Post di Corriere della Sera
Resa possibile dalla attuale politica di X, tutt’ora pubblicizzata con popup, per cui:
Adesso, in base alle modifiche apportate per rendere la piattaforma democratica, gli account che hanno un abbonamento attivo a X Premium e che risultano completi, attivi, sicuri e non fuorvianti sono idonei alla spunta blu, indipendentemente dalla loro notorietà. X supporta la libertà d’espressione e non sostiene o approva quanto condiviso dagli account con qualsiasi spunta. Scopri di più sulle nostre norme relative alla spunta blu di verifica.
Sostanzialmente, il concetto attuale di “verifica democratica di X” è avere soldi in tasca e un conto corrente (o anche solo una prepagata) per versare obolo al padrone di casa e comprarsi la credibilità.

Il messaggio di X
Se poi dobbiamo ritenere che la “libertà di espressione” supportata da X sia comprarsi la spunta blu per usare il nome di una giornalista e ripetere la bufala acclarata della sindaca di Genova di cui ci siamo già occupati: spiacente Musk, non siamo nati l’altro ieri.
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