No, addormentarsi davanti alla TV non ha “benefici impensabili”

Negli ultimi giorni è circolata una notizia pubblicata dalla Gazzetta di Viareggio secondo la quale dormire con la TV accesa non solo non farebbe male, ma porterebbe addirittura benefici sorprendenti, al punto da smentire decenni di consigli medici e raccomandazioni scientifiche. Il titolo dell’articolo è uno di quelli che afferrano al volo l’attenzione del lettore più ingenuo:
TV prima di dormire? Ma quali controindicazioni! Scoperti benefici impensabili: dottori ed esperti hanno sempre mentito

No, addormentarsi davanti alla TV non ha “benefici impensabili”
Già da questa premessa si intuisce l’intento sensazionalista e la volontà di mettere in discussione il consenso scientifico, senza però offrire dati solidi a supporto.
La fonte dell’articolo
La notizia si fonda su una distorsione di quanto riportato in un altro articolo, pubblicato da Fanpage, in cui si analizzano gli effetti dell’addormentarsi ascoltando il proprio programma preferito. Tuttavia, mentre Fanpage cerca di affrontare la questione in modo più equilibrato, distinguendo tra stimoli visivi e sonori, l’articolo della Gazzetta di Viareggio ne esaspera il contenuto, eliminando tutte le cautele e costruendo un falso messaggio rassicurante, privo di riscontri nella letteratura scientifica. Nel pezzo originale di Fanpage, infatti, si fa riferimento a una dichiarazione della dottoressa Christina McCrae Salas, docente di psichiatria presso l’Università del Missouri e direttrice del laboratorio sul sonno, la quale non afferma affatto che guardare la TV favorisca il sonno in senso assoluto.
Piuttosto, McCrae sottolinea che alcune persone trovano conforto nell’ascoltare suoni familiari, come quelli di una serie televisiva nota, che possono agire da distrazione rispetto a pensieri intrusivi o ansie pre-sonno. Precisa anche che tali effetti sono soggettivi e legati più all’audio che alla componente visiva, e che vanno comunque gestiti con cautela, ad esempio impostando un timer per lo spegnimento automatico dello schermo. La frase citata nell’articolo, se decontestualizzata come fa la Gazzetta di Viareggio, rischia di essere interpretata come una smentita alle evidenze scientifiche sull’influenza negativa della luce blu, ma in realtà non lo è affatto.
Perché la televisione può compromettere il riposo, secondo gli studi
Per comprendere meglio la questione, bisogna infatti partire da ciò che realmente sappiamo sul rapporto tra televisione e qualità del sonno. Numerose ricerche, tra cui quelle condotte dall’Università di Salisburgo, hanno dimostrato che il cervello umano, anche quando si trova in stato di sonno, continua a reagire agli stimoli esterni, in particolare alle voci sconosciute o ai cambiamenti improvvisi nei suoni e nelle luci. Tali stimoli possono causare quella che in neurologia è definita “attività K”, ovvero scariche cerebrali che interrompono le fasi profonde del sonno.
In sostanza, anche se ci si addormenta, la qualità del riposo viene compromessa, perché il cervello non riesce a disattivare completamente la propria vigilanza. A tutto questo si aggiunge il ben noto problema della luce blu emessa dagli schermi, che interferisce direttamente con la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ritmo sonno-veglia. Esporsi alla luce blu nelle ore serali, o peggio ancora durante il sonno stesso, significa inviare al cervello segnali contraddittori: da un lato il corpo chiede riposo, dall’altro la retina continua a ricevere stimoli simili a quelli diurni, ritardando il momento dell’addormentamento e compromettendo la profondità delle fasi REM.
a poi sottolineato che il sonno disturbato non si limita a generare una sensazione di stanchezza al risveglio, ma può influenzare negativamente molteplici aspetti della salute fisica e mentale. Il riposo notturno frammentato o di scarsa qualità è stato collegato a un aumento del rischio di patologie metaboliche, a una riduzione della soglia di attenzione, a disturbi dell’umore e persino a un peggioramento della memoria e delle capacità cognitive nel lungo periodo.
L’idea che la televisione, accesa fino ad addormentarsi, possa favorire il rilassamento è dunque una sovrasemplificazione pericolosa, che confonde unabitudine passiva e spesso involontaria con un presunto beneficio. Anche laddove si riconosce che ascoltare un suono familiare possa contribuire a creare un senso di sicurezza o di conforto emotivo, ciò non significa affatto che farlo regolarmente, con schermo acceso, sia innocuo.
In effetti, Fanpage suggerisce espressamente di limitarsi all’audio e di spegnere lo schermo con un timer, affinché la componente visiva (ben più disturbante) non comprometta le fasi successive del riposo. Ma questo passaggio prudente, nel rilancio della Gazzetta di Viareggio, viene completamente ignorato, sacrificato sull’altare dell’enfasi giornalistica che punta tutto sulla contrapposizione forzata tra “verità scientifica” e “menzogna degli esperti”.
Conclusioni
Non è assolutamente vero che addormentarsi davanti alla TV abbia “benefici impensabili”. È vero invece che molte persone si addormentano con la TV accesa per abitudine o per stanchezza, ma questo non equivale a dire che faccia bene, né tanto meno che la medicina ufficiale ci abbia mentito. La scienza, come sempre, è più complessa di una scorciatoia giornalistica e più utile di un titolo ad effetto.
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