Bufala

Anna Bono sui migranti: «Non sono poveri e non fuggono dalla guerra»

«Ciò che è morto non muoia mai» non è solo il motto dei Greyjoy, casata del Trono di Spade, ma anche di chi crea disinformazione. Come gli amori impossibili, le bufale fanno giri infiniti per tornare a essere condivise esattamente come nuove. Evidentemente l’utenza ha bisogno di un’urgente cura di fosforo, a supporto della poca memoria a lungo termine. È stata pubblicata il 3 ottobre scorso da tg24-ore.com e sta tornando in auge per l’indignazione degli utenti. La dott.ssa Anna Bono, ex ricercatrice dell’Università di Torino, avrebbe detto che gli immigrati non sono poveri e non fuggono dalla guerra. Ora non ci fidiamo più neanche dell’Accademia? No, quando le notizie vengono riportate con una certa superficialità.

In apertura si è detto che le bufale girano a largo prima di tornare in auge. Questa risale a un annetto fa, ed è stata già abbondantemente ed egregiamente fronteggiata dai colleghi di Butac. Prima di uscire dall’Ateneo di Torino nel 2015, Anna Bono era ricercatrice presso il Dipartimento di culture, politica e società. Nel 2017 pubblicò un libro dal titolo “Migranti!? Migranti!? Migranti!?”. L’articolo di  tg24-ore.com, con più di un anno di ritardo rispetto alle testate nazionali, riporta ciò che viene asserito dalla dott.ssa in un’intervista. Quale? Forse quella rilasciata a Daniele Capezzone.

Ecco i dati sull’immigrazione della ricercatrice Anna Bono

Nell’articolo si legge:

«La maggior parte delle persone che sbarcano o vengono traghettate sulle nostre coste italiane, arriva dall’Africa subsahariana e, nella maggior parte dei casi, non è un profugo. Inoltre, spiega che non è nemmeno una persona che sfugge dalla fame e dalle guerre ma semplicemente un giovane maschio che appartiene ad un ceto medio».

E fin qui siamo ai luoghi comuni: non mancano mai i contenuti virali acchiappa-indignazione sullo stato di buona salute e di ricchezza dei migranti. Rinfreschiamoci la memoria con una vecchia polemica sui cellulari. In secondo luogo, occorre aggiornare i dati UNHCR riguardanti gli arrivi via mare. Se nel 2018 il podio dei disperati a tentare la traversata del Mediterraneo spettava alla Tunisia, quest’anno spetta all’Afghanistan.

Continuano a non essere i paesi dell’Africa subsahariana a imbarcarsi verso l’Europa.

«Solo il 4 % delle persone che sono arrivate in Italia dall’inizio dell’anno ha chiesto l’asilo politico ed ha ottenuto risposta positiva».

I colleghi di Butac si sono interrogati sulla provenienza dei dati riportati dalla dott.ssa, poiché sembrano non collimare con i numeri riportati dall’UNHCR. L’infografica parla dell’8% di rifugiati politici, dell’8% di richiedenti protezione sussidiaria e circa un 25% viene riconosciuta la protezione umanitaria. Il restante 60% circa degli individui che sbarcano in Italia vengono rimpatriate, con tutti i costi del caso. Per tranquillizzare chi crede che l’Italia sia vittima di un’invasione, ricordiamo che è la Turchia ad assicurarsi il podio dell’accoglienza (almeno in termini di numeri).

Gli immigrati appartengono al ceto medio

Sarebbero i costi elevatissimi dell’emigrazione clandestina a contraddire lo stato di bisogno dei migranti. Afferma la dott.ssa Bono:

«Ormai è risaputo che chi vuole venire in Europa deve mettere insieme 4mila, 5mila o 10mila dollari per potersi appoggiare a un’organizzazione di trafficanti che provveda all’espatrio. Cifre appunto elevatissime soprattutto se rapportate ai redditi medi dei Paesi di provenienza. Chi arriva generalmente appartiene al ceto medio o medio basso, comunque per la gran parte non si tratta di indigenti. C’è chi risparmia, chi si fa prestare il denaro dai parenti, chi paga a rate, chi vende una mandria, però i soldi ci sono, i trafficanti vogliono essere pagati in contanti. È gente che ha una disponibilità economica. Certo c’è la delusione di vivere in Paesi dove avanzano prevalentemente i raccomandati: la spinta può arrivare anche da lì, da delusioni lavorative, come succede per chi parte dall’Italia».

Anche qui sono i colleghi di NextQuotidiano ad aver fatto il lavoro sporco. Un viaggio dal centro dell’Africa non gli costa più di 4mila euro. Insomma, non solo non è una notizia, ma fa diventare attuali dati piuttosto vetusti. Dal sito del ministero dell’Interno si vede come, fatta eccezione il picco di arrivi a settembre di quest’anno che si è decisamente riassorbito, a partire dagli accordi con la Libia dell’ex ministro Minniti il trend dell’immigrazione si è dimostrato in calo. Dunque, basta allarmismi inutili.

Condividi
Pubblicato da

Articoli recenti

La sonda Voyager 1 riprende a funzionare: ci sono voluti cinque mesi

La sonda Voyager 1 riprende a funzionare: e pensate, ci sono voluti solo cinque mesi. Un tempo che potrebbe mettere…

2 ore fa

Chi ha paura delle Georgia Guidestones? Un simbolo del complottismo

Continuano ad apparire ancora recentemente video dedicati alla distruzione delle c.d. "Georgia Guidestones", secondo alcune teorie del complotto un monolite…

2 ore fa

Ancora non funziona il sito del Fascicolo sanitario elettronico Lombardia: parla l’assistenza

Tiene banco una notizia molto calda oggi, visto che non funziona il sito del Fascicolo sanitario elettronico Lombardia. Questione particolarmente…

3 ore fa

Tiene banco il Fascicolo sanitario elettronico della Regione Lombardia: problemi e novità ricette

Particolarmente caldo, oggi, il tema del Fascicolo sanitario elettronico della Regione Lombardia, visto che dobbiamo spaziare tra problemi e novità…

5 ore fa

Rilanciano speculazioni su Renato Pozzetto oggi con presunta malattia: le ultime notizie

Stanno tornando alla ribalta alcune speculazioni a proposito di Renato Pozzetto oggi, visto che alcune sue dichiarazioni del passato vengono…

1 giorno fa

Come è morta Lilli Carati: dai film e video, fino alle imprecisioni di oggi

Sono trascorsi quasi dieci anni dalla sua scomparsa, eppure ancora oggi in tanti si chiedono come è morta Lilli Carati,…

1 giorno fa