Fino ad oggi è stata solo una voce, anche se menzionata dal diretto interessato, ma a questo punto possiamo definire ufficiale la querela di Gianluca Pecchini nei confronti di Aurora Leone. Dopo l’anticipazione del diretto interessato nel corso di un’intervista a Selvaggia Lucarelli, come vi abbiamo riportato nella giornata di ieri, a questo punto dobbiamo concentrarci sulla presa di posizione giunta dall’avvocata dell’uomo, a margine della presentazione del documento presso la procura di Torino.
Dunque, si è ribaltata la situazione. L’accusatrice diventa accusata, con il probabile coinvolgimento anche di Ciro Priello. Il nome dell’attore comico non è stato fatto dall’ormai ex Direttore Generale della Nazionale Cantanti, ma un passaggio delle dichiarazioni odierne di Gianluca Pecchini sembrano lasciare pochi dubbi in merito. Basti pensare a quanto è stato riportato poco fa da Adnkronos:
“Ho deciso di rivolgermi allo studio dell’Avvocato Gabriele Bordoni per presentare querela nei confronti di Aurora Leone e di chi con lei mi ha leso nella reputazione, così da tutelare i miei diritti”.
Ora, se da un lato la notizia della querela di Gianluca Pecchini nei confronti di Aurora Leone e forse Ciro Priello non rappresenta una sorpresa in senso assoluto, proprio perché l’uomo aveva anticipato le proprie intenzioni a Selvaggia Lucarelli, dall’altro fanno discutere le motivazioni formali. A tal proposito, ci sono non poche discussioni sui social a causa di un passaggio delle dichiarazioni dell’avvocato Gabriele Bordoni, al quale lo stesso Pecchini si è rivolto di recente:
“Si pensa in questi giorni di introdurre una legge a contrasto della discriminazione per motivi fondati sul sesso o sul genere, ma si ripensa anche di riattivare forme di censura a contrasto della disinformazione, soprattutto attraverso la rete”.
Insomma, secondo i difensori di Gianluca Pecchini, lunedì scorso ci sarebbe stato un utilizzo improprio dei social network da parte di The Jackal, in particolare di Aurora Leone. Il punto è che, menzionando il termine “censura“, è stata gettate benzina sul fuoco a proposito di una vicenda che alcuni giorni fa sembrava in qualche modo archiviata. Si attende, a questo punto, una replica ufficiale da coloro che oggi 31 maggio sono stati querelati.
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