L’assurdità del “divieto di ricorso per le multe”: la nuova regola e l’inesistente “ricorso verbale”

Ci segnalano i nostri contatti un articolo che parlando di “divieto di ricorso per le multe” introdotto da una fantomatica “nuova regola” si incunea nel ricchissimo filone di bufale sul Codice della Strada.
Ovvero si parte da un titolone caricato che inventa un presunto divieto, balzello o “regola folle” introdotta dal Codice della Strada, si prosegue con un testo-canovaccio il cui scopo è semplicemente fornire ai motori di ricerca testi da indicizzare e al lettore l’illusione di avere a che fare con un testo di qualità elevata.
L’assurdità del “divieto di ricorso per le multe”: la nuova regola e l’inesistente “ricorso verbale”
Ovviamente come in casi assai simili, tipo il caso del “divieto di Maalox” diventato un vago e assurdo divieto di prepararsi medicinali e stappare bottigliette d’acqua al posto di tenere le mani sul volante, la conclusione si rivela un assurdo canovaccio.
Che parte dalla storia di un anziano vigile sottoposto a contestazioni e proteste che, in un’atmosfera assai tesa, hanno aggravato le sue condizioni precarie provocandogli un insulto cardiaco.

L’assurdità del “divieto di ricorso per le multe”: la nuova regola e l’inesistente “ricorso verbale”
L’articolista nel tentativo di creare un inesistente collegamento tra l’inesistente divieto di ricorso e l’evento inventa dal nulla che le proteste sarebbero un “ricorso verbale”.
No, possiamo confermare che in nessuna parte del codice è mai stato descritto come importunare un vigile sia uno dei modi di ricorso.
Potete ricorrere mediante il Giudice di Pace, o effettuare un ricorso gerarchico chiedendo il riesame della sanzione, nei modi indicati con la ricezione della multa.
Non potete considerare il contestare sul posto le vostre ragioni al vigile, specialmente in modo assai poco conferente, una forma di ricorso.
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