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La foto del “missile per i bambini” è del 2014, di contesto non chiaro

Sta tornando sui nostri profili la foto di un soldato ucraino con un “missile per i bambini”, attribuita spesso al conflitto in atto.

Ma parliamo di una serie di errori: la foto è innanzitutto del 2014, e la stessa ambiguità linguistica sussiste sia nei linguaggi occidentali che orientali.

La foto del “missile per i bambini” è del 2014, di contesto non chiaro

Tutti elementi tali da invertirne ogni possibile senso.

La foto del “missile per i bambini” è del 2014, di contesto non chiaro

L’attribuzione data (con un dato storicamente errato, e questa è l’unica cosa certa della vicenda) dai condivisori pro-Cremlino è legata alla guerra in atto.

Ovvero la foto viene sovente indicata senza data, quindi lasciando sospettare che si tratti dell’attuale conflitto Russo-Ucraino.

Nonché insinuando sottilmente che il messaggio “per i bambini” riguardi l’oggetto del bombardamento. Ovvero il soldato Ucraino ritratto si vanti di aver bombardato dei bambini russi.

Cosa che renderebbe le atrocità di Bucha e Kremenchuck in qualche modo “giustificabili”. Tornerebbe l’immagine dell’Ucraino nazista brutale e violento che il Popolo Russo, nobile e antinazista, vuole “denazificare” per salvare il mondo intero. Anche da stravaganze come i vaccini e i virus, peraltro.

In realtà la foto risale al conflitto del Donbass del 2014, e da allora circola interrottamente ad ogni alito di guerra (qui ad esempio nel 2017).

Il riferimento è al fatto che anche in occasione di quel conflitto, furono registrate diverse morti tra i civili. Anche bambini. “Per i bambini del Donbass” è infatti anche il titolo di un illuminato documentario che parla degli orrori della guerra.

Guerra nella quale, allora come adesso, non era infrequente che un proiettile di artiglieria colpisse come effetti collaterali scuole e altri luoghi di aggregazione.

La scritta “Per i bambini” riportata su quel missile del 2014 esibito quindi nelle condivisioni potrebbe avere come significato non “Missile per bombardare i bambini” ma “per difendere/vendicare i nostri bambini”.

In realtà una guerra raramente vendica qualcuno, ma tutto quello che bisogna auspicarsi da una guerra è che chiunque abbia sparato il primo colpo, chiunque esso sia, smetta e chiuda in nome della pace.

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