Alla stregua di «Me l’ha detto mio cuggino» oppure «Me l’ha detto il mio amico che è amico del portiere che al mercato mio padre comprò» c’è un’altra formula che circola per il web con lo scopo di dare autorità alle fake news. La redazione di Nextquotidiano ha già parlato di IoSonoItalia, la pagina preferita degli haters di Greta Thunberg. Sedicenne, sovranista e bellissima, il bel visino di IoSonoItalia viene contrapposto a quello spigoloso della sedicenne svedese. Inoltre, l’icona sovranista viene strumentalizzata per raccogliere fondi orientati verso dubbie destinazioni, oltre che magari reinvestiti per diffondere odio e disinformazione.
I fraseggi della turbo-nazionalista imitano in modo maldestro la leggerezza e la finta superficialità di Martina Dell’Ombra, senza raggiungere minimamente la finezza studiata della blogger. Il post incriminato proviene dal distaccamento romano della pagina Facebook IoSonoItalia. Nonostante sia stato pubblicato il 21 ottobre, continua a infestare la maggior parte delle pagine affiliate alla Lega e a Fratelli d’Italia.
«Origliare vicino alle porte non è mai buona educazione, ma a volte aiuta a capire meglio la situazione e anche le condizioni psichiatriche degli interlocutori politici».
IoSonoItalia, o chi per lei, dovrebbe ricordare che la diffamazione è un reato perseguibile per legge. Dare dello psicolabile al Primo Ministro non è un bel modo per mantenere la fedina penale pulita. Come se non fosse abbastanza, l’adolescente icona del ‘pensiero divergente’ riparte alla carica con una frase evidenziata che suona così:
«Conte minaccia Di Maio: se non si farà la lotta all’evasione faccio saltare il governo e apro al progetto di un Conte tris con il nuovo centro destra! È sbroccato».
Ma soprattutto, a chi diffonde questa sottospecie di notizie, non sorge mai il sacrosanto dubbio che una ragazzina di 15 anni non possa aver origliato proprio niente nelle stanze dei potenti? Un post del genere non somiglia in alcun modo a una notizia: abbiamo un chi, ma manca un dove, quando e perché. In questo caso non vale neanche l’obiezione più scontata «l’importante è il contenuto». In assenza di dichiarazioni pubbliche, o di intercettazioni, si tratta di diffamazione bella e buona. Dunque, bufala, senza alcun dubbio. Magari correlata da un intervento dell’autorità competente.
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