I pro-Putin in Italia sono tanti, e i social network ci hanno insegnato che questa realtà è sempre più palese da quando, il 24 febbraio 2022, il leader russo ha dato il via all’“operazione militare speciale” contro l’Ucraina. Gli estimatori del presidente della federazione russa si muovono essenzialmente su due universi: quelli sui social, più vicini a lessico e linguaggio alla portata degli internauti più comuni (meme, post, sensazionalismi) e quelli in odore di giornalismo, con testate online che appoggiano la propaganda russa. Il fenomeno è in continua estensione ed ascesa.
Come Facta riportava nel mese di aprile, i giornalisti della BBC e i ricercatori dell’Institute for Strategic Dialogue avevano tracciato una continuità tra la comunicazione del Cremlino e alcuni gruppi Facebook in cui è esplicita l’esaltazione di Vladimir Putin nonché quella del suo operato.
L’intento di questa rete Cremlino-social (con il secondo elemento nato più o meno spontaneamente) è dipingere il presidente russo come “leader del mondo libero“ e giustificare la sua politica come atto di purificazione del mondo.
In Italia, come nel resto del mondo, questa rete social a sostegno di Putin si struttura soprattutto con la creazione di profili falsi creati ad hoc per simulare un supporto da più parti alla Russia e al suo leader.
Ai più innocenti meme che mostrano Vladimir Putin in attimi di vita quotidiana, si alternano disinformazione e bufale: un esempio sono la negazione del massacro di Bucha e teorie (infondate) sui biolaboratori USA in Russia.
Per quanto riguarda le testate giornalistiche, Facta segnala Russia News i cui articoli vengono molto spesso veicolati proprio dai gruppi Facebook di cui abbiamo appena parlato. Al di là della strumentalizzazione politica che può essere fisiologica quando si tratta di una qualunque redazione, Russia News ha pubblicato la bufala sulla fuga di Zelensky in Polonia.
Ancora, Russia News sostiene la teoria dell’Ucraina satanista.
I pro-Putin in Italia si autoalimentano sui social come accade tra i sostenitori della guerra nel resto del mondo: sostanzialmente, alla propaganda russa diffusa dal Cremlino attraverso le reti-manifesto, si aggiungono canali di diffusione della disinformazione, delle bufale e loro affini sui social con account fake – che abbiamo incontrato in più momenti della storia dell’informazione su Internet – che creano una vera e propria rete di divulgazione, spesso frequentata da utenti di media alfabetizzazione all’informazione e all’utilizzo dei social
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