“Grazie per la memoria”: il Commodore 128, tre modi operativi (di cui ne usavi solo uno)

di Shadow Ranger |

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“Grazie per la memoria”: il Commodore 128, tre modi operativi (di cui ne usavi solo uno) Bufale.net

Nel 1986 in Italia arrivò lo spot del “computer nuovo, il sistema nuovo”: il Commodore 128, evoluzione del Commodore 64 presentata come un magico tappeto volante circondato da improbabili figuri dalle improbabili permanenti anni ’80 (tutti, anche gli uomini) pronti a magnificare le lodi di un successore del Commodore 64 che di fatto non riuscì davvero a succedergli.

Schermata del Commodore 128

Schermata del Commodore 128

L’idea era eccellente, ma alla fine della fiera il Commodore 128 fu consegnato ad una deludente e incerimoniosa assenza di software per colpa della politica economica di Commodore ormai allo sbando completo.

Il “sistema nuovo”: il Commodore 128, tre modi operativi (di cui ne usavi solo uno)

Abbiamo già visto assieme col VIC20 come Commodore puntava al mondo dei Computer Amichevoli per vivere, così tanto che alla fine del ciclo vitale del VIC20 Gould decise di sostituirlo col Commodore 16, versione al risparmio del nuovo Plus/4.

Mossa che fu un tragico errore che dimostra che, come sempre nella vita, nella vita gli errori si ripetono spesso due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa.

Tramiel, lo storico patron e creatore di Commodore, aveva gettato la spugna nel 1984, secondo i suoi figli stufo nel vedere Gould trattare la compagnia come se fosse un suo schema per far soldi in fretta.

Riassunto delle puntate precedenti: il fiasco del Plus/4

Riassunto delle puntate precedenti: il fiasco del Plus/4

Secondo Tramiel, il problema era che la Commodore non era più quella del VIC20: il fiasco del Plus/4 (di cui parleremo brevissimamente) aveva dimostrato che se lo scopo di Tramiel era usare le risorse di Commodore per vendere computer a basso costo e “saldare i debiti con le banche”, lo scopo di Gould era fare soldi, indebitarsi, fare altri soldi e così via trasformando la “missione Commodore” nella tipica impresa americana dall’enorme liquidità e dall’enorme debito.

Questo si era riflesso nel fiasco del Plus/4: Tramiel voleva una macchina da ufficio dal costo infimo da mandare in concorrenza con lo Spectrum e, contemporaneamente, per insidiare gli Apple II e i nascenti IBM Compatibili nel mondo dei piccoli uffici, Gould lo fece uscire a prezzo pieno e con una “versione a RAM ridotta”, il Commodore 16, che spinse i produttori di programmi a giocare al ribasso facendo in modo che Plus/4 avesse solo programmi subottimali.

PCB Commodore 128, fonte Ilesj blog

PCB Commodore 128, fonte Ilesj blog

Finì che sul mercato arrivarono macchine insieme superiori e inferiori al Commodore 64 e al VIC20 (il Plus/4 aveva programmi di contabilità e più colori, ma una sezione audio inferiore e nessun supporto per gli sprite, il Commodore 16 avrebbe dovuto “sostituire il VIC20” ma non era retrocompatibile) vendute ad un prezzo che non giustificava l’abbandono del Commodore 64 e non era competitivo rispetto alla concorrenza.

Quando Tramiel andò via, Gould ripetette lo stesso tragico errore. Commissionò al progettista Bil Herd (con una sola L) un successore del Commodore 64 che prendesse i tratti del 128 e li portasse nel futuro.

Compiendo un nuovo errore quando su impulso, dice la volgata, di una programmatrice delusa dalla mancanza di retrocompatibilità del Plus/4, a Bil Herd fu chiesto di tirare fuori dal cilindro un computer che fosse del tutto o quasi compatibile col Commodore 64.

Fu la forza e la dannazione del Commodore 128.

Commodore 128: le origini

Il Commodore 128 fu progettato quindi per avere 128Kb di RAM, video a 80 colonne con doppia uscita LCA (il “cugino povero” dell’S-Video per cui era noto il Commodore) e RGBi, un nuovo BASIC, sempre su licenza Microsoft ed una tastiera assai più comoda e pratica.

E a Bil Herd, Dave Haynie, Frank Plaiaa, Dave DiOrio, Fred Bowen e Terry Ryan furono dati solo cinque mesi per portare a termine un progetto in cui tutto quello che poteva andare storto lo fece e nel modo più spettacolare possibile.

Lo scopo era arrivare in tempo al CES di Los Angeles del 1985, principale fiera del settore, recuperare il prestigio perso col fiasco del Plus/4, rinnovare l’immagine della Commodore e pervenire alle letterali “fettine di cu*o tagliate spesse”.

Il reparto commerciale impose a Herd di arrivare ad un computer con video a 80 colonne, compatibile al 100% col Commodore 64 e in grado di sbloccare nuove funzioni e per di più che resuscitasse un accessorio che dalla prima revisione del Commodore 64, il “Silver Label” non aveva mai più funzionato in nessun modello successivo, ovvero la Cartuccia CP/M.

Esemplare di Commodore 128

Esemplare di Commodore 128

Il VDC, il nuovo chip video che avrebbe dovuto lavorare in tandem col VIC-II per dare la doppia modalità aveva l’inquietante tendenza in fase di sviluppo di prendere fuoco, e prima della revisione arrivata in commercio effettivamente i VDC avevano problemi di surriscaldamento, Herd dovette lottare contro il tempo perché tutto funzionasse e Commodore continuava a chiedergli cose.

Fu proprio l’irrazionale richiesta di avere “Tre computer in uno” a salvare il Commodore 128: Bil Herd decise che non poteva perdere tempo a far “rifunzionare la cartuccia CP/M”, anche perché avrebbe richiesto un alimentatore più potente e questo avrebbe aumentato i costi.

"Grazie per la memoria": il Commodore 128, tre modi operativi (di cui ne usavi solo uno)

“Grazie per la memoria”: il Commodore 128, tre modi operativi (di cui ne usavi solo uno)

Piazzò un processore Zilog 80 direttamente sulla scheda madre, risolvendo così un altro problema: lo Zilog 80 si sarebbe occupato di riconoscere eventuali cartucce inserite nel Commodore 128 all’avvio rendendo la transizione tra il modo 64 e il modo 128 efficace e senza errori, detto nel modo più banale possibile.

Semplicemente in tutti i test senza lo Z80, l’uso delle cartucce di espansione come “Magic Voice” falliva: un fix estemporaneo ma efficace consentì di subappaltare allo Z80 la gestione della scelta della modalità.

Il C128 arrivò grossomodo funzionante al CES 1985, e come promesso al marketing era tre computer in uno: il vecchio Commodore 64 (o meglio il nuovo Commodore 64C, come vedremo), il nuovo Commodore 128 e un computer con CP/M.

Ma il grossomodo non è causale.

Novità e guai del Commodore 128

Se osservi un 128, sembra un C64C allargato con un tastierino numerico, un tasto di reset e un’uscita RGBi compatibile con lo standard CGA in uso dai computer IBM.

L’utente medio avrebbe quindi potuto usare il 128 come un rimpiazzo “drop in” del suo 64. Stacchi il Commodore 64, attacchi tutti gli accessori al C128, attacchi un monitor da ufficio all’uscita del VDC e sei a posto.

Se volevi invece avere più spazio sulla scrivania, o come molte acquirenti del Commodore 128 compravi tutto da zero perché vedremo non avevi un vero incentivo a lasciare il Commodore 64 che avevi, potevi comprare il Commodore 1901/1902 con l’ingresso RGBi nativo o il Commodore 1084 , o uno dei tanti monitor professionali dell’epoca con RGB e S-Video.

Con una CPU 8502 (un MOS 6510 rifatto col processo produttivo HMOS al posto del NMOS e con una leggera differenza in pinout) a 2Mhz, velocità doppia rispetto al predecessore, la citata RAM raddoppiata, BASIC 7.0 su licenza Microsoft il 128 prometteva di essere la versione superiore.

Esemplare di Commodore 64C, il rivale/collega del 128

Esemplare di Commodore 64C, il rivale/collega del 128

In HMOS furono anche rifatti il SID, passando dal 6581 al 8580 (“migliorato”, dal suono più pulito ma rimuovendo alcuni bug usati dai programmatori per ottenere samples digitali e alcune sonorità) e il VIC-II stesso passato al MOS 8564/8566, simile al MOS 8565.

Fu inoltre arricchito da una serie di bundle: ad esempio quello col mouse Commodore 1351 e GEOS, un ambiente grafico (definito nei manuali come operativo) affine per natura a Windows da 1.x a 3.x nel mondo DOS, e con le REU, le “Ram Expansion Unit” per aggiungere nuova memoria su cartuccia, ma anche così una serie di problemi non più di hardware che di mercato ostacolarono il successo del nuovo prodotto.

Innanzitutto il prezzo: il Commodore 128 fu lanciato nei negozi che già avevano la licenza Commodore (negozi di computer, centri commerciali) ad un prezzo di 300$.

Accanto gli fu sbattuto il Commodore 64C, con un prezzo di 150$.

Entrambi i computer furono ridisegnati nell’aspetto per avere il linguaggio grafico degli Amiga, abbandonando la forma “a cassetta del pane” e la descrizione di friendly computer per diventare, sia pur impropriamente (tecnicamente sono entrambi degli Home Computer) due “Personal computer”, con tanto di iscrizione sulla carrozzeria.

Il "tank mouse", scocca usata per i mouse di Commodore 64/128 e Amiga. Notare la difformità rispetto a quello del materiale promozionale

Il “tank mouse”, scocca usata per i mouse di Commodore 64/128 e Amiga. Notare la difformità rispetto a quello del materiale promozionale

Entrambi i computer potevano far girare tutti i programmi scritti per il Commodore 64, ancorché con differenze nel volume dei samples digitali. Entrambi i computer erano forniti con la loro versione di GEOS (GEOS 64 era comunque a 40 colonne), entrambi col supporto per il mouse.

Quello che il 64C non poteva fare era, ovviamente, far girare i programmi nativi per il 128 e il CP/M.

Perché non avresti mai usato due dei computer

Chi di voi ha avuto un 128 e ci legge si divide in due categorie. Chi usava il 128 per programmare, spesso giochi per il 64, e chi invece piazzava una cartuccia Epyx Fastload nello slot cartuccia fissa per avviare direttamente in modo 64 oppure avviava manualmente in modo 64.

Il funzionamento dei “Tre Computer in uno” era il motivo per cui non era conveniente usarli.

Per usare il 128, bastava accendere. Per usare la modalità Commodore 64 bisognava scrivere le parole GO64 o avviare con una cartuccia per il Commodore 64, che avrebbe messo a terra le linee /EXROM e /GAME attivando lo Z80 col compito di avviare in GO64 automatico.

Per usare la modalità CP/M dovevi avere il lettore floppy 1571 e contemporaneamente il floppy con CP/M fornito da Commodore.

1571, fonte Wikimedia Commons

1571, fonte Wikimedia Commons

Semplicemente al lancio non c’erano 1571 per tutti, e Commodore dovette ovviare vendendo il Commodore 1570, floppy ottenuto con parti dei più comuni 1541, quindi a singola faccia.

Il 1571 offriva il supporto per i floppy a doppia facciata e per una modalità burst che risolveva il baco che rendeva i caricamenti da floppy biblicamente lenti, ma il CP/M nel 1986 era praticamente un sistema operativo morto.

Nel 1980 come abbiamo visto Bill Gates aveva già lanciato sul mercato MS-DOS, che in cinque anni aveva cancellato le quote di mercato del CP/M.

Al netto di inflazione, costo della vita, comprare un Commodore 128 significava spendere circa un migliaio di euro per avere un computer in grado di far funzionare gli stessi programmi di un computer venduto a 500 euro e vecchio di tre-quattro anni, un nuovo computer per il quale non si trovava software e un sistema operativo non più usato negli uffici da anni.

E per usare CP/M avresti dovuto comprare un lettore floppy al prezzo di 300$, raddoppiando il prezzo del tuo C128.

Scoprendo peraltro che lo Z80 del 128 doveva adeguarsi ai 2Mhz del resto del computer e “trattare” con l’8502 per il controllo delle linee input/output, di fatto rendendo il già lento CP/M ancora più lento.

Floppy Drive AMTEK RF512C, clone del 1571 prodotto sull'onda della scarsità e del costo dell'originale

Floppy Drive AMTEK RF512C, clone del 1571 prodotto sull’onda della scarsità e del costo dell’originale

Aggiungiamo una peculiarità del CP/M: ogni computer con CP/M salvava in un formato diverso dall’altro, quindi anche contando che molte scuole, specie americane, avevano ancora computer con CP/M in classe il ragazzino medio che avrebbe potuto trarre beneficio dal “portarsi i compiti a casa” non sapeva di poterlo fare (il Commodore 128 consentiva di leggere i floppy dei Kaypro, gli Osborn ed i Compaq) e, ammesso che fosse abbastanza tecnologicamente avanzato per farlo avrebbe dovuto pagare due volte il prezzo del 128 per ottenere il necessario 1571.

L’esistenza di vari cloni del floppy 1571 colmò questo enorme problema solo in parte.

Immaginate un computer moderno che vi offra la possibilità, con “soli” 2000 euro di avere la possibilità di usare tutti i programmi creati per MS-DOS senza doverli emulare ma alla metà delle velocità e delle prestazioni di un emulatore o di un catorcio trovato nei mercatini a 100 euro.

Di fatto non volevi usare mai nella vita il CP/M e il Commodore 64 te lo vendevano a metà prezzo. E il Commodore 128?

Quanti giochi e programmi esistevano per il 128?

Ne abbiamo già parlato qui.

Comprendendo anche giochi che funzionano in modalità “avanzata”, come la conversione fanmade di Super Mario Bros. che usano il 128 come “acceleratore” (qualcosa di simile alle “patch nextgen”) arriviamo a 294 giochi di cui la metà usciti in commercio o tra amatori dopo il fallimento di Commodore.

Immagine di GEOS

Immagine di GEOS

Con solo un centinaio di giochi, e coi programmi di produttività migliori, come WordStar, Multiplan e Turbo Pascal per CP/M bloccati dietro il paywall di un lettore floppy 1571, l’uso principale del Commodore 128 era l’uso coi programmi del 64.

Ricordate la storia della programmatrice che tra le impossibili richieste per il povero Bil Herd gli piazza un “computer retrocompatibile col Commodore 64 per vendere i suoi programmi”.

Tutte le cassette da edicola uscita in Italia dal 1985 in poi promettevano la “compatibilità col 128” nel modo più pigro possibile: attaccare un adesivo “compatibile col 128” e ricordare al giocatore di usare GO64.

Fine dei giochi, letteralmente.

The Last V8, tra i pochi giochi con versione 128

The Last V8, tra i pochi giochi con versione 128

Tra i pochi giochi esclusivi per il 128 dell’epoca contiamo alcune delle più famose avventure grafiche Infocom, come il lirico A mind forever Voyaging, storia metatestuale ma fatta bene di personaggio creato in una simulazione all’interno del gioco per valutare le scelte del governo dei suoi creatori che, man mano che la simulazione avanza, scopre che tali scelte lo porteranno ad una vita distopica e che è suo dovere avvisare i suoi creatori perché possano sfuggire a tale futuro, il quarto episodio della saga di Zork, Beyond Zork, in cui il mago protagonista dovrà cercare il sacro Cocco di Quendor per salvare il suo regno, Bureocracy, avventura testuale basata sul mondo della burocrazia e il quinto capitolo della saga di Ultima.

Attack of Petscii Robots, edizione 128

Attack of Petscii Robots, edizione 128

Tra i pochi giochi grafici dell’epoca contiamo il gioco di corsa Kikstart II, il simulatore di guerra e volo Gunship e Ferrari Formula One dove nel 1990 potevi simulare il campionato del 1986, ed una versione migliorata di “The Last V8”, gioco di fantascienza distopica in cui il protagonista (nella versione per 128 proveniente da Marte) deve salvare la Terra con una futuristica Supercar con l’ultimo motore a otto cilindri rimasto al mondo, ispirato alla “Interceptor” di Mad Max.

In tempi recentissimi abbiamo avuto un porting di Super Mario Bros che sul 128 usa la velocità migliorata del 128, il gioco ispirato a Dungeon&Dragons “Eye of the Beholder”, porting da MS-DOS e PETSCII Robots, gioco nato inizialmente per PET portato su tutti i computer della Commodore e che usa il doppio monitor per darti un mappa di un mondo popolato da buffi robottini omicidi.

Una manciata di giochi, tra cui avventure di testo giocabili più comodamente su altri computer, semplicemente non valeva la spesa.

Aggiungi il fatto che, alla fine della fiera, un Commodore 128 in modalità 64 era un C64C (ti “spegneva” anche i tasti aggiuntivi), e arriviamo al triste finale di partita.

Il resto della vita del Commodore 128: non lunga come meritava

Il Commodore 128, come il suo fratello maggiore di età ma minore di prestazioni, ebbe diverse incarnazioni e revisioni. Al Commodore 128 seguì il 128D, dove “D” sta per desktop.

Costruito non più a imitazione di un Amiga 500, ma di un Amiga 1000, con tastiera esterna e il prezioso floppy drive 1571, un desktop con una maniglia di plastica per trasportarlo in giro, rimossa nel modello DCR (“Cost Reduced”) assieme a una ventola e alcune componenti della scheda madre ridisegnate per risparmiare (come avvenne col C64C rispetto al “biscottone”).

A onor del vero il 128 presenta una mainboard che può essere avvitata in un case “D” con gli appositi fori, e nell’idea di Bil Herd entrambi i modelli avrebbero dovuto essere pronti al lancio.

Il Commodore 128D

Il Commodore 128D

Il DCR era insieme più economico e più ricco: la memoria video del VDC fu quadruplicata a ben 64Kb e le ROM furono ritoccate per sistemare alcuni bug, cosa assai frequente prima degli aggiornamenti online. Cosa come abbiamo visto inutile per mancanza di programmi.

Nonostante questo il Commodore 128 fu ritirato nel 1989 mentre l’ultimo Commodore 64 lasciò la fabbrica durante il fallimento di Commodore stessa nel 1994.

In questi cinque anni Commodore continuò a produrre nuovi Commodore 64 e floppy drive 1541 (quest’ultimi praticamente in perdita) ma non più i 128.

Il perché l’abbiamo visto: chi aveva bisogno di studiare e lavorare non voleva davvero CP/M e preferiva comprare un PC IBM Compatibile, come un Tandy 1000 o un Compaq, se non un PC IBM direttamente.

Chi aveva bisogno di avere un computer affidabile per giocare si teneva stretto il biscottone, oppure comprava a metà prezzo un Commodore 64C col Datassette in regalo (in Italia abbiamo visto i floppy drive presero poco piede) o un 1541 se aveva più soldi.

Commodore stessa, sotto la nuova politica Gould del “fare soldi per fare soldi” e non “per reinvestire in tecnologia” decise di puntare tutto sull’onnipresente Commodore 64 e su una linea di PC IBM Compatibili che avrebbero dovuto arrivare nelle scuole e nelle aziende al posto del “nato vecchio” Commodore 128.

Fu troppo poco e troppo tardi: la Commodore degli ultimi cinque anni era la pallida ombra di quello che fu Commodore.

Curiosità

Chi di voi ha un Commodore 128 provi a scrivere SYS 32800,123,45,6 in modalità 128. Troverà un messaggio pacifista con scritto Link arms, don’t make them (“Unite le braccia e non create nuove armi”).

L'easter egg

L’easter egg

Un simile easter egg mostra i nomi di chi fu coinvolto nella rapida creazione del Commodore 128.

Altresì le origini “affrettate” del 128 si riflettono nella sua costruzione, e nella presenza di “rattoppi di fabbrica”, come un filo ridondante rispetto alla traccia A10, piazzato lì perché senza il 30% delle volte gli esemplari di pre-produzione si bloccavano all’avvio e con funzionavano. Bil Herd decise di lasciare il rattoppo in produzione temendo che ridisegnando la mainboard qualche altro baco sarebbe saltato fuori. Questo e altri aneddoti sono stati rivelati dallo stesso Herd, che continua a narrarne.

Nelle intenzioni di Commodore il 128 avrebbe dovuto essere il modello evoluto del 64, ed entrambi sarebbero dovuti essere stati sostituiti dal leggendario “Commodore 65”, anello di congiunzione tra Amiga e Commodore con doppio SID nativo, il “VIC-III” successore del VIC-II e del VDC e un 1581 (floppy da tre pollici e mezzo) integrato.

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