DISINFORMAZIONE Brescia, 24 “profughi” in sciopero della fame per la qualità dei pasti e per le doccie: “Vogliamo il trasferimento”

Il refuso doccie non è nostro, quindi nun ce rompete.

Il sito Noi del sud pubblica un articolo il 29 luglio su un atto di protesta mosso da un gruppo di profughi ospitati in una struttura del bresciano:

BRESCIA – I ventiquattro sedicenti profughi fankazzisti ospiti a Zone, finiti ai dis-onori della cronaca per essersi rifiutati di collaborare con il Comune, hanno iniziato uno sciopero della fame in segno di protesta per la qualità del cibo a detta loro scadente e per gli orari delle docce. In più chiedono di essere trasferiti in un’altra struttura.

Le polemiche sembravano essersi chiuse con la decisione del prefetto di spostare i 24 profughi ribelli, che avevano rifiutato perfino di collaborare per poche ore alla pulizia dei sentieri delle piramidi di Zone danneggiati dalle piogge. Ma così non è stato. A Zone, infatti, i 16 richiedenti asilo che da qualche giorno sono ospiti dell’ostello Trentapassi (ex locanda Lucciola) hanno avviato una nuova protesta, rifiutandosi di consumare i pasti che vengono serviti loro e chiedendo di essere trasferiti in una nuova struttura.

Gli ospiti – tutti africani dai 20 ai 25 anni, in Italia da almeno un paio d’anni – hanno avanzato la richiesta di tornare a Vestone, dove hanno amici e conoscenti. Ma non solo: secondo quanto riferito dal sindaco Zatti si lamentano degli orari delle docce e della qualità dei pasti. E resta da capire cosa risponderanno quando verrà chiesto loro di dare il proprio contributo alla comunità che li ospita con piccoli lavoretti.

Per questo il primo cittadino ha scritto una relazione sull’accaduto (non la prima) e l’ha inviata al prefetto di Brescia.

Gli autori confondono tempi e numeri su una vicenda reale, della quale fanno confusione anche sugli attori.

In breve, il 4 luglio 2018 pubblicavamo una nostra analisi su un caso avvenuto a Zone, nel bresciano, presso l’ex albergo “La Lucciola”. Un gruppo di 24 richiedenti asilo, alla richiesta del Comune di pulire i sentieri del percorso che conduce alle Piramidi di Terra, aveva rifiutato per protestare contro il sindaco, Marco Zatti, che secondo i loro reclami non aveva fatto abbastanza per conferire il permesso di soggiorno a uno di loro.

Zatti aveva dunque interpellato il prefetto Annunziato Vardè che aveva disposto un trasferimento dei ragazzi. Una volta iniziati i primi spostamenti, però, erano scoppiate tensioni all’interno della struttura.

Oggi Noi del sud scrive che gli stessi profughi – presentati come 24 nel titolo e 16 nel testo, notare bene – hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la qualità del cibo e gli orari delle docce.

Come scrive Il Giorno, invece:

Zone (Brescia), 28 luglio 2018 – Sedici richiedenti asilo ospiti in una struttura di Zone, nel Bresciano, hanno iniziato lo sciopero della fame protestando contro la struttura che li ospita. Il gruppo ha sostituito nei giorni scorsi altri richiedenti asilo, 24 in tutto, che erano stati allontanati dal paese dal sindaco che aveva proposto loro di lavorare alla pulizia di un sentiero e che davanti al loro rifiuto, di concerto con la Prefettura, aveva appunto deciso di allontanarli.

La stampa locale, ancora, riporta che lo sciopero della fame si protrae da tre giorni e che i richiedenti asilo erano stati trasferiti da Vestone a Zone, e ora chiedono di tornare a Vestone per ritrovare amici e conoscenti. Venerdì 27 luglio una loro delegazione è stata ricevuta dal Sindaco, il quale ha subito steso una relazione che verrà inviata alla prefettura e ai Carabinieri. Ansa riporta che nella giornata di oggi, lunedì 30 luglio, la prefettura ha visitato la struttura, ma non si trovano ancora aggiornamenti.

Parliamo di disinformazione, dunque, perché Noi del sud parla di 24 profughi, anche se l’atto di protesta è stato messo in atto da 16 ospiti che, tra l’altro, non sono gli stessi che ai primi di luglio si erano rifiutati di collaborare col Comunque per una mansione di pulizia.

Le ragioni dello sciopero della fame, ancora, non sono chiare: secondo la stampa locale, il motivo dovuto al pasto e all’orario delle docce non è un dato certo, tanto che le notizie d’agenzia non ne fanno menzione.

Lo sciopero della fame dei profughi, al momento, risulta mosso dalla volontà di tornare a Vestone per ritrovare amici e conoscenti, ma non sarà chiaro finché non si avranno notizie sulla visita della prefettura.

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