Ricorderete quando nei duri mesi della Pandemia li chiamavamo angeli, per poi gettarli via se non renderli oggetto dell’odio belluino e feroce di alcuni. Ne paghiamo lo scotto: fa da contraltare alle aggressioni ripetute agli infermieri fomentate dai “soliti noti” dietro i loro gruppi Telegram di no tutto una diaspora della categoria.
Causata da questo, ma non solo. Il ritratto della scomparsa di parte di una categoria è decisamente a tinte fosche.
“Nel 2024, nei primi 9 mesi, oltre 20mila infermieri, (si calcolano nel totale circa un milione e mezzo di dimissioni volontarie dei lavoratori nei primi 9 mesi del 2024, con ai primissimi posti il settore sanitario) insieme a circa 7mila medici (come confermato dai sindacati di categoria), si sono dimessi. Per gli infermieri siamo di fronte un aumento di circa il 170% rispetto agli 8.500 del 2023. Numeri – prosegue De Palma, presidente del Sindacato di Categoria Nursing Up – che parlano di una crisi senza precedenti. Se pensiamo, poi, che a questo report mancano ancora i dati dei 4 mesi finali dell’anno appena trascorso, possiamo stimare che ogni mese lasciano il nostro sistema sanitario oltre 2mila infermieri, e se quindi il trend negativo, nella migliore della ipotesi, si confermasse e non peggiorasse anche nei mesi successivi, da oltre 20mila passeremmo a oltre 30mila dimissioni”.
Dimessi oltre 20mila infermieri nei primi nove mesi del 2024: da angeli ad abbandonati
Le cause? Una sorta di circolo vizioso, fatto di stipendi bassi, sin troppo bassi che spingono all’indebitamento chi di fatto ormai lavora “solo per passione” ma in qualche modo dovrà anche vivere.
Stipendi ricordiamo al di sotto della media Europea.
Infermieri sottopagati dunque, ma anche costretti a turni massacranti, con chi rimane costretto a prendere i turni di chi va, e spesso patendo le violenze di facinorosi, già presenti prima della Pandemia ma dopo la stessa caricati a molla da gruppi e social della galassia “novax” che hanno fatto dello scontro verbale e fisico contro gli infermieri una battaglia identitaria.
Il che porta al punto seguente: gli infermieri si dimettono e, anche giustamente, scoraggiano i giovani dal proseguire la loro professione: chi, sano di mente, accetterebbe di farsi pagare una miseria per farsi spaccare la faccia a pugni da un facinoroso a caso, oppure farsi inseguire in ambulanza da soggetti pronti a fare “il video per i social”?
Un circolo vizioso dal quale, alla fine, perdiamo tutti.
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