C’era una volta Legend of Zelda (anche se il protagonista è spesso Link)

Di Legend of Zelda abbiamo avuto modo di parlare quando, vedremo in modo assai insensato, Internet è esplosa nel tentativo di razionalizzare un Legend of Zelda dove Zelda e non Link è la protagonista.
In realtà la saga viene da molto, molto lontano, ed ha origini simili a quelli di un’altra saga videoludica onnipresente su tutte le console della saga: ovvero la saga di Pokémon che ha da poco visto il suo giorno di anniversario, il 27 febbraio.
C’era una volta Legend of Zelda
Nel 1986 abbiamo visto Nintendo era alle prese col lancio di un add-on per le sue console che in Occidente non avrebbe mai avuto presa, il Famicom Disk System, destinato a donare al FamiCom, versione originale e orientale del NES, la capacità di usare giochi su floppy disk che potessero essere scaricati da totem particolari con gran risparmio.
Ogni nuovo prodotto ha bisogno di nuove applicazioni, e la possibilità di salvare i propri progressi venne sancita dalla creazione di un gioco di ruolo, Legend of Zelda.
I migliori creatori scrivono dall’esperienza: Satoshi Tajiri aveva creato il mondo dei Pokémon basandosi sui ricordi della sua giovinezza da “professor Insetto” alla caccia di insetti rari nei boschi e come gentrificazione e industrializzazione avevano distrutto il verde spingendo i giovani a rifiugiarsi nelle Sale Giochi per sognare.

Scatola di Legend of Zelda
Shigeru Miyamoto aveva sognato la “Leggenda di Zelda” facendo riferimento alle sue esplorazioni in boschi e grotte in cui si sentiva un cavaliere errante chiamato ad una grande e gloriosa missione, facendo riferimento a elementi che vedremo anche in capitoli di molto successivi, come lo scalare montagne per vedere stupendi panorami svelarsi dai suoi occhi.
Decise di regalare un giardino di avventure ai giovani Nintendari, e la palla passò al suo braccio destro Takashi Tezuka, che decise di ispirarsi a Tolkien e come Il signore degli Anelli aveva riportato in Occidente l’epopea del Grande Fantasy.
Come in Il signore degli Anelli c’è un artefatto di mistico potere, la Triforza che concede enormi poteri ma il rischio di una forte corruzione a chi se ne serve.
Come nelle saghe fantasy generali c’è un grande eroe ed un grande cattivo, il malvagio Ganon e l’eroico Link, chiamato così perché in fondo Link è solo come vedremo il collegamento tra l’eroe e il giocatore.
Mancava a questo punto un elemento: tutte le saghe fantasy antiche hanno una “coppia del potere”, una dama per l’eroe. L’eroe Link ottenne Zelda, principessa bellissima e saggia (ma in alcune incarnazioni, perché di incarnazioni si parla, anche questo vedremo, spigliata e volitiva, in altre timida e con la testa tra le nuvole), pronta a lottare per sempre al suo fianco.
Già entro il secondo capitolo una serie di elementi fissi della saga arrivarono: il marchio dell’Eroe Link divenne la Master Sword, la Spada Suprema che sconfigge ogni male, ovviamente direttamente ispirata a Excalibur, il regno di Hyrule fu ispirato agli scenari europei del mito di Orlando e degli altri cavalieri e Zelda fu scelto come nome perché Miyamoto, invaghito del mito della pittrice e scrittrice Zelda Fitzgerald era convinto che il suo stesso nome fosse un simbolo di eleganza e bellezza.
Per nostra fortuna, la saga di Zelda sopravisse al fallimentare Famicom Disk System, e fu distribuita in Occidente in una cartuccia dorata con una batteria per salvare i progressi di gioco e il concetto di New Game Plus prima che andasse di moda, la possibilità di rigiocarlo una seconda volta con difficoltà aumentata dopo aver sbloccato un salvataggio completo.
E il succcesso della nuova saga fu esplosivo.
Link sei tu
Tranne in Echoes of Wisdom, l’ultimo capitolo della saga in cui, limitando gli spoiler, ad un certo punto della storia viene esplicato perché sia Zelda che Link sono sotto gli effetti di un incantesimo che li ha privati dell’uso della parola costringendo la principessa a vivere la sua più grande avventura (dell’epoca moderna) con un tenero folletto/fatina a comunicare per lei finché non riuscirà a riportare le cose al loro posto, Link semplicemente non ha quasi mai linee di dialogo nel gioco perché le sue linee di dialogo sono le tue.
Link è il collegamento tra il giocatore e il mondo di Hyrule, quando i giocatori parlano a Link sei tu, giocatore, che risponde. Nelle intenzioni di Miyamoto Hyrule è la tua avventura più grande, e tu dovrai sconfiggere mostri, incontrare Zelda e parlare con altri personaggi: infatti nella serie animata, vedremo anche quella, Link non solo parla, ma è sboccato, rissoso, ha un umorismo affine a quello del comico Steve Martin, compreso il suo eterno “Excuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuse me, princess!” e non ha bisogno di essere il giocatore perché deve essere quello dietro lo schermo TV che ti fa emozionare.

Da soli è pericoloso
In quasi tutti i giochi Link è sostanzialmente l’incarnazione delle figure letterarie di Propp: un “nessuno”, uno sconosciuto al mondo (tranne nella diade Breath of the Wild/Tears of the Kingdom, anomala vedremo per diversi versi, in cui è un illustre capitano della guardia noto per il suo coraggio e apprezzato nella corte reale per la sua abilità, ironicamente ostacolo all’amore tra lui e Zelda in questa incarnazione) che una volta che il giocatore si “incarna in lui” comincia e ricomincia il lungo viaggio che lo farà divenire l’Eroe di Hyrule.
E in tutti i giochi Link è il possessore della Triforza del Coraggio,
Link è uno dei primi “protagonisti silenziosi” non in quanto muto (tranne Echoes of Wisdom Link e Zelda, che in una scena assai buffa saranno costretti a ricorrere all’aiuto della fatina Tri e di gesti improvvisati per comprendersi), ma perché semplicemente senza il giocatore dietro il pad creato da Gunpei Yokoi a muoverlo sarebbe solo un guscio vuoto privo della capacità di pensare e agire.
Ma se Link sei tu, Zelda chi è?
A parte il citato Echoes of Wisdom, dove tu, giocatore, diventi Zelda (e in quanto Zelda, dovrai sconfiggere un male antico e recuperare reputazione e uso della favella entrambi portati via dal nemico), per spiegarci in breve Zelda è quello che Lady Isabel è per i Cavalieri dello Zodiaco.
Non esistono un Link e una Zelda, ma infiniti Link e infinite Zelda, ognuno di loro con sue caratteristiche diverse, tutti situati in diversi momenti nella storia di Hyrule.
Tutte le Zelda hanno qualcosa in comune: Zelda è la saggia principessa (o nelle ere in cui non c’è un Re, una leader per nascita e spirito) incarnazione della Triforza della Saggezza, ma anche della Dea Hylia, Dea Pantocreatrice del mondo di Hyrule e della razza degli Hylian (cui molteplici incarnazioni di Link e Zelda appartengono), stirpe affine agli elfi Tolkeniani nota per essere “la più vicina agli dei e in grado di udire la loro voce” che ha ottenuto dalla sua passata incarnazione un dono assai romantico.

Cosa hanno in comune tutte queste Zelda?
Nessuna Zelda nella storia sarà mai sola: ad un certo punto della sua vita, coincidente con la sua più grande avventura, un Link apparirà al suo fianco impugnando la Master Sword per aiutarla a salvare Hyrule da Ganon.
E ci saranno sempre una Zelda e sempre un Link, anche se non saranno gli stessi.
Apparirà sempre tra le principesse di sangue reale di Hyrule una Zelda curiosa, intelligente e coraggiosa, ed apparirà sempre un Link eroico e devoto al suo fianco.
Ironicamente, come Zelda derivava il nome da una scrittrice di cui l’autore era fortemente invaghito, una seconda Zelda avrebbe preso il nome della Dea/Principessa: Zelda Williams, figlia del compianto Robin, grande fan della saga.
Proprio Ocarina of Time, l’amato e centrale (in ogni senso) capitolo della saga ebbe uno spot (per il suo remake 3D su 3DS) in cui Robin Williams spiegava ad una ormai adulta Zelda perché ha il nome di una principessa.
Ma perché ancora non parliamo di Ganondorf? La teogonia e la costruzione di Zelda
Per capire Ganondorf, bisogna capire la teogonia e la costruzioione della Leggenda di Zelda, ovviamente non presente nei primi capitoli, e costruita di capitolo in capitolo nelle avventure successive.
E tenuta segreta praticamente fino al 2010, riservata solo ai programmatori Nintendo come linee guida.
Per capire il meccanismo di Zelda, e le origini dei suoi personaggi, bisogna comprendere preliminarmente due cose:
- “Legend of Zelda” va preso come titolo letteralmente: molti degli elementi della storia li apprendiamo da incarnazioni di Link e Zelda che non hanno memoria diretta delle incarnazioni passate ma hanno appreso millenni di storia da leggende, bardi e cantori, quindi inclini all’errore;
- Ogni Zelda vedremo ha il suo gimmick, un diverso elemento di narrativa, e il fatto che Ocarina of Time, uno dei titoli più rinomati della saga abbia un Link che viaggia nel tempo ha fratturato per sempre il tempo di Hyrule in tre linee temporali diverse dipendenti dai giocatori.
Ciò posto, possiamo partire da Skyward Sword e Hyrule Historia, rispettivamente primo titolo di Zelda originale per la sola Nintendo Wii (Twilight Princess fu una doppia uscita GameCube/Wii) e il libro col quale l’embargo sulla storia di Hyrule fu rimosso da Nintendo.
Nei tempi del mito sostanzialmente esistevano la Dea Hylia, un Eroe Leggendario e il Re dei Demoni Mortipher (Demise in originale). Hyrule Historia si collega ad un fumetto di canonicità incerta nel quale viene spiegato che la Dea Hylia ha personalmente creato la storia dell’Eroe, ma questo richiede un piccolo passo indietro.
Nella teogonia di Hyrule, ispirata abbiamo visto al Fantasy Moderno, le tre Dee Dorate Din, Farore e Naryu creano il mondo e le sue tre virtù principali, ovvero Forza, Coraggio e Saggezza, indispensabili ad ogni mortale.
Affidano la Triforza, l’incarnazione di quel divino potere che solo una Dea può avere per intero, alla divinità della Vita stessa, la Dea Hylia, che comincia assieme ai popoli mortali di Hyrule una campagna bellicosa contro il malvagio demone Demise, intenzionato ad impossessarsi della Triforza per portare la Morte.

Ganondorf, il Re dei Ladri
Secondo il fumetto di dubbia canonicità, Hylia come progetto parallelo decide di creare un Eroe, dando ad un mortale una vita di tradimenti e infelicità che però lo temprerà come l’acciaio di una spada in modo da renderlo un guerriero senza pari.
Secondo la parte ufficialmente canon della storia, l’Eroe Leggendario era semplicemente potente e coraggioso di suo: in ogni caso il finale è lo stesso. Hylia e l’Eroe sconfiggono Demise imprigionandolo usando come fulcro del potere la Spada della Dea, ma entrambi rimangono gravemente feriti.
Hylia che è una dea potrebbe semplicemente rigenerarsi, ma affranta (e nel fumetto pentita per aver di fatto distrutto la vita dell’Eroe che aveva imparato ad amare “come una donna può amare un uomo” solo per renderlo potente) decide che una volta morto l’Eroe anche lei si lascerà morire, ma entrambi continueranno a reincarnarsi in corpi mortali, ed in ogni vita che vivranno avranno l’impulso di cercarsi, innamorarsi e difendere il mondo di Hyrule che enntrambi avevano amato.
Ogni incarnazione di Zelda manterrà una piccola porzione del potere divino di Hylia necessario, assieme ad altri “saggi”, custodi dei diversi popoli, a tenere a bada il Male incarnato nella sua epoca.
Ogni incarnazione di Link manterrà intatta l’abilità naturale nella spada che fu dell’Eroe.
Nel corso dell’incarnazione del “Primo Link” e della “Prima Zelda” in Skyward Sword (dove Link è un allievo cavaliere di un’isola nel cielo e Zelda la figlia del capovillaggio e istruttore) il duo trasformerà la Goddess Sword nella Master Sword e distruggerà Demise per sempre.

Ganon, Ganondorf senza il controllo
Demise col suo ultimo atto deciderà di giocare allo stesso gioco della sua mortale nemica: deciderà di trasmettere il suo infinito potere “oltre il tempo e lo spazio” in modo che raggiunga un singolo uomo in tutta Hyrule che diventerà il nuovo Re dei Demoni, ma sarà pervaso da un odio che non potrà comprendere del tutto e lo porterà a cercare ogni Link e ogni Zelda per sconfiggerli e annientarli.
Quell’uomo nascerà tra le Gerudo, una tribù di bellissime amazzoni che vivono in un deserto inospitale e brutale, con l’unica “consolazione” di vedere tra loro nascere un uomo ogni cento anni destinato a guidarle e portarle lontano dal deserto.
Purtroppo per loro, Link e Zelda, quell’uomo diventerà Ganondorf, afflitto dalla nascita dall'”Odio di Demise” che lo porterà a ritenere che il modo migliore per salvare la sua gente sia invadere il regno di Hyrule, uccidere Zelda (o costringerla con la forza a sposarlo…) e sostituire gli abitanti delle verdi e fertili terre di Hyrule con le Gerudo.

Collezione di Link e Zelda, fonte Reddit
Gerudo che in molte incarnazioni del mito, decideranno con mestizia di rinunciare ai loro sogni e ricusare il loro Re naturale in quanto la maledizione dell’Odio lo rende di fatto troppo folle per regnare.
Link e Zelda continuano a reincarnarsi, Ganondorf combina il suo fisico da prescelto con i suoi studi nell’occulto per diventare un tiranno immortale che angoscerà la vita di ogni Link e ogni Zelda, incolpandoli per le colpe dei loro predecessori.
A questo punto del mito, la Triforza è tornata nel Mondo di Hyrule: Zelda ha la Saggezza, Link il Coraggio, Ganondorf la Forza, e lo scopo finale di Ganondorf è sconfiggere Link, uccidere Zelda (o costringerla al matrimonio, dipende dal caso) e riunire la Triforza per diventare un Dio-Tiranno crudele e malevolo, ma convinto di elevare il suo popolo alla saggezza.
Popolo che ricordiamo in diverse incarnazioni del mito ha compreso quanto l’odio che pervade Ganondorf sin dalla nascita l’ha reso brutale, portandolo a diventare il Malvagio Re Stregone Ganon, in grado di assumere fattezze mostruose e dominare mostri che sostituiranno le guerriere Amazzoni al suo fianco.
I popoli di Zelda
Il mondo di Hyrule ha una serie di personaggi variegati che si tramandano di gioco in gioco. Abbiamo già visto come in ogni gioco ci siano un Link, una Zelda e un Ganon (specialmente nei capitoli per GameBoy, GameBoy Advance e Nintendo DS, Ganon potrà però essere sostituito da un suo vicario…), ma ci sono anche diverse razze che abitano il mondo.
Gli Hylian, gli elfi “più vicini agli dei”, e gli umani ad esempio, con almeno un paio di incarnazioni di Link e Zelda nate tra gli umani e non tra gli Hylia (che comunque hanno il maggior numero di Link e Zelda nella storia).
Le Gerudo, una tribù di amazzoni dall’aspetto di splendide donne mediorientali, talora alleate del Regno di Hyrule, talora ostili, con una particolare condizione fisica per cui nessuna di loro è in grado di concepire un erede maschio se non una volta ogni cento anni e solo dopo che l’ultimo uomo Gerudo è morto (di fatto rendendo le Gerudo incapaci di avere figli maschi finché l’immortale Ganon sarà in giro…) ma in grado di avere figlie completamente Gerudo da uomini di altre stirpi, che però non saranno autorizzati a vivere comunque nella città principale del loro regno e partecipare all’educazione delle loro figlie, che potranno vedere solamente da bambine e poi direttamente da donne adulte saltando la loro adolescenza (allo scopo di evitare un “nuovo Ganon”, ovvero un Re-Tiranno che plagi le piccole Gerudo negli anni formativi).
I Goron, simili ai “Mordiroccia” dei Romanzi di Ende, esseri di pietra “nati dalla roccia” (e per questo in grado di visitare liberamente le Gerudo) che vivono in cima ad un alto vulcano mangiano pietra da miniera dalla grande forza, esperti fabbri e ingegneri.

I campioni dei Popoli liberi in Breath of the Wild: Daruk il Goron, Urbosa la Gerudo, Revali il Rito, Mifa la Zora, Link e Zelda per Hylian e Umani
Egli Zora, uomini pesce divisi nella pacifica stirpe marina, alleati della Corona, e la stirpe di fiume, isolazionisti e territoriali poco inclini ai rapporti con le altre razze (distinzione introdotta per spiegare come nei primi capitoli gli Zora erano usati solo come nemici per poi diventare alleati).
Seguite poi dai Rito, uomini uccello in grado di librarsi nei cieli, in alcune linee temporali stirpe indipendente, in altre evoluzione degli Zora dopo aver perso il loro habitat marino, gli “antichi robot” costruiti direttamente dalla mano Divina nella notte dei tempi e tutta un’altra serie di stirpi fantastiche e derivati.
Un caso a parte sono i Kokiri, eterni bambini ispirati a Peter Pan, in Ocarina of Time rivelati l’ispirazione delle vesti da eterno Peter Pan di Link e coloro che hanno di fatto adottato il Link della loro era, sostituiti nelle ere successive dai Korogu, teneri folletti di verdure amici di Link e della Corona, guardiani dell’Albero Saggio, oracolo di Hyrule e custodi del verde e della Master Sword.
Tra le stirpi ci sono anche derivazioni, come gli Sheik, ispirati a Ninja e Samurai tra le cui fila si conta sempre una Impa, l’anziana bambinaia di Zelda in gioventù guerriera vigorosa e guardia del corpo della Zelda bambina in eterna attesa dell’arrivo di Link pronto a sollevarla da tale impegno per accettare la mano della Zelda adulta e aiutarla.
Altri giochi della saga introducono altri popoli, come i Minish, teneri e minuscoli folletti in grado di distribuire rupie (le monete del mondo di Zelda) nel mondo e gli Zonau, antichissimi antenati dei più nobili re e sacerdoti del mondo di Zelda, più altre stirpi comparse di gioco in gioco.
Link è sempre il protagonista?
Abbiamo visto recentemente come in almeno un gioco canonico e due giochi espunti dal canon Zelda è stata la protagonista di se stessa.
The Wand of Gamelon è stato primo gioco con Zelda protagonista, disegnato in modo quasi puerile da uno studio di San Pietroburgo, destinato a onorare un accordo fallimentare tra Nintendo e Philips, onda lunga di una serie tragicomica di errori commerciali che portà Nintendo a bruciare un accordo commerciale con SONY per creare la sua prima console con disco ottico, consentire a SONY di lanciare la Playstation e infine spingere la Grande N a cedere l’uso di alcune sue proprietà intellettuali a Philips.
Il secondo, Zelda’s Adventure vede Zelda interpretata in sequenze di motion capture avariata e riprese televisive dall’attrice Annie Ward e dalla segretaria Diane Burns vestite con una parrucchetta stoppacciosa e una tunichetta alla Miyazaki.
Solo l’anno scorso abbiamo avuto un vero gioco con Zelda protagonista, erede di tutte le dinamiche della saga, ma in un gioco meno basato sui combattimenti e più su dinamiche crafting e risoluzione di enigmi, come ben si confà alla portatrice della Saggezza.
I diversi Link e le diverse Zelda tra le timeline: una leggenda che abbiamo vissuto all’incontrario
Ogni gioco della saga, salvo sequel diretti, rappresenta una generazione di eroi diretti.
Il primo gioco che abbiamo giocato, Legend of Zelda del 1986, era pensato come il penultimo gioco della saga, parte del finale con Adventure of Link, il suo sequel diretto.
Esistono già come dato assodato un Link e una Zelda, Link sconfigge il malvagio Ganon e la Master Sword “riposerà per sempre”.
Di gioco in gioco Nintendo ha creato una diversa e ricca timeline che il pubbblico non avrebbe dovuto conoscere, e non è avvenuto fino al 2010.
Come abbiamo visto ogni generazione di console aveva una sua peculiarità, ogni gioco di Legend of Zelda ne aveva una: Ocarina of Time, uno dei più amati, aveva la musica come strumento per viaggiare nel tempo creando melodie particolari e influenzando il passato e il futuro, Wind Waker la possiilità di dominare i venti per viaggiare per i mari di una Hyrule ormai consegnata ai flutti, Spirit Tracks un Link ferroviere, la saga dell’Oracolo la possibilità di collegare due GameBoy per sbloccare sfide e livelli, Four Swords la possibilità di moltiplicarsi e così via.
Proprio le peculiarità consentono di creare diverse leggende: Ocarina of Time è l’origine di tre linee temporali, e il fulcro è il giocatore.
In una linea temporale, la cui conclusione era l’inizio, quindi Legend of Zelda: il giocatore ha fallito e non ha sconfitto Ganondorf. Link, andato avanti nel futuro con un corpo da adulto per sconfiggere Ganondorf è morto, Zelda e i suoi seguaci hanno trionfato fuori dalle quinte ma senza un eroe Hyrule è piombata in un’era di decadenza declinata in diversi giochi in cui le reincarnazioni di Link e Zelda hanno ricostruito tutto portando alla pace.

Linee temporali
In una linea temporale diversa il giocatore ha vinto, creando un’ulteriore discrimine.
Nella linea temporale della vittoria in cui Link è tornato alla sua vera età per incontrare una Zelda bambina e impedirle di fidarsi del malvagio Ganondorf, ella ha ordinato la sua esecuzione in stile “Minority Report” ancora prima che il suo male contagiasse il mondo.
Questa linea temporale passa per Twilight Princess e finisce in Four Sword: lo spirito di Ganon cercherà di tornare e riavere un corpo, trovando l’opposizione di nuovi Link e della principessa dei Twili Midna, anche essa invaghita di Link, e la “sorpresa” di trovare l’Eroe del Crepuscolo, il Link di Twilight Princess, personalmente istruito dall’Ombra dell’Eroe, eco temporale del Link adulto di Ocarina of Time, proveniente da un tempo che non poteva più esistere sottoforma di un fantasma per trasmettere al portatore della sua anima nel “tempo corretto” le conoscenze necessarie al trionfo.
In una seconda linea temporale le avventure del Link adulto che ha ucciso Ganon nel futuro continuano: Ganon riuscirà a tornare allagando le acque (creando il mondo di Wind Waker), ma deciderà di lasciarsi morire definitivamente per mettere a tacere la voce di Mortipher in lui.
Ordinerà al Link di Wind Waker, ancora una volta un ragazzino, di abbandonare il cerchio, prendere con sé Zelda e fondare una nuova Hyrule lontana dall’odio e dal dolore di generazioni, portando così al mondo di Spirit Tracks.
Tutte le timeline partono dagli eventi descritti in Skyward Sword, la storia di come il “primo Link” e la “prima Zelda” dopo le loro vite come l’Eroe e Hylia si sono risvegliati, e di come la Goddess Sword sia diventata definitivamente la Master Sword, ospite di una coscienza/Intelligenza Magica/Artificiale (Fi) che di incarnazione in incarnazione continuerà a vegliare sui vari Link.

Master Sword: la spada che esorcizza il male
Un caso a parte sono i due capitoli per Nintendo Switch, Breath of the Wild e Tears of the Kingdom, ambientati il primo in un mondo distrutto alla fine di ogni cosa e il secondo che mostra una nuova incarnazione degli eventi di Skyward Sword in cui il primo scontro tra Ganon e l’antenata di Zelda avviene dinanzi agli occhi della “Zelda Finale”, viaggiatrice nel tempo curiosa ed emotiva.
Perché ogni Link e ogni Zelda hanno tratti diversi l’uno dall’altro, nonostante il fatto di condividere la stessa anima li renda simili.
Il Link di The Legend of Zelda è ormai umano, il sangue Hylian disciolto nel tempo, e Zelda una principessa in pericolo da stereotipo. In Ocarina of Time Zelda avrà un ruolo più attivo, combattendo al fianco di Link sotto le sembianze del guerriero Sheik, ispirato dagli insegnamenti della saggia bambinaia e guardia del corpo, mentre Link sarà un bamino Hylian abbandonato cresciuto dai Kokiri, gli “spiritelli della foresta”, eterni bambini essi stessi.

A Link to the Past, finale
In alcuni capitoli è possibile vedere come le origini dei diversi personaggi influiscano sulla loro crescita: il Link di Wind Waker è un umile pescatore, la Zelda di quell’epoca, cresciuta lontano dal castello, è una astuta e coraggiosa piratessa pronta a dargli affetto e consigli.
La Zelda di Breath of the Wild è una donna di scienza, curiosa e volitiva ma resa timida e inibita dall’essere stata costantemente giudicata da un padre che avrebbe voluto averla forte ed energetica e per questo inizialmente astiosa verso Link, uomo, guerriero, invincibile e percepito dal padre di lei come “il figlio che non ha mai avuto”, salvo poi diventare la prima Zelda a “consumare” (o quantomeno, in Tears of the Kingdom viene mostrato che essi vivono sotto lo stesso tetto, in casa di Link, con un solo letto e il pozzo prosciugato di casa riconvertito in un ufficio con Zelda che funge da maestrina per il villaggio natale dell’amato).
Ovviamente nella saga incontreremo diverse donne e fanciulle variamente invaghite di Link e contrariate dal fatto che, di fatto, egli sia “nato prenotato”, come la proprietaria del Lon Lon Ranch Malon, l’amica di infanzia dell’Eroe del Tempo Saria, Midna la Regina dei Twili e alleata dell’Eroe del Crepuscolo, la streghetta Cia (invaghita dell’Eroe Selvaggio, il Link di Breath of the Wild, tanto da consentire ai suoi desideri di dar vita ad una nemica) e Mipha, la principessa degli Zor anche essa attratta dall’Eroe Selvaggio ma a conoscenza dei veri sentimenti di Zelda.
Una variante poco nota
Tra le varie storie di incerta canonicità vi è una sorta di “fanfiction ascesa”, pubblicata nel 1994 in una antologia di manga in cui, contraddicendo in parte quanto abbiamo imparato sul ciclo delle incarnazioni, Ganon è ancora attivo ancorché fortemente debilitato ma Link e Zelda sono ormai morti e le loro anime riposano assieme nell’altro mondo.

Il Link dimenticato
Per questo entrambi dal Paradiso decidono di addestrare due successori che difendano Hyrule: Zelda sarà sostituita dalla giovane Kalin, ragazza con misteriosi poteri affini alle abilità divine ancora presenti nelle varie Zelda e Link da Lilto, un aspirante spadaccino invaghito di Kalin e spinto dal tentativo degli sgherri di Ganon di rapirla per usare i suoi poteri e ridare vigore al loro leader (e poi tradirlo, usando i poteri di Kalin per dominare il mondo) a diventare il nuovo eroe di Hyrule.
Zelda sul piccolo schermo
In attesa di un film sul grande schermo che potrebbe, o non potrebbe esserci, ricorderemo la serie animata del 1989 “Un regno incantato per Zelda“ basata su una edizione alternativa dei primi capitoli.
Una serie decisamente più buffa e ironica: né Link né Zelda devono essere portavoce del giocatore, e quindi abbiamo un Link non solo parlante, ma logorroico e irascibile, con una comicità affine a quella di Steve Martin, un grande avventuriero convocato da Zelda per difendere la Triforza della Saggezza (incerimoniosamente scaricata nella camera da letto di Link) e convinto ad ottemperare alla sua missione per il desiderio di sedurre Zelda.

Excuse me, princess!
Una Zelda decisamente più caparbia e pronta ad abbattere ogni tentativo del giovane di conquistarla.
Link non è più un infallibile eroe senza macchia, ma un personaggio buffo e insieme generoso, istintivo e simpatico al piccolo spettatore in grado di atti di grande eroismo e assurda comicità, e Zelda ha decisamente un carattere fuori dalle righe e un padre sventato e altrettanto buffo convinto, ad esempio, che sia del tutto naturale per Link saltare nella finestra della camera da letto della figlia per ottenere un bacio, ma non dovrebbe farlo prima di aver comprato un mazzetto di fiori da regalarle.
La saga ora
Con Tears of the Kingdom, la Saga della Calamità, il mondo dopo l’apocalisse della Switch si è chiusa, e con Echoes of Wisdom Zelda si unisce al coro dei protagonisti diretti.
Zelda continua a vivere in un Game&Watch, un gioco portatile ispirato ai G&W di un tempo col primo capitolo della saga giocabile, e continuerà ad esistere anche coi successori della Switch.
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