Questa settimana la PlayStation ha compiuto 30 anni

di Shadow Ranger |

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Questa settimana la PlayStation ha compiuto 30 anni Bufale.net

Questa settimana la PlayStation ha compiuto 30 anni, e SONY festeggia in pompa magna, riesumando tra l’altro una PS5 con la livrea storica della PlayStation originale e un tema a tempo limitato con l’iconico bootlogo della PlayStation.

Sono stati trent’anni di gioco e di proprietà intellettuali forti, una scalata al successo che non sarebbe stata possibile se il rivale di sempre, Nintendo, non avesse tirato troppo la corda.

Questa settimana la PlayStation ha compiuto 30 anni

Questa settimana la PlayStation ha compiuto 30 anni

Esiste un rapporto di filiazione diretta tra la PlayStation e Nintendo, più diretto di quello che esiste tra SONY e la PlayStation stessa.

Le origini di tutto: SONY vs Nintendo

Abbiamo già visto in passato, col festeggiamento del suo anniversario, come Nintendo sia nata per i giochi, nel 1889 come stamperia di carte per Hanafuda, l’equivalente del nostro Mercante in Fiera (grossomodo, in realtà le regole sono diverse, ma come il Mercante in Fiera, è il tipico gioco di carte da festività amatissimo dalle famiglie), per poi passare dagli anni ’60 in poi, sotto Hiroshi Yamauchi (terzo CEO della compagnia) al produrre giochi elettromeccanici “da cestone delle bancarelle”, poi giochi elettronici propriamente detti e, infine, negli anni ’70 e ’80 a diventare la Regina incontrastata del gioco elettronico, mettendo in campo i Game&Watch, gli “Scacciapensieri” alla base del gioco portatile moderno, il FamiCom (in Occidente diventato NES, araldo della Terza Generazione delle Console) e il GameBoy, erede dei Game&Watch e console portatile.

Carte Hanafuda di Nintendo, set Mario

Carte Hanafuda di Nintendo, set Mario

SONY era nata molto dopo e con origini ancora più umili, nell’immediato dopoguerra come uno scalcinato laboratorio di riparazioni radio in un centro commerciale abbandonato, passato a produrre dapprima cuociriso di qualità scadente e cuscini elettrici a rischio incendio, per poi passare al mondo dell’elettronica di consumo inondando il mercato mondiale di radio, TV e impianti stereo di elevata qualità, fino a diventare un conglomerato mondiale dell’intrattenimento.

Il primo prodotto della SONY

Il primo prodotto della SONY

Le due ditte incrociarono la loro strada nel 1988, quando Nintendo decise di provare a saltare sul lucrativo e futuristico settore del CD: contattò SONY per avere un add-on per il SNES/SuperFamicom.

Qualcosa simile al SEGA “MegaCD”, sciagurata collaborazione tra JVC e SEGA. Non solo il progetto ebbe meno successo, ma alla fine come vedremo non vide la luce.

Dalla Nintendo Play Station alla SONY PlayStation

Esattamente come il Famicom Floppy Disk System e il Twin Famicom il progetto originale si declinò su due console: la prima era un “addendum” per il SNES, una specie di “cassetto per i CD” (all’epoca chiamati i SNES CD) da agganciarsi sul fondo di un SNES standard, il secondo un “Super Super Nintendo” che avesse già incorporato il lettore.

Ovviamente, non poteva avere un nome così ridicolo così si propose la “Nintendo/SONY Play Station”(notare lo spazio), della quale furono prodotti solo 200 esemplari del quale ne è sopravvissuto solo uno funzionante.

Nintendo SONY Play Station, fonte Playstation Generation

Nintendo SONY Play Station, fonte Playstation Generation

L’accordo avrebbe però lasciato a SONY le licenze esclusive sul formato CD, esigendo il pagamento di una serie di licenze.

Yamauchi decise, con una delle mosse peggiori della storia di Nintendo, di rivolgersi a Philips per cercare di strappare un accordo migliore sull’astro nascente della tecnologia del disco ottico.

Al CES del 1991, con un colpo di scena degno del teatro dell’assurdo, SONY annunciò il suo coinvolgimento nella Nintendo Play Station e Nintendo annunciò la sua “nuova partnership” con Philips.

Fu un disastro assoluto, una tragedia per due dei tre coinvolti.

Nintendo non sarebbe riuscita a produrre una console dotata di supporto per i dischi ottici prima del GameCube, dieci anni dopo, abbandonando del tutto la tecnologia con la corrente ammiraglia della categoria, la console ibrida fisso/portatile Nintendo Switch.

In un solo colpo Nintendo e Philips affossarono il concetto di console multimediale per una generazione, azzopparono la saga di Zelda e regalarono il successo a SONY

In un solo colpo Nintendo e Philips affossarono il concetto di console multimediale per una generazione, azzopparono la saga di Zelda e regalarono il successo a SONY

Philips non riuscì a portare a termine il progetto, ma ottenne come “rimborso” da Nintendo la possibilità di usare alcune delle sue proprietà intellettuali, nei fatti i personaggi delle saghe Legend of Zelda e Super Mario per lanciare giochi sul suo fallimentare progetto di intrattenimento domestico/console, il CDi.

Nacquero così la Trilogia di Zelda per CDi e Hotel Mario. Giochi veramente brutti, malfatti, disegnati (per Hotel Mario, Wand of Gamelon e Faces of Evil) da una ditta di San Pietroburgo con animazioni puerili e un tratto assurdamente naif o recitati (per Zelda’s Adventure) da un cast di “scappati di casa” compresa la segretaria dello studio di sviluppo con una parrucca vistosamente tarocca e l’autore della colonna sonora vestito da stregone da Halloween, universalmente derisi per la loro bruttezza e per la legnosità delle meccaniche di gioco (il “controller” del CDi era di fatto il telecomando usato per manipolare CD audio e video…).

SONY decise di proseguire invece col progetto.

Arriva la SONY PlayStation

I tentativi di Yamauchi di impedire l’uscita della SONY Play Station per le vie giudiziali si infransero brutalmente con la realtà, e ricucire i rapporti con SONY divenne impossibile.

Nel 1994 SONY lanciò con una brevissima conferenza stampa una nuova console, la PlayStation (tutto attaccato, evitando così l’eccezione di Yamauchi sul brand Play Station), da vendersi per 299$ (prezzo comunque elevato, ma assai competitivo rispetto alla concorrenza).

La parentela tra PlayStation e Play Station era evidente: il controller era basato su un’evoluzione del protocollo di comunicazione usato dal controller del SNES, ma la PlayStation aveva del tutto abbandonato del tutto le porte di espansione necessarie per il collegamento al SNES, lasciando solo una porta parallela da usarsi per accessori mai creati dalla casa, ma prodotti da terze parti.

Primo modello della PlayStation SONY

Primo modello della PlayStation SONY

Ad esempio e ironicamente i majikon, le “cartucce pirata” per inserire trucchi e modifiche nei giochi (Game Genie, Action Replay) e talora usate per cercare di forzare le protezioni da copia odiate da Nintendo e persino un “emulatore non ufficiale di GameBoy” che risale a quella parentela genetica (ma, ovviamente, non essendo ufficiale, non era così performante da essere veramente usabile).

Altro esempio di parentela genetica è nel logo: esiste una cronistoria dei loghi scartati fino al primo logo PlayStation del 1996 e tutti hanno una cosa in comune, ovvero lo stesso schema cromatico del logo quadricromatico del SuperNintendo di cui avrebbe dovuto essere accessorio o “versione pro”. Bisognerà aspettare il 2007 e la PlayStation 3 perché il logo diventi monocromatico.

Arriviamo così al 3 dicembre del 1994, il lancio ufficiale della PlayStation, o PS.

Il primo Dual Shock

Il primo Dual Shock

Appare così nelle case il logo bianco del “booing” giallo col logo. E i primi controller PlayStation, sostituiti nell’anno successivo dal Dual Analog Controller e dal simile Dualshock, caratteristico pad dai due controller analogici e dal force feedback ora onnipresenti in tutti controller delle principali console.

Nonostante la presenza sul mercato di console performanti di case stabilite come il SEGA Saturn e il Nintendo 64 la SONY PlayStation fu un successo commerciale immondo.

PS5, collezione anniversario

PS5, collezione anniversario

Non solo la PlayStation originale aveva potenzialità grafiche 3D come il concorrente Saturn, ma a causa del suo enorme potenziale e come prosecuzione delle vittorie commerciali di SONY sin dalla nascita del progetto, SONY portò via a Nintendo ben due delle esclusive di pregio nel mercato Giapponese.

Copertina del primo Final Fantasy per PlayStation, il VII

Copertina del primo Final Fantasy per PlayStation, il VII

Ovvero le saghe rivali di Dragon Quest e Final Fantasy, capisaldi del genere fantasy in Giappone.

Una delle leggende metropolitane più comuni è che il successo della PlayStation originale sia dovuto alla pirateria informatica, ovvero alla possibilità di applicare un modchip, ovvero modificare bypassando i sistemi di protezione anticopia le console per usare CD masterizzati in casa o venduti nelle solite bancarelle.

In realtà come abbiamo visto la pirateria informatica diffusa faceva parte delle anomalie del mercato Italiano, e da sola non avrebbe spiegato il successo pervasivo della PlayStation, dato da prezzi accessibili, un’elevata qualità costruttiva, capacità audiovideo superiori e una lunghissima serie di esclusive al lancio, parzialmente evidenziate da un “Demo Disk” fornito coi primi lotti di console per ingolosire il pubblico.

Titoli leggendari come Tombi! (che ha recentemente avuto un’edizione rimasterizzata, anche con accessori di lusso), la saga di Final Fantasy, Tekken, Toshinden, Crash Bandicoot, Silent Hill, Metal Gear Solid e Tomb Raider vinsero immediatamente i favori del pubblico cementando SONY come l’astro nascente del videogame.

Il celebre Boot Logo della PlayStation originale

Il celebre Boot Logo della PlayStation originale

La PlayStation originale vendette 102 milioni (di cui 28 milioni per la versione “rifatta” PS One), introducendo accessori come la Pocket Station, scheda di memoria per il salvataggio dei giochi con minigiochi a sua volta, i citati DualShock e altri capisaldi delle console moderne.

Dalla PlayStation 2 a oggi

SONY ci riprovò nel 1999 con la PlayStation 2, che non solo aveva una sezione grafica migliorata (le demo esibivano miglioramenti nel modello grafico di capelli e visi umani e nell’animazione dell’acqua), ma un supporto per i DVD nativo.

La PlayStation originale aveva di serie supporto per i CD Audio in un’epoca in cui i Compact Disc erano ancora un formato di successo, ma la PS2 realizzò quello che avrebbe dovuto essere il disastro ferroviario che fu il CDi Philips ma migliore.

“Il banco di prova del successo della PlayStation sarà vedere cosa potremo fare dopo e se sarà ancora migliore”, disse Chris Deering per Sony Computer of Europe .

E per i soliti 299 dollari con la PS2 ti portavi a casa un prodotto retrocompatibile al 100% o quasi con la Play originale in un’epoca in cui la retrocompatibità era vista come un segno di debolezza (e dai tempi dell’Atari 7800 non la si era più vista in una forma così diretta e sfacciata, si era visto un add-on per giocare le cartucce del SEGA Master System sul Mega Drive e il GameBoy Color era retrocompatibile col GameBoy standard, e poco altro) e soprattutto un eccellente DVD Player nell’epoca in cui i DVD cominciarono a diffondersi.

Immagine della Playstation 2

Immagine della Playstation 2

In fondo la Play munita di lettore CD era ancora un’oggetto di nicchia: unire il lettore DVD alla console la rendeva palatabile anche ai genitori, nonostante il marketing fosse ancora giovane.

Un pubblico “di diciassettenni”, nel senso di offrire gli adulti il ricordo della loro adolescenza e ai ragazzinii una console percepita come “premium” e matura rispetto alle console di concorrenza.

La PlayStation 2 spazzò via SEGA dal mercato, essendo una delle cause dell’insuccesso dell’avveniristico (fin troppo…) Dreamcast e spinse Nintendo, che aveva sostituito Yamauchi con Satoru Iwata (l’opposto polare di Yamauchi: Yamauchi era un imprenditore che non aveva mai tenuto un pad in mano, Iwata un gamer e un programmatore prestato all’imprenditoria) a imprimere a Nintendo la direzione attuale, quella in cui le console Nintendo presentano un hardware meno performante della rivale SONY ma una pletora di accessori, proprietà intellettuali e saghe videoludiche di pregio e gimmick amati.

A questo punto la lotta era tra Microsoft, Nintendo e SEGA, e la PlayStation 2 fu il coronamento del processo già iniziato con la PlayStation, che continuò ad esistere come “PSOne”, versione dalle linee più moderne della storica PlayStation dotata di un monitor/coperchio opzionale per usarla, ad esempio, in viaggio.

La PlayStation 2, console di lancio di GTA: San Andreas, sarà la console più venduta di ogni tempo, tallonata ai fianchi da Nintendo DS e Nintendo Switch.

PlayStation 3 e PSP, 4 e Vita

Ci avviciniamo sempre di più alla modernità, quindi alla fine del mondo del retro. Nel 2006 infatti la PS2 verrà sostituita dalla PS3, con un prezzo decisamente più alto (e la retrocompatibilità rimossa dal primissimo e raro modello per abbatterne i costi), console munita di controller Bluetooth, supporto Blu-Ray e porte HDMI oltre che uscite composite, a componenti e i formati principali grafici dell’epoca.

La PS3, disponibile in diverse versioni nell’arco della sua esistenza, ha avuto, prima della rimozione nei successivi aggiornamenti per il contrasto alla pirateria, la possibilità di installarvi Linux. Unitamente all’estensione degli accessori già presenti ai tempi della 2, come una webcam, la PSEye, la PS3 cementò ulteriormente la posiizione di SONY come grande attore del mercato.

La citata possibilità di installare Linux la portò a far parte del “Condor Cluster”, un supercomputer usato dall’aviazione americana concatenando 1760 PS3 offerte da SONY e col lettore Blu Ray disabilitato per questioni di sicurezza.

Immagine della Playstation 3

Immagine della Playstation 3

Portò anche alla saga di Assassin’s Creed, nonché all’introduzione del PSN, con la possibilità di avere social networking, acquisto di giochi online e aggiornamenti via internet, cablata e con Ethernet.

SONY provò anche ad entrare nel mercato delle console portatili con la PlayStation Portable, o PSP, dismessa nel 2014 dopo diverse revisioni e sostituita dalla PlayStation Vita, nuova console portatile con touchscreen e controllo posteriore tattile, dismessa nel 2019.

Confezione della PS4 Pro

Confezione della PS4 Pro

Entrambe le console portatili fallirono però nell’obiettivo di scalzare Nintendo dal trono della portabilità: la scelta di Iwata di puntare sulle proprietà intellettuali aveva reso Nintendo DS e 3DS (e varianti), inamovibili.

Ultimo residuo sarà la PlayStation Portal, un “lettore remoto” per giocare in streaming domestico con la propria PS5 su un monitorino portatile, concepito per non andare in concorrenza con Nintendo Switch, la ibrida di concorrenza.

Immagine della PS5

Immagine della PS5

Nel 2013 arrivò in commercio anche la PlayStation 4: formalmente dismessa nel 2021, la PS4 è ancora supportata da una vasta libreria di giochi complice il fatto che l’attuale ammiraglia, la PlayStation 5, ha sofferto di una “falsa partenza” arrivando nei negozi nel periodo della Pandemia e della Crisi dei Semiconduttori, spendendo il suo primo anno in commercio (il 2020) arrivando nelle case dei giocatori col contagocce.

Ma ora che la crisi Pandemica e dei Semiconduttori stanno lasciando la morsa, spetta proprio alla PS5 e alla sua versione evoluta Pro festeggiare tutte le console del passato, con un tema iconico che le ricorderà tutte.

Sono passati trent’anni, nati da un puro caso: un passo falso di Nintendo, uno dei pochi, che ha creato la sua nemesi assoluta e l’oggetto del desiderio di questo, e molti altri Natali.

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