Bambino deve essere operato al cuore, ma i genitori vogliono sangue novax: come temevamo, gli effetti delle fake news sulle donazioni di sangue che spesso abbiamo affrontato cominciano a trasparire.
Spesso ambienti novax ci accusano di “accanimento”, di farli “sfigurare” in qualche modo per evidenziare le falsità antiscientifiche che amano diffondere. Ma quando tali falsità colpiscono persone rese fragili da un momento di dolore, ecco che diventa necessario intervenire.
Abbiamo parlato non a caso di una assurda campagna novax contro le donazioni di sangue, spesso per scopi tutt’altro che nobili.
La bizzarra teoria per cui il sangue vaccinato contenga grafene, 5G, bluetooth, tatuaggi e bizzarri alieni a forma di polipo che rivolgono gestacci e insolenze ai ricercatori indipendenti attraverso il vetrino, usando i loro appositi tentacolini con volgarità.
Bizzarra teoria che riempie le chat di fantasie post-adolescenziali dal sapore di hentai in cui i novax dichiarano che la purezza dei loro fluidi corporei (rendendo reale una memorabile pagina del “Dottor Stranamore”) li renderà irresistibili alle donne, sempre pronti al coito e in grado di mercanteggiare il loro sangue “purissimo” in grado di onori, ricchezze e potere.
Fantasie infondate come abbiamo visto, ma che possono provocare problemi.
Abbiamo quindi ora un bambino modenese, di neppure tre anni, che necessita un intervento urgente al cuore per salvare la sua vita.
Intervento costantemente rimandato perché, assai probabilmente anche a causa del clima di fake news che abbiamo evidenziato, i suoi genitori rifiutano di consentire le trasfusioni di sangue necessarie finché non sarà garantito loro l’uso del “sangue novax” desiderato.
La motivazione emersa fino a quel momento è ancora diversa dalle altre, ma comunque qualcosa che abbiamo visto. I genitori vogliono sangue novax adducendo che i vaccini contengano embrioni umani.
Motivazione di cui abbiamo lungamente parlato, sconfessata dalla scienza e persino dal Vaticano stesso, che nega l’uso di embrioni uccisi e riconosce l’uso di linee cellulari risalente provenienti da pregressi aborti come un male necessario in grado di salvare milioni di vite di bambini.
Rifiuto assecondato dall’intervento delle ormai inevitabili chat novax invocate in una sorta di tam tam/catena di S. Antonio nel tentativo di reperire il desiderato sangue novax.
Appello evidentemente inefficiente rispetto alla necessità, tant’è che il sangue va donato secondo rigidi protocolli di sicurezza che le strutture sanitarie e l’AVIS possono garantire e appelli estemporanei no.
A nessuno è consentito, né sarà mai consentito, portarsi il sangue da casa in vista di un intervento come se fosse un panino alla trippa da portarsi sulla spiaggia.
Secondo una delibera dell’azienda sanitaria, che Repubblica ha consultato e dal quale articolo vi riportiamo estratto, il Sant’Orsola si è rivolto al giudice per poter operare il bambino
“I sanitari che hanno in cura il minore ritengono che l’intervento chirurgico programmato non sia rinviabile stante l’estrema criticità della situazione e che occorra quindi acquisire il relativo consenso al fine di procedere con urgenza al ricovero e all’intervento presso il policlinico”. Non solo: l’ospedale ha segnalato il caso, oltre che al tribunale di Modena, anche alla procura dei minori di Bologna.
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