Babbo Natale è un’invenzione Coca Cola? No
Oggi è Natale, ricorrenza da passare in famiglia e occasione per piccoli e grandi doni. Ma Babbo Natale è un’invenzione Coca Cola? No, nonostante un perdurante mito rinfocolato da quella componente di complottismo notutto che va tanto di moda l’abbia rianimato.
L’iconografia prevalente di Babbo Natale è ottocentesca, e deriva dal padre del fumetto politico moderno, il tedesco Thomas Nast, che a sua volta deriva da una serie di fonti precedenti.
Babbo Natale è un’invenzione Coca Cola? No
Nonostante la falsa credenza torni di tanto in tanto, diffusa anche da fonti insospettabili, la figura di Babbo Natale si è stratificata negli anni da San Nicola, Vescovo di Mira, custode e protettore di bambini e fanciulle.
Alla figura del Santo storico, attivo tra il 200 e il 300 d.C., si fondono alcuni miti che lo rendono una figura che oggi definiremmo un supereroe. Ad esempio, venuto a conoscenza che tre giovinette in età da marito non avevano soldi per la dote, si premurò di lanciare loro denaro avvolto in un panno, e dopo aver saputo che un malvagio macellaio aveva ucciso tre bambini e macellato i loro cadaveri per nascondere il misfatto, riportò i pargoli in vita e affrontò il malvagio assassino.
Per molto tempo San Nicola o Santa Claus fu quindi raffigurato con abiti pastorali e un bastone con tre palle simili ad arredi natalizi, ad evocare il salvataggio dei tre bambini e la beneficienza alle tre fanciulle.
Nel poema A Visit from St. Nicholas del 1823, poema anonimo attribuito Clement Clarke Moore, appaiono per la prima volta i caratteri moderni di Babbo Natale.
Ovvero una figura impellicciata di rosso che guida una slitta magica trainata da renne, cospirando coi genitori dei bambini per mantenere la sua identità un segreto e assistito da elfi amichevoli.
Altri tratti attribuiti per sincretismo vedono ad esempio nei miti nordici Babbo Natale fondersi a figure preesistenti e contemporaneamente scindersi in due: nei miti nordici Santa Claus, armato dei ceppi e delle catene usati per imprigionare il Cristo, avrebbe sottomesso un terrificante demone assassino di bambini, il Krampus.
Paladino dei bambini, Babbo Natale avrebbe stretto un patto con la creatura: gli avrebbe donato la libertà ma lui lo avrebbe servito. Lo avrebbe aiutato a portare doni ai bambini buoni, carbone ai bambini cattivi, e terrorizzato i soli bambini cattivi in modo che fossero stimolati alla bontà.
Per molti anni il verde e il rosso furono colori entrambi attribuiti alla figura del Santo di Mira, ma arrivò Nast.
Thomas Nast e il moderno Babbo Natale
Thomas Nast, come molti illustratori di vignette politiche, aveva una vena molto salace: nel 1882 crea l’immagine che conosciamo del vecchietto gioviale ma energetico, con una spada alla cintola (che sparirà nelle illustrazioni successive), una pipa e un caldo giaccone di pelliccia rosso e bianco pronto ad elargire doni ai bravi bimbi americani, tra cui una marionetta.
Marionetta precisata però in un ritratto precedente, dove Babbo Natale regala ai soldati dell’Unione, in piena guerra civile, una marionetta del presidente Confederato Jefferson Davis impiccato da un nodo scorsoio.
Nel 1890 un Nast improverito fu costretto a moderare la sua “aggressione” per creare “Christmas drawings for the human race”, creando una serie di immagini di un Babbo Natale gioviale e amico dei bambini pronto ad aggirarsi non più per i campi di battaglia, ma per le case dei bravi giovinetti americani e del mondo distribuendo bambole e balocchi in cambio di latte, biscotti e l’occasionale abbraccio e gesto di buona volontà.
Nast, che era apprezzato dai presidenti Americani e noto per aver reso oggetto delle sue illustrazioni la Spedizione dei Mille (uno dei motivi per cui l’iconografia di Babbo Natale e quella di Garibaldi a tratti sembrano sovrapporsi…) aveva così cementato alcuni tratti del Babbo Natale moderno.
Aveva fatto vincere il rosso sul verde, reso Babbo Natale visibilmente panciuto e sovrappeso, e, nel momento in cui dovette passare dal battagliero Babbo Natale schierato con gli Stati dell’Unione al pacifico “Babbo Natale per famiglie”, tornare alle origini del Santa Claus protettore dei fanciulli pronto ad elargire non più presidenti impiccati, ma buoni consigli, ricchi doni, parole gentili in cambio di abbracci e l’occasionale biscotto, con la pipa in una mano e il sacco di doni nell’altra.
Solo a questo punto, la Coca Cola
Succede solo a questo punto che nel 1931, Coca‑Cola commissionò all’illustratore Haddon Sundblom un’illustrazione di Babbo Natale per la campagna pubblicitaria.
La stessa Coca Cola gioca ad intestarsi il Babbo Natale di rosso vestito, dichiarando di aver cambiato per sempre l’aspetto del Santo.
In realtà ha semplicemente popolarizzato, in parte costruito, sul Babbo Natale di Nast, aggiungendo, secondo Sundblom stesso, i tratti di un suo vicino di casa.
Ma in realtà lo stesso Sundblom citerà espressamente A Visit from St. Nicholas del 1823 come sua ispirazione, e prima di lui era arrivato Nast.
Certo, probabilmente se Nast non si fosse trovato in ambascie economiche tali da dover vendere il suo Babbo Natale ai bambini e Sundblom non avesse avuto un incarico pubblicitario, Babbo Natale avrebbe preso direzioni ancora diverse. Ma in realtà, il Babbo Natale moderno era già tracciato.
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