ALLARMISMO e DISINFORMAZIONE L'EU e l'olio tunisino: così muore l'olio italiano – Bufale.net

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“Made in Italy”: impariamo a leggere l’etichetta

I consumatori italiani consumeranno olio d’oliva tunisino? Basta leggere l’etichetta.
Riportiamo quanto citato nel Regolamento 1169/11/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2011:

29) Le indicazioni relative al paese d’origine o al luogo di provenienza di un alimento dovrebbero essere fornite ogni volta che la loro assenza possa indurre in errore i consumatori per quanto riguarda il reale paese d’origine o luogo di provenienza del prodotto. In tutti i casi, l’indicazione del paese d’origine o del luogo di provenienza dovrebbe essere fornita in modo tale da non trarre in inganno il consumatore e sulla base di criteri chiaramente definiti in grado di garantire condizioni eque di concorrenza per l’industria e di far sì che i consumatori comprendano meglio le informazioni relative al paese d’origine e al luogo di provenienza degli alimenti. Tali criteri non dovrebbero applicarsi a indicatori collegati al nome o all’indirizzo dell’operatore del settore alimentare.
32 ) Le disposizioni obbligatorie relative all’origine sono state elaborate sulla base di approcci verticali ad esempio per il miele (14), la frutta e gli ortaggi (15), il pesce (16), le carni bovine e i prodotti a base di carni bovine (17) e l’olio d’oliva (18). Occorre esaminare la possibilità di estendere ad altri alimenti l’etichettatura di origine obbligatoria.

Al link “18” tra parentesi presente nel testo si fa riferimento al regolamento 1019/2002, a sua volta modificato da quello 182/2009.
Ecco quanto riporta la sintesi del sito Olioofficina.it:

Le fattispecie contemplate dal Regolamento CE 182/2009 per indicare l’origine sono tre:
1. olio ottenuto nello stesso Stato Membro di raccolta delle olive: in questo caso è possibile richiamare l’origine indicando il nome del Paese seguito da diciture quali “Prodotto in…”, “Ottenuto in ….”, ma anche indicazioni del tipo “100% prodotto in …”.
Il nome dello Stato Membro può essere sostituito da un riferimento alla Comunità.
2. olio ottenuto in uno Stato Membro con olive provenienti da altri Stati Membri/Paesi terzi:
in questo caso l’indicazione dell’origine deve essere apposta adottando la seguente dicitura “Olio (extra) vergine di oliva ottenuto in …. da olive raccolte in …”. Anche in questo caso il nome dello Stato Membro può essere sostituito da un riferimento alla Comunità. Qualora fosse necessario indicare più Stati Membri/Paesi terzi, questi devono essere menzionati in ordine ponderale decrescente in relazione alla quantità apportata.
3. miscele di oli comunitari e/o non comunitari: in questo caso le modalità di indicazione dell’origine sono una delle seguenti, da utilizzarsi in relazione alla tipologia di prodotto:
a.) “Miscela di oli di oliva comunitari”, oppure un riferimento alla Comunità;
b.) “Miscela di oli di oliva non comunitari”, oppure un riferimento all’origine non comunitaria;
c.) “Miscela di oli di oliva comunitari e non comunitari”, oppure un riferimento all’origine comunitaria e non comunitaria.
A seguito della entrata in vigore del Regolamento CE 182/2009, sono comunque rimaste in vigore le vigenti disposizioni nazionali a carico delle imprese di confezionamento, atte a verificare la corrispondenza della zona geografica con quella dove è situato il frantoio. Infatti, come previsto dal DM 14 novembre 2003, le imprese di confezionamento devono essere iscritte nei registri regionali al fine di ottenere il codice identificativo alfanumerico riportante la sigla della provincia nel cui territorio sono ubicati gli impianti di confezionamento. Inoltre, come stabilito dalla Circolare ICQ n. 7374 del 30 giugno 2009, gli stabilimenti di confezionamento dell’olio di oliva devono istituire un registro di carico e scarico vidimato dagli Uffici periferici dell’ICQ, redatto sulla base dello schema predisposto dallo stesso ICQ con la Circolare n. 3369 del 1 aprile 2008. Il codice alfanumerico identificativo della provincia deve essere apposto sulle etichette del prodotto.

Ripetiamo: leggete l’etichetta se volete comprare olio d’oliva italiano.

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