Editoriale

Vaccinati morti “in forma più leggera” in Israele? Dovete smettere di credere a uno screenshot

È di questa mattina la segnalazione del caso AnsaMed, ovvero uno screenshot in cui alla nota agenzia di stampa veniva attribuito un occhiello che parlava di “morti in forma più leggera” tra i vaccinati in Israele. Una persona dotata di spirito critico ride, passa avanti e non divulga: chi ne è sprovvisto, però, prende un semplice screenshot, crede a ciò che vede, non verifica e diffonde.

Israele: Dei 20 morti per COVID di ieri, 15 erano vaccinati. Il Ministero della Sanità ha dichiarato che, però, sono morti in forma più leggera. Prosegue la campagna vaccinale

Un’immagine non è una fonte

L’enfasi, possiamo notare, è posta su quei decessi “in forma più leggera”. A complicare queste analisi è il modo in cui questi post si presentano: non un link né una data, soltanto un’immagine ritagliata. Su questo aspetto del fact checking – quello per cui un’immagine non è mai una fonte – vi rimandiamo alla nostra guida dedicata.

La ricerca per parole chiave non porta risultati, né su Google né sul sito stesso di AnsaMed. Uno sguardo anche non troppo attento sui dettagli dell’immagine fa intuire che potrebbe trattarsi di un artefatto, il classico fake creato per disinformare sui vaccini e sul Covid. La frase sui “morti in forma più leggera” ha tutta l’aria di uno sfottò alla realtà dei vaccinati che, come gli scienziati dimostrano, possono contrarre il virus ma rimangono protetti dalle manifestazioni gravi del Covid-19.

La notizia non esiste

Di questo occhiello non esiste traccia nemmeno nella copia cache di tutti gli articoli di AnsaMed in cui compare la parola “Israele”. Cosa significa? La notizia non esiste, questo significa. Vi abbiamo dimostrato in tante occasioni che chiunque può alterare il testo di una pagina web, ora tramite software di elaborazione grafica e ora con un semplice script.

Tutti gli organi di stampa nazionali sono stati “vittime” almeno una volta dei titoli falsati delle loro testate, come accadde a Repubblica nel 2019 ma anche in tanti altri casi. Ciò accade perché ancora troppi utenti si fidano di una semplice immagine presa dai social, dove una foto con scritta sovrimpressa viene considerata una verità incontestabile. Ne abbiamo parlato anche nel nostro editoriale sui mendicanti del web che trovate a questo indirizzo.

Bufale, ma è vera o no?

No, ovviamente, e ne abbiamo parlato in un articolo dedicato. Come facciamo a saperlo? Abbiamo contattato direttamente l’Ansa, che ora è al lavoro per rintracciare chi ha creato quel falso. Questo accade perché nessuna bufala è innocente, e soprattutto le bufale hanno comunque delle conseguenze legali come abbiamo indicato in questa guida. Quale reato si correrà mai condividendo uno screenshot del genere? C’è tanto di logo dell’AnsaMed, un marchio registrato che viene usato per diffondere una bufala. Altre domande?

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