Toglie Internet alla prole e blocca il paese: questa una storia assurda ma vera che proviene dalla Francia. Non tanto assurda, ci sono precedenti storici. Un anziano inglese ad esempio, che ha bloccato la connessione di tutto il suo paesello usando una TV desueta e malfunzionante.
O, da noi, complottisti novax e contro il 5G che si proponevano pubblicamente di vandalizzare i pozzetti della Fibra per sconfiggere il 5G, quando non di ardere e distruggere ripetitori.
Questa volta lo scopo non è il complottismo, ma la causa è comunque la scarsa cultura informatica.
Cultura ridotta che ha spinto un genitore ad acquistare un “jammer”, un dispositivo di disturbo delle comunicazioni illegale in Francia nel tentativo di disturbare la connessione cellulare della prole.
Il piano, ci si perdoni la boutade, è “quel genere di genialità che fa cerchio e ti fa venir voglia di prenderti a sberle da solo quando capisci l’accaduto”: il padre del ragazzino era preoccupato che i suoi figli spendessero troppo sui social.
Soprattutto, che lo facesse in orario notturno, da mezzanotte alle tre di notte (orario incidentalmente gradito da gamers e un tempo, quando Internet si pagava come una connessione urbana se non interurbana, “orario magico” dei cibernauti vintage).
La soluzione prescelta: comprare il dispositivo abusivo e attivarlo tutte le notti in modo da inibire l’accesso alla famiglia.
I figli avrebbero pensato che ci fossero problemi tecnici, andava a dormire aspettando l’indomani, il padre festeggiava i ritrovati bioritmi familiari e provvedeva a spegnere il dispositivo una volta accertatosi del successo.
Il problema dei jammer comprati “da internet” è che nessun produttore ti garantirà esattamente raggio di azione e potenza: ad ogni attivazione l’intero paesello di Messanges (mille abitanti su 34 Km quadri…) si ritrovava con problemi di connessione.
A questo punto gli abitanti del paesello hanno contattato l’ANFR, l’Autorità Francese per le Telecomunicazioni che ha inviato un veicolo di laboratorio.
Veicolo che, puntualmente, dalla mezzanotte alle tre di notte ha rilevato sia una serie di onde di disturbo che la sorgente: la casa del padre di famiglia.
Casa nella quale è stato rilevato il jammer
A questo punto il padre è stato sottoposto al sequestro del dispositivo, incriminato per l’uso e la detenzione del dispositivo (con pene detentive fino a sei mesi di reclusione e pecuniarie fino a 30.000 euro) e condannato altresì al pagamento delle spese di intervento di 450 euro.
E probabilmente imparerà in futuro a usare mezzi più leciti.
Immagine di copertina tratta dal portale dell’ANFR.
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