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Tanti saluti all’aggiornamento privacy WhatsApp: tutto rimandato e data per i nuovi termini

Un segnale importante quello che arriva in queste ore a proposito della privacy WhatsApp e dell’aggiornamento dei nuovi termini, con una data destinata a slittare secondo le indicazioni provenienti dal team il 16 gennaio. Alcuni giorni fa, abbiamo riportato informazioni generali per affrontare al meglio questi cambiamenti, con tutte le precisazioni del caso, ma la grossa disinformazione sull’argomento ha indotto gli ideatori dell’app a fare un passo indietro assai significativo.

Rimandata la nuova privacy WhatsApp: la data dell’aggiornamento coi nuovi termini

La notizia del giorno, non a caso, è ufficiale il rinvio per quanto concerne l’attuazione della nuova privacy WhatsApp. In sostanza, l’aggiornamento è stato rimandato ed ora abbiamo una data che prevede l’introduzione dei tanto discussi termini rivisti.

Trovate tutti i dettagli del caso sul blog ufficiale dell’app, dove sono stati chiariti nuovamente alcuni concetti fondamentali, affinché le novità slittate al prossimo 15 maggio possano essere recepite nel modo corretto da milioni di utenti in giro per il mondo. Resta da capire se questi tre mesi extra si riveleranno sufficienti o meno.

Nel post pubblicato sul suddetto blog, nella giornata di venerdì, WhatsApp ha sottolineato che la sua piattaforma risulti dotata di crittografia end-to-end. Il che significa che né il team in questione, né Facebook, abbiano la facoltà di vedere i messaggi privati ​​degli utenti.

Inoltre, la privacy WhatsApp neppure dopo l’aggiornamento coi nuovi termini prevede di conservare i registri delle chiamate o dei messaggi degli utenti. WhatsApp ha aggiunto che non può vedere la posizione condivisa di una persona e che non condivide i contatti di un utente con Facebook.

Concetti, quelli relativi alla privacy WhatsApp, che erano già stati specificati nei giorni scorsi. Evidentemente senza successo. Al di là di queste considerazioni, oggi prendiamo atto che lo staff abbia percepito la preoccupazione del pubblico e la migrazione verso app concorrenti come Signal. Al punto da rimandare al 15 maggio l’aggiornamento coi nuovi termini tanto discussi.

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