Siti di informazione in tilt: e questa è la notizia che state leggendo in queste ore.
Perché per un paio d’ore circa, dalle 12:00 circa alle 14:00, i principali siti di informazione, da CNN al Times passando per la BBC e disservizi sulla stampa italiana, sono andati in blocco.
Il problema è stato causato dalla rete Fastly, un CDN, ovvero un “Content Delivery Network”.
Spieghiamoci in breve: in realtà Internet non è mai cambiato di molto dai tempi dei siti anni ’90 su “Geocities” con tanto, tanto, anzi troppo testo e poche immagini.
Internet è ancora basato sulle stesse strutture, ed è disponibile trovare interfacce web che consentano di “strappare via” la crosta di video, immagini, condivisioni e post social incastrati nei messaggi e mostrare “Internet nudo e crudo”, come ad esempio FrogFind.
Cosa che implica che esistono interi gestori che si occupano proprio di “farcire” le pagine con tutti quei contenuti che amiamo. I video, la musica, le immagini, lo streaming, i messaggi social.
Esistono quindi le “pagine internet” e il loro contenuto, e una rete che si occupa di “integrare” e arricchire quelle pagine inserendo tutti quei contenuti multimediali che separano il “web 1.0” dal “web 2.0”.
Fastly si occupa esattamente di questo, e può capitare che in questa bulimica società dell’infotaiment, dell'”informazione divertente” in cui un video vale più di mille parole, proprio il gestore di video, immagini e streaming sia quello messo più a dura prova.
Fastly è crollato e si è portato appresso tutti i suoi clienti.
I siti erano ancora lì, ma Fastly non era più lì a fare da “proxy”, ovvero a “mettersi in mezzo” tra l’utente e la pagina, inserendo quei contenuti e “riformattando” la pagina in modo da poterli ospitare.
Questo ha provocato l’impossibilità di aprire le pagine o, quando esse si aprivano, la mancanza di elementi di grafica e testo, perché nessuno era più lì a “riorganizzare i contenuti”.
Provate ad esempio a cercare di aprire Bufale.net mediante il citato FrogFind: otterrete un asciutto testo su sfondo bianco che riporta l’ultimo articolo pubblicato
Ad ora, quello su Kamala Harris di una decina di minuti fa
A dispetto di quello che avrete letto su alcuni siti di informazione prima che questi rettificassero modificando i loro articoli (o quantomeno titoli), non c’è stato nessun attacco hacker.
Nessuna potenza straniera, nessun cyberattacco mondiale.
Anticipiamo i nostri amici complottisti, nessun Patriota Q col suo computer di Hot Wheels pronto a coronare il suo sogno di chiudere per sempre i media Mainstream deportando tutti i giornalisti e debunker a Guantanamo per diventare il leader della nuova informazione mondiale col Kraken e il Sarchiapone.
Semplicemente, un disservizio.
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