Scrive romanzo con l’Intelligenza Artificiale e scala le classifiche di Kakuyomu

di Shadow Ranger |

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Scrive romanzo con l’Intelligenza Artificiale e scala le classifiche di Kakuyomu Bufale.net

Esiste in Giappone Kakuyomu, una piattaforma di self-publishing dell’editore Kadokawa che sostanzialmente consente forme di self-publishing.

Ovvero consente agli autori o aspiranti tali di pubblicare le loro storie gratuitamente, ottenere visualizzazioni e piccoli vantaggi economici e sperare che la storia venga notata e passi dall’essere una graphic novel a diventare un manga e poi un anime.

Scrive romanzo con l'Intelligenza Artificiale e scala le classifiche di Kakuyomu

Scrive romanzo con l’Intelligenza Artificiale e scala le classifiche di Kakuyomu

Per capirci, il celebre Sword Art Online e Vita da Slime sono nati esattamente così: romanzi (light novel) che qualcuno ha deciso di illustrare e che sono diventati così famosi da diventare manga (fumetti) e anime (serie animate) creando indotti dall’elevato costo.

Qualcuno però è riuscito a subappaltare la creatività alle AI: c’è chi parla di “hackerare il sistema”, ma è esattamente come il sistema funziona.

Scrive romanzo con l’Intelligenza Artificiale e scala le classifiche di Kakuyomu

L’autrice, o meglio l’utilizzatrice di AI, tale Natsumi Nai, ovviamente uno pseudonimo, ha esattamente compreso come funzionano tutti i social.

Il social è un fenomeno basato sul clout: per avere attenzione devi essere rilevante, per essere rilevante devi pubblicare costantemente, a costo di vomitare contenuti sui social a getto continuo.

Si tratta della maledizione di diversi progetti ed il motivo per cui noi di Bufale.net ci accontentiamo di numeri modesti: il contenuto di qualità chiede tempo e risorse, il contenuto “sbobba pronta” può essere costantemente postato.

L’utente medio seguirà il creativo che pubblica puntualmente capitoli lunghi della sua storia preferendolo a quello che pubblica capitoli magari più brevi, magari con minore periodicità ma rifinito. Preferirà la grande “fabbrica di fatti e fattoidi” che ogni giorno gli mostra una pletora di articoli spesso malfatti e pieni di errori, ma pieni di immagini, colori e periodici in modo da diventare “appuntamento giornaliero” a pagine che aggiornano meno ma hanno contenuti più complessi.

Natsumi Nai ha optato per il genere più scontato, abusato e riciclato del Giappone, il genere isekai, con una storia e un titolo che più orrendamente generici non si poteva, in modo da massimizzare le capacità dell’AI di creare “una copia di mille riassunti”.

Parliamo di “Da quando ho usato la magia curativa su una ragazza su cui ho sbattuto girando l’angolo, ho accidentalmente curato il suo morbo incurabile e la sua cecità e adesso è super infatuata di me”.

Sì, quel papello è il titolo.

Si parla di storie generiche, fomulaiche, con titoli poco immaginativi e storie poco immaginative, generalmente basate su uno “sfigato”, un personaggio che nella vita vera non ha ottenuto grandi obiettivi, che dopo la sua dipartita prematura viene trasportato da una dea benevola in un mondo fantasy e munito di enormi poteri, superiori a quelli della media, che userà invariabilmente per sedurre donne improbabili.

In questo caso l’ex impiegato Yuuki dopo una vita da impiegato sottopagato muore ed arriva in un mondo fantasy con un potere magico di guarigione così potente, che dopo aver sbattuto su una ragazza cieca ed aver provato a curarle le escoriazioni causate dalla caduta si rende conto di averla accidentalmente curata dalla cecità, da una malattia incurabile che la affliggeva e che la ragazza è una nobildonna di nome Lunaria che ora vuole assolutamente sedurlo.

“Così, de botto, senza senso”.

La storia ha avuto successo in quanto generica, formulaica e costantemente aggiornata: siamo all’ottantesimo capitolo, e tutti creati con editing minori mediante AI.

Questo lavoro è stato realizzato principalmente utilizzando una tecnologia di intelligenza artificiale e, sebbene lo avessi menzionato nel mio profilo, avrei dovuto chiarirlo fin da subito in un punto visibile ai lettori. Mi scuso profondamente per questa mancanza di attenzione.

Ha dichiarato l’autrice invocando il “Difetto di comunicazione” di prammatica quando esplode il caso.

Ovviamente, la polemica contribuirà alla gloria dell’algoritmo: ora non solo abbiamo un contenuto creato con AI, con tutti i problemi etici del caso di una storia creata da un modello linguistico che di fatto usa altre storie rimacinandole per crearle, premiato dal fatto di essere pubblicato con costanza e rapidità, ma ora ha anche un effetto ragebait a trascinarlo.

Tra gente che leggerà per lodare l’autrice e gente che leggerà per insultarla, si giustifica le decine di migliaia di yen mensili (una sessantina di euro) in royalties e promozionali.

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