Possono davvero tutti fare la guida turistica? No (con buona ragione)

Ci segnalano i nostri contatti un video dove una giovane studentessa lamenta la minaccia di allontanamento e il divieto posto alla sua professoressa di italiano che, in un museo, in assenza della guida aveva cominciato a spiegare le opere d’arte illustrate alla scolaresca, deducendo che il problema è che in Italia “contano solo i soldi”.
In realtà, dura sed lex: la professione di Guida Turistica è una professione rigidamente normata e diversa da quella di docente.
Possono davvero tutti fare la guida turistica? No (con buona ragione)
Per evitare e combattere il fenomeno dei “ciceroni”, le guide turistiche abusive, a volte con un bagaglio culturale sufficiente e adeguato al compito, a volte tragicomicamente inadeguato, ai sensi dell’Art. 2, comma 2 della legge 13 dicembre 2023, n. 190 costituiscono attività propria della professione di guida turistica
l’illustrazione e l’interpretazione, nel corso di visite guidate con persone singole o gruppi di persone, del valore e del significato, quali testimonianze di civiltà di un territorio e della sua comunità, dei beni, materiali e immateriali, che costituiscono il patrimonio storico, culturale, museale, religioso, architettonico, artistico, archeologico e monumentale italiano, in correlazione anche ai contesti demo-etno-antropologici, paesaggistici, produttivi ed enogastronomici che caratterizzano le specificità territoriali.
L’abilitazione è subordinata al superamento di un esame, esame che comporta lo svolgimento di una prova scritta, una prova orale e una prova tecnico-pratica riguardanti le materie di storia dell’arte, geografia, storia, archeologia, diritto del turismo e accessibilità e inclusività dell’offerta turistica, fatto salvo quanto previsto al comma 3, oltre all’accertamento della conoscenza di almeno una lingua straniera.
Non è quindi equiparabile all’esame di abilitazione all’insegnamento in una singola materia.
Ci sono stati casi in passato di professori e docenti, anche in pensione, multati per non aver potuto esibire la loro iscrizione al registro regionale delle guide turistiche.
Del resto parliamo di professioni nominate: la guida turistica per essere iscritta in registro ha dovuto compiere un preciso percorso formativo. Spiace deludere l’entusiasmo di un giovane, ma per lo stesso motivo per cui non basta essere laureati in giurisprudenza con profitto per esercitare la professione forense e non basta essersi presi cura di animali per lungo periodo per diventare veterinario, non si può anche in buona fede togliere ad una guida turistica registrata il lavoro che ha guadagnato con grande professionalità.
Parlando di paragoni, tra i commenti torna il “È come equiparare il tassista abusivo all’amico che ti dà un passaggio”. Più che altro, se l’amico apparisse nel’area di sosta dei tassì guidando un Doblò per raccogliere persone e dare loro un passaggio, la cosa sembrerebbe diversa.
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