Non sono tempi facili per l’editoria digitale, questo è fuori discussione, ma occorre darci un taglio coi titoli palesemente clickbait, come abbiamo osservato in mattinata a proposito di Renzo Arbore apparentemente morto. Sta diventando una pratica consolidata per alcune testate, se pensiamo che lo stesso sito che ci avete segnalato questa mattina aveva condotto lo stesso giochetto con Pippo Franco. Al punto da costringerci a pubblicare una smentita sulla dipartita del comico, come forse ricorderete tramite il nostro articolo.
Ogni tanto ci viene da ridere pensando al sito del giorno che è alla ricerca di click facili. Quando l’episodio diventa consuetudine, allora lo stesso sito finisce per forza di cose nella nostra black list. A breve la troverete aggiornata con aggiunte interessanti. Già, perché uscire su una testata con titoli del genere non può e non sarà mai giustificabile da un punto di vista deontologico: “Renzo Arbore, lo struggente addio in diretta Tv: ‘È morto..’“.
Basta effettuare una ricerca su Google per capire di quale sito parliamo. Non lo citeremo e non lo linkeremo per non fargli ricevere ulteriori benefici SEO o link diretti, ma così non si può andare avanti. Strano che la redazione non comprenda il danno di immagine fatto a tutto il progetto, andando a sporcare anche quanto fatto di buono negli anni precedenti. Errare è umano, ma in questo frangente si persevera in modo palese, con una chiara strategia volta al clickbait. E allora si accetti la critica da parte di lettori che vorrebbero solo la giusta informazione.
A scanso di equivoci, ribadiamo che Renzo Arbore non sia morto e che alla veneranda età di 85 anni goda di buona salute. A lui, i nostri migliori auguri di buona vita, sperando che alcune testate inizino a cambiare velocemente approccio.
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