Il sito Greenme.it, in data 18 ottobre 2016, ha pubblicato un titolo allarmistico: il “pesce scorpione nei nostri mari: la sua puntura è letale per l’uomo”. L’incipit dell’articolo è questo:
“È allerta nel Mediterraneo: è stata segnalata nello Stretto di Sicilia la cattura di due esemplari di pesce scorpione Pterois miles, specie aliena originaria del Mar Rosso.
Si tratta di un pesce molto pericoloso, il cui veleno contenuto nelle spine può essere mortale“.
Un titolo allarmante, condito da definizioni quali “specie aliena”, fa pensare immediatamente a una bufala. Invece la notizia è vera.
A diffonderla è stato l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, un ente pubblico di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministro dell’ambiente, che si avvale dell’Istituto nell’esercizio delle proprie attribuzioni. Ed è proprio l’ISPRA ad aver pubblicato un comunicato stampa (datato 17 ottobre) nel quale precisa:
“È stata segnalata di recente in Tunisia (Golfo di Tunisi e Stretto di Sicilia) la cattura di due esemplari di pesce scorpione Pterois miles (…). Conosciuto per aver colonizzato gran parte delle coste Atlantiche occidentali e il Mediterraneo orientale, il pesce scorpione è una delle specie marine più invasive al mondo”.
Il link al comunicato conferma anche la veridicità anche della restante parte dell’articolo, secondo la quale:
“Chiunque catturi o avvisti un pesce scorpione è invitato dall’Ispra a fotografare l’esemplare, congelarlo se possibile, dare immediata comunicazione alla Capitaneria di Porto locale e segnalare l’osservazione alla sede ISPRA di Palermo ai numeri di telefono 091/6114044-7302574 e all’indirizzo: alien@isprambiente.it.”
Di certo il congelarlo sarà una possibilità riservata a pochi ma segnalare eventuali avvistamenti deve essere compito di tutti, a patto di ricordare che il veleno del pesce scorpione si mantiene attivo anche 48 ore dopo la morte dell’esemplare.
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