NOTIZIA VERA E PRECISAZIONI Il figlio di 9 anni stupra la bimba di tre, mamma la uccide e brucia il cadavere

Ci segnalano questo articolo pubblicato su Leggo.it il 28 Novembre 2016:

Si è accorta che il figlioletto di appena nove anni aveva stuprato la figlia di un’amica, di appena tre, e per timore di possibili conseguenze, presa dal panico, ha ucciso la piccola e ne ha nascosto il cadavere.

Questa l’agghiacciante confessione, durante il processo a suo carico, di una 32enne sudafricana di Pretoria, che ha ammesso di aver ucciso, nell’estate del 2014, la piccola Asanda Mbuku, la figlia di un’amica che quel giorno le aveva chiesto di tenerla in casa con lei. Come riporta IOL.co.za, la donna ha ammesso le proprie colpe in tribunale: «Mio figlio è venuto da me e mi ha detto: ‘Mamma, non si sveglia più’. Quando la vidi, notai che era mezza nuda, era sveglia ma non reagiva. Ho provato a risvegliarla con l’acqua, sembrava sotto choc. Così l’ho uccisa colpendola in testa con una roccia e ho seppellito il cadavere in giardino, per poi bruciare i vestiti».

Quando la mamma di Asanda tornò a prendere la figlia, la donna confessò di non averla vista. Il figlio, però, che aveva assistito alla scena ed era ancora sotto choc, il giorno dopo confessò tutto alla sorella della donna. Lo riporta, tra gli altri, Express.co.uk. Da qui partì la denuncia e l’iter giudiziario, culminato, come riporta Metro.co.uk, con una condanna a undici anni di carcere per omicidio, occultamento di cadavere e insabbiamento di prove.

Con raccapriccio e dolore ci troviamo a confermare questa notizia. Leggo.it riporta tre fonti distinte, e in loro troviamo autorevole riscontro. IOL.co.za è un aggregatore di quotidiani locali del Sud Africa, e nell’articolo del 24 Novembre 2016, citato da Leggo.it, riporta la notizia da Pretoria News, la fonte ufficiale.

La donna, che vive a Soshanguve, ha raccontato il suo delitto mercoledì 23 Novembre 2016 al Tribunale di Gauteng, a Johannesburg, dinanzi al giudice Tshifhina Maumela. L’identità dell’imputata non è svelata per ragioni di tutela nei confronti del figlio, di 9 anni all’epoca dei fatti. Nelle sue parole, il 20 Giugno 2014 si trovava in una taverna in compagnia di un amico e della figlia più piccola. Asanda Mbuku, la piccola di 3 anni che dopo poche ore avrebbe trovato la morte, era entrata nella stessa taverna in compagnia del proprio padre. Quest’ultimo aveva chiesto alla donna di prendersi cura di lei per qualche ora. La donna aveva poi fatto ritorno a casa portando con sé la piccola Asanda, di 3 anni. Dopo averle dato da mangiare l’aveva lasciata in compagnia del figlio di 9 anni, e si era messa a riposare. Alle ore 20, il figlio l’aveva svegliata dicendole che Asanda non riprendeva conoscenza. La donna aveva trovato la piccola riversa sul pavimento dietro una porta. Aveva tentato di rianimarla aspergendola con dell’acqua, ma senza risultati. Asanda era seminuda e la donna si accorse che il figlio aveva abusato di lei.

La donna si fece timorosa del fatto che Asanda, al risveglio, avrebbe raccontato tutto portando suo figlio all’arresto. Accecata da questo pensiero afferrò un sasso e colpì la piccola per ucciderla e metterla a tacere, dopodiché decise di occultare il cadavere nel giardino e coprirlo con una lamiera ondulata. Nel frattempo i genitori di Asanda si erano messi alla ricerca della piccola, e la donna disse loro di non averla vista.

Madre e figlio andarono a dormire, e dalla loro stanza potevano vedere il punto in cui avevano seppellito il corpo della bambina. L’indomani il bambino andò a scuola. Durante il processo, la donna chiede ripetutamente scusa alla madre di Asanda, che non è presente in aula. Il giudice Maumela ha stabilito 11 anni di condanna, in quanto l’assassina non ha nessuno a cui affidare i figli, ed è bene che non passino troppo tempo distanti dalla madre. Nel frattempo si trovano in un posto sicuro.

Sello Dikwelane e Gloria Mbuku – Pretoria News

Il giudice Maumela dichiara, inoltre, che il figlio – oggi 11enne – non avrebbe rischiato alcuna condanna, in quanto prima dei 10 anni di età i bambini non vengono dichiarati responsabili delle proprie azioni. I reati contestati alla giovane madre si riconoscono in omicidio e tentativo di ostacolare la giustizia.

Gloria Mbuku, zia di Asanda, afferma di essere sotto choc per la verità svelata. Sello Dikwelane, lo zio, si dichiara deluso dalla sentenza in quanto sperava in una condanna maggiore.

«Inizialmente – dice Gloria – i sospettati erano i genitori. La Polizia li aveva arrestati prima che si scoprisse il cadavere».

Express e Metro confermano la notizia. Un’ulteriore conferma ci viene data da Pretoria News. Il sito è di difficile navigazione, perciò vi riportiamo uno screenshot:

L’omicidio di Asanda Mbuku su Pretoria News

Notizia vera, dunque. Tristemente. Ci sentiamo di fare una precisazione: la donna non ha bruciato il cadavere della bambina, bensì ha fatto un rogo con i suoi vestiti.

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