Nessuna censura per Libero, come avevano gridato a gran voce tanti quotidiani dopo aver appreso che l’account Twitter del quotidiano di Vittorio Feltri era stato temporaneamente limitato. Una protesta condivisa anche sul portale ufficiale di Libero Quotidiano che in questo editoriale: “Twitter ci ha tolto la voce per 12 ore. Quelle 12 ore di silenzio imposte a Donald Trump prima di procedere alla rimozione coatta del presidente degli Usa dal social dei cinguettii”.
Ora l’account Twitter di Libero Quotidiano è stato ripristinato, ma cosa è successo? Come sottolineano anche da Next Quotidiano l’avviso che compariva sul profilo parlava di “attività sospette” e soprattutto la limitazione temporanea di un account non corrisponde al ban. Non si può parlare, dunque, di censura per Libero.
Sulla vicenda si è pronunciato anche l’esperto Alex Orlowski che su Twitter ha pubblicato due post per chiarire la vicenda:
In seguito Orlowski ha aggiornato:
In poche parole nessuna censura per Libero, bensì le “attività sospette” sarebbero state causate da un attacco hacker. Giornalettismo, prima della rimessa in rete dell’account, precisava che le “attività sospette” possono essere determinate anche dal malfunzionamento di un bot, ovvero uno strumento di condivisione automatica dei post.
Tra le norme di Twitter leggiamo:
Se il tuo account ha dato prova di following aggressivo o interazioni (come Mi piace, Retweet e Retweet e commenta) aggressive, in violazione delle Regole di Twitter, visualizzerai un messaggio nel quale ti informiamo che le funzioni del tuo account sono state limitate per un certo periodo di tempo.
L’ipotesi del bot malfunzionante potrebbe dunque collegarsi alla violazione in termini di following aggressivo e interazioni aggressive. Nelle prossime ore potrebbero arrivare più conferme, ma nel frattempo ribadiamo: nessuna censura per Libero in quanto la limitazione temporanea non era dovuta ai contenuti pubblicati, come lo stesso messaggio degli sviluppatori riportava.
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