Ci sono alcuni dettagli importanti da prendere in esame, in queste ore, per quanto concerne la raccolta firme di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia contro il Ministro Speranza. In questi giorni si è parlato tanto di sondaggi politici, che tra gli altri hanno visto protagonista anche la leader di partito come avrete notato con il nostro articolo pubblicato pochi giorni fa. Bisogna dunque ricostruire quanto avvenuto di recente, anche perché le accuse sono abbastanza pesanti come potete immaginare.
Tutto nasce da un articolo pubblicato sul sito di Fratelli d’Italia, poi rilanciato nelle ore successive anche dalla stessa Giorgia Meloni. Come si nota dal documento originale, più in particolare, si parlava addirittura del superamento di 100.000 firme in meno di 48 ore dal lancio dell’iniziativa. Un dato importante, significativo, che in qualche modo ha messo in evidenza la volontà di tante persone di vedere un avvicendamento al ministero. Questo, almeno, il messaggio che ci arriva da uno dei principali partiti in Italia.
Un riscontro interessante sulla raccolta firme di Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni contro il Ministro Speranza, però, arriva direttamente da Il Fatto Quotidiano. A detta della fonte, infatti, tutti coloro che hanno voluto partecipare all’iniziativa hanno dovuto inserire nel sistema dati legati al proprio indirizzo email. Oltre a nome, cognome, regione e provincia di provenienza.
Ebbene, possiamo confermarvi che la tesi portata avanti dalla fonte sia corretta. Sostanzialmente, viene evidenziato che la raccolta firme di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia preveda un sistema che controlla solo l’indirizzo email. Dunque, sui dati anagrafici non viene esercitato alcun controllo e lo stesso utente può in questo modo inserire potenzialmente diverse firme. Si tratta di un aspetto che, per forza di cose, depotenzia notevolmente l’iniziativa nei confronti del Ministro Speranza oggi 21 aprile.
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