Marinaio ucraino affonda yacht russo: notizia che arriva a poche ore dal “vandalismo virtuale” di Anonymous nei confronti di uno yacht russo.
Laddove Anonymous si è limitato, virtualmente, a spostare la destinazione dello yacht di un oligarca (si vocifera Putin stesso) in giro per i campi di battaglia con destinazione finale “All’inferno” e codice radio “Fanculo Putin!”, un marinaio russo ha agito in modo più fisico.
L’immagine spesso descritta da profili sovranisti e novax del leader russo come un uomo rude e abituato alla povertà, pronto a mangiare patate e pane duro per sconfiggere i viziosi e molli occidentali è ormai solo ricostruzione di propaganda.
La prima cosa che viene in mente pensando alla Russia non è il cosacco duro e muscoloso, l’Ivan Drago con la forza dei muscoli, ma l’oligarca. Oligarca che a sua volta fa pensare a lussi stravaganti e inaccessibili ai più ed alla stessa popolazione, tra champagne, alta moda e yacht.
Yacht che diventa l’emblema della ricchezza. Quindi parliamo del Lady Anastasia, prodotto di design con finiture in legni pregiati, yacuzzi e mobilia lussuosa.
Oggetto dell’odierna notizia.
Entra ora in scena Taras O., marinaio, meccanico e membro dell’equipaggio del Lady Anatasia da ormai dieci anni. Che sentendo cosa stava accadendo in Ucraina ha deciso, a modo suo, di vendicarsi della Russia sull’oligarca padrone del Lady Anastasia.
La vendetta privata, va detto, raramente se non mai è una soluzione. La guerra però crea odio, e l’odio diventa azione. Il marinaio ha così deciso di sabotare lo yacht dell’amministratore delegato di Rosoboronexport (ditta russa che si occupa della compravendita di armamenti), rilasciando dichiarazioni per cui riteneva l’oligarca direttamente responsabile del mercato delle “armi usate per uccidere gli Ucraini”.
L’effetto è stato dirompente: Taras ha chiesto agli altri marinai ucraini di abbandonare la nave, e solo l’intervento dei portuali ha impedito l’affondamento completo del Lady Anastasia, che ha però subito ingenti danni.
Il marinaio si è poi consegnato alle autorità Iberiche, dichiarandosi colpevole in tribunale e giustificandosi con “Ho visto le notizie sulla guerra. C’era un video di un attacco in elicottero a un edificio a Kiev. Gli armamenti usati sono prodotti dalla compagnia del proprietario dello yacht. Stavano attaccando innocenti”.
Nessun pentimento quindi per il marinaio.
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