L’influenza si accanisce contro i vaccinati, recita una condivisione pubblicata sui social e attribuita ad un presunto collegamento tra la vaccinazione COVID19 e antinfluenzale, quest’anno offerte spesso in soluzione unica, e raccomandate comunque per evitare la confluenza delle due malattie.
Alcune condivisioni ulteriori si spingono a inventare correlazioni spericolate e del tutto spurie legate alla falsa teoria per cui il vaccino antiCOVID19 in qualche modo inibisca il sistema immunitario.
Tutte derivanti da un articolo di giornale riportante un articolo aneddotico (e per questo già in passato ampiamente contestato) del 2018
Premessa: ovviamente un articolo del 2018 non può parlare di COVID19, dato che come abbiamo visto più volte i vaccini sarebbero arrivati solo molto dopo.
E anche sull’articolo, come anticipato, fu detto molto.
L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Regione Trento ebbe modo di discutere le premesse dell’articolo originale, incardinato durante la campagna contro l’influenza nel 2018, un anno in cui la forma influenzale si dimostrò molto diffusa.
“L’affermazione che l’80% dei soggetti vaccinati si è già ammalata di influenza, oltre che inattendibile sul piano numerico, risulta priva di plausibilità anche sul piano biologico. Infatti, anche qualora si ponesse l’ipotesi di una perdita di efficacia del vaccino, per esempio per una repentina e imprevedibile variazione immunologica dei virus influenzali circolanti, l’effetto atteso sarebbe quello che la proporzione di malati tra i vaccinati si avvicini a quella registrata nelle persone non vaccinate, non certamente l’aumento di rischio di malattia rispetto ai non vaccinati”.
Per l’Azienda sanitaria dunque “le informazioni, i numeri e le considerazioni tratte nell’articolo (oggi ricondiviso) sono palesemente infondate. L’Azienda provinciale per i servizi sanitari ribadisce che la vaccinazione antinfluenzale è importante, salva vite umane ed è efficace a ridurre il rischio di malattia, di ospedalizzazione e di morte per influenza. Il vaccino è sicuro – aggiunge Apss – ben tollerato e solo raramente provoca effetti collaterali severi. Inoltre, dal momento che il vaccino non contiene virus vivi, non può causare la malattia e diventa efficace dopo circa due settimane dalla somministrazione”.
Dichiarò all’epoca l’Azienda Sanitaria per “il Dolomiti” archiviando quindi la cosa a disinformazione se non a fake news.
Fake news che diventa tale se si pensa che sottratto ad ogni riferimento datario, l’articolo che, ricordiamo, riporta il parere aneddotico e sconfessato dai dati scientifici di un singolo, diventa paragone senza tempo per ogni vaccinazione, anche non influenzale.
Non si parla di COVID19 e le premesse sono infondate. Fake news sia.
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