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Le multe per violazione del DPCM non si pagano! Lo dice una sentenza

Ci segnalano i nostri contatti una catena di S. Antonio dal titolo Le multe per violazione del DPCM non si pagano!

Cosa che no, non funziona affatto così.

Partiamo da una serie di dati preliminari però. Che dovranno doverosamente partire da una serie di premesse. In primo luogo, la catena stessa.

Le multe per violazione dei Dcpm non si pagano! ✌️Era la sentenza che aspettavamo e finalmente é arrivata. Lo ha stabilito il Giudice di Pace di Frosinone, Est. Manganiello, con Sentenza n. 516/2020 del 15 luglio 2020, depositata il 29 luglio 2020. Il verdetto che fa giurisprudenza annulla un verbale della polizia stradale di Frosinone dell’11 aprile 2020.
Già lo lo sapevamo che le sanzioni per violazioni delle norme stabilite con i Dcpm non erano legali, ma adesso lo ha stabilito un giudice e questo significa che qualsiasi inosservanza di una condotta (mascherine, guanti, distanziamento, ecc. non è punibile in alcun modo.

Le premesse

In primo luogo, si premette che non siamo in un sistema di Common Law: le sentenze non costituiscono precedente vincolante.

Sostanzialmente nel sistema giuridico italiano le sentenze hanno valore, specialmente quelle delle Corti Superiori, perché si suppone che dopo più gradi di giudizio un organo collegiale (composto da più giudici, come avviene in primo grado in sede non monocratica, Appello e Cassazione…) sia più difficilmente incline all’errore e quindi renda in dispositivo o in parte motiva una buona interpretazione delle norme.

Cosa da cui consegue la funzione nomofilattica della Cassazione: ovviamente, l’ultimo grado di giudizio viene considerato apice del ragionamento giuridico non più del singolo, ma di più persone, aventi la visione dinamica e di insieme di più gradi di legittimità e merito cui trarre la decisione finale di legittimità.

In secondo luogo, nel sistema giuridico italiano, per le ragioni pretermesse, ogni sentenza è un caso a sé. La legge dispone del caso generale, la sentenza provvede per il caso specifico.

Una sentenza che dichiari che il Soggetto Tizio è tenuto o non tenuto ad una certa condotta dichiara solamente quale sarà il destino finale di Tizio, non di tutti i cittadini di Italia. Quantomeno fino a che il provvedimento non si traduca in un orientamento consolidato così tanto da creare immutazioni nell’Ordinamento. Ad esempio, qualora la funzione c.d. “Nomofilattica” della Cassazione dimostri che il modo più adatto per interpretare una norma è tale e non tale altro, o la Corte Costituzionale intervenga per verificare la rispondenza alla Costituzione stessa.

Infine, abbiamo letto una copia della sentenza, pubblicata da Il Tempo (avremmo, comunque, censurato i nomi delle parti con maggiore attenzione…).

Le multe per violazione del DPCM non si pagano! Lo dice una sentenza

Non intendiamo entrare nel merito della questione giuridica sollevata dal giudice, e vi sconsigliamo di farlo: non siete giuristi e, ove lo siate, non avete davanti gli elementi conosciuti alla Curia.

Vi diciamo solo che, effettivamente, esiste una sentenza, di primo Grado, nella quale un Giudice di Pace dichiara illegittime le misure del DPCM e la Declaratoria dello Stato di Emergenza cui essa consegue.

Ma stiamo parlando di un primo grado, cui potrà seguire gravame presso i gradi successivi di giudizio. E di un primo grado che riguarda un singolo soggetto.

Singolo soggetto che, al momento non dovrà pagare la sanzione ricevuta, salvo successive decisioni in gravame di un prefetto che, sempre in questo caso, si è dato contumace, non comparendo in udienza.

In ultimo, qualora casi simili vengano affrontati o in caso di appello della parte contumace, potremo sapere se il caso specifico diventerà particolare.

Al momento resta un caso specifico: una rondine che da sola non fa primavera.

E questa rondine dovrà resistere al vaglio dei fiumi di inchiostro che la dottrina ha versato per fare ordine su qualcosa che è assai complesso, troppo per un messaggio Whatsapp.

Attendere e lasciare che la giustizia faccia il suo corso è la cosa migliore.

In conclusione

Se ritenete di aver ricevuto una ingiusta sanzione, è giusto rivolgersi ad un avvocato che vi aiuterà a far valere il proprio diritto.

Ma accettando acriticamente una catena di S. Antonio, non andrete da nessuna parte.

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