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La foto del giaguaro che abbraccia un soldato non ha alcun nesso con gli incendi in Amazzonia

Quando ci sono eventi che in qualche modo possono alternare il normale equilibrio ambientale, scatta spesso e volentieri sui social la caccia alla foto in grado di strappare più “like”, come avvenuto oggi 23 agosto a proposito del giaguaro che abbraccia un soldato con un pessimo aspetto. Come si può facilmente immaginare, l’immagine viene diffusa come vero e proprio simbolo degli incendi in Amazzonia, mettendo in risalto il fatto che sia l’uomo la vera bestia per tutto ciò che sta avvenendo in Brasile.

La foto è autentica, non modificata, ma è ovviamente del tutto decontestualizzata. Un po’ come avvenuto con alcuni scatti pubblicati addirittura da Cristiano Ronaldo e Leonardo Di Caprio, come anticipato questa mattina, in quanto quelle immagini non hanno alcuna attinenza con gli incendi in Amazzonia registrati in questi giorni. Tornando la giaguaro, esistono prove a supporto di quanto riportato in precedenza. Anzi, paradossalmente dietro la foto che trovate ad inizio articolo si nasconde una bella storia.

La vera storia del giaguaro che abbraccia un soldato in Amazzonia

Ci sono svariate fonti che possiamo consultare questo venerdì in Rete, tramite le quali possiamo risalire alla vera storia del giaguaro che nell’ormai famosissima foto abbraccia un soldato brasiliano. L’animale, in realtà, è stato salvato dal Jungle Warfare Training Centre – Centro de Instrução de Guerra na Selva (CIGS). Si tratta di un’organizzazione militare che prevede l’addestramento di soldati. Durante un’esercitazione, il guaguaro morente venne notato e salvato, dopo essere stato trasferito in altro ambiente.

Addirittura ci sono state polemiche per la sua apparizione durante un evento ufficiale prima delle Olimpiadi di Rio. Già, perché la foto del giaguaro che abbraccia il soldato, oltre a non essere in alcun modo legata agli incendi in Amazzonia, risale al 2016. Insomma, senza voler sminuire i fatti di cronaca degli ultimi giorni, l’immagine virale non va associata a quanto sta avvenendo in Brasile da un po’ di tempo a questa parte.

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