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Il non scoop sulla Von Der Leyen che ora rischia non sappiamo cosa

Ci segnalano i nostri contatti un articolo chiamato “lo scoop di Francesca Donato sulla Von der Leyen che ora rischia grosso”. Siamo franchi: siamo ancora in una democrazia. Ognuno può lecitamente chiedere qualsiasi cosa e gli sarà risposto. Domandar è lecito e rispondere è cortesia.

Ma in questo caso è più un telefono senza fili del quale oggettivamente stentiamo a comprendere le conseguenze, se non la “clickbait”, l’altisonante titolo che suscita grande curiosità su un evento che forse curiosità non ne suscita.

Partiamo quindi da un titanico, enorme, colossale spoiler sull’articolo.

Un europarlamentare, Francesca Donato, chiede le dimissioni di Ursula Von Der Leyen perché “Centro nazionale di ricerca «Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA», e con il prezioso manto protettivo di una delle di più antiche Università del mondo, l’Università di Padova, un gruppo di soggetti pare aver garantito ad alcune imprese di Big Pharma l’accesso a ingenti risorse del PNRR

Ora, paventare grandi conseguenze, e anticipatamente, per un “pare” ci sembra un po’ azzardato. O meglio, è nel pieno diritto di ogni europarlamentare o anche cittadino fare domande. È d’uopo ascoltare le risposte.

È atto logico però esaminare i fatti.

Il non scoop sulla Von Der Leyen che ora rischia non sappiamo cosa

Perché parlare di un vero proprio “Non scoop”? Un tempo nella sua rubrica del lettore il Sorridente Stan Lee, nume tutelare degli Eroi Marvel, aveva una cosa chiamata “No Prize”. Se gli facevi domande argute, o gli mandavi una lettera che lo impressionasse, vincevi un “Non Premio”.

“Bravo, bravissimo: non hai vinto però niente”.

Sappiamo quindi che nel Giugno di questo anno sono nati grazie ai fondi del PNRR cinque centri per la ricerca.

Uno a Casalecchio di Reno sul Quantum Computing e sui “Big Data”, uno sull’Agricoltura Sostenibile a Napoli, uno sulla Mobilità Sostenibile a Milano, uno sulla Biodiversità a Palermo e l’ultimo a Padova sulla terapia genica e sui progressi di una tecnologia che abbiamo imparato a conoscere solo negli ultimi due anni nonostante esistesse da un bel pezzo: la ricerca sull’mRNA.

mRNA famoso per i vaccini, ma che non riguarda solo i vaccini.

La Fondazione Telethon ad esempio ci ricorda come sono allo studio terapie basate sulle conoscenze apprese sull’mRNA per malattie come la sindrome dell’X Fragile e alcune forme di epilessia.

Passiamo ora in quello che evoca l’immagine del gioco del telefono senza fili, o del gioco dei “Sei gradi di separazione“.

Quel gioco in cui si dimostra empiricamente che ognuno di noi è a soli sei “amici di amici” da ogni persona sulla Terra, potenzialmente “amico di amico” di attori, politici e VIP.

Giochiamo ora ai sei gradi.

A Padova esiste da Giugno grazie ai bandi del PNRR un centro di ricerca su terapia genica ed mRNA. Non solo i vaccini.

La Von Der Leyen è stata più volte presa di mira, spesso con scoop rivelatisi scarni ed un qualche “indagine su di lei” inesistente (vedi resoconto dei colleghi di Facta) per essere stata la presidentessa della Commissione Europea sotto cui è partita la Pandemia e quindi il suo contrasto.

Suo marito è un valente medico, parte del team di gestione di Orgenesis, società principale tra quelle che si occupano di terapia genica.

Scoprire che a un progetto sulla terapia genica a cui partecipano enti periti nella terapia genica potrebbe partecipare un ente perito di terapia genica è un po’ come scoprire che ad una competizione sportiva partecipano i principali atleti di quello sport.

Un po’ poco per attendere con ansia sviluppi che potrebbero non esserci mai. Ma se ci fossero, ovviamente, ve lo diremmo. Non li aspettiamo con grande ansia.

In copertina Alfred E. Neuman, mascotte di MAD Magazine

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