Tra gli obiettivi che abbiamo con il nostro progetto, c’è anche quello di smontare titoli e descrizioni acchiappalike, come avvenuto in queste ore con Il Mattino a proposito del vaccino AstraZeneca. Dopo aver smentito le fake news sui morti in Israele dopo la somministrazione del prodotto Pfizer, come avete riscontrato nella giornata di ieri, oggi bisogna analizzare purtroppo un passaggio a vuoto con la stampa italiana. Almeno per quanto riguarda la gestione social su un tema tanto delicato.
In primis, va analizzato il titolo dell’articolo di “Il Mattino” sul vaccino AstraZeneca, come potete riscontrare anche tramite l’apposito post Facebook. La non involontaria omissione che il test del prodotto per i bambini da 6 anni in su non avverrà in Italia, ma nel Regno Unito, in modo da indirizzare gli utenti preoccupati al click, senza dimenticare l’elemento più delicato di tutto il discorso, vale a dire la descrizione del post. Quell’utilizzo insensato di “cavie”, come se si trattasse di animali che non prestano il consenso.
Premesso che la decisione di partecipare alla somministrazione è volontaria e spetta ai tutori (questa precisazione, di suo, dovrebbe far venir meno il concetto di cavia). Come evidenziano nei nostri gruppi, poi, un paziente volontario che testa una trial avanzata in un ambiente protetto è qualcosa di diverso. Quanto avverrà con il vaccino AstraZeneca, poi, è del tutto normale in ambito scientifico.
Quasi tutti i medicinali e vaccini presenti nel mondo, infatti, sono soggetti a sperimentazioni di questo tipo. Può cambiare leggermente la fascia di età di riferimento, ma quello che avverrà a breve con il vaccino AstraZeneca sarà conforme a quanto riscontrato negli ultimi decenni. Senza test simili, non avremo tanti prodotti che utilizziamo più o meno comunemente. Infine, la sperimentazione in questione viene avviata quando i test sul vaccino sono già in fase avanzatissima. Quello di Il Mattino, dunque, è uno scivolone a 360 gradi.
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