Il primo aprile è appena passato, ma c’è ancora chi cade nella burla del Garante Privacy riabilita ChatGPT. Un ilare scherzo nel quale si simula una nota del Garante nella quale ChatGPT avrebbe fornito idonee rassicurazioni sui requisiti.
Del resto si parla nel testo di applicazioni degli articoli 122 e 123 GDPR che, a leggerne il testo, sembrano dire tutt’altro e improbabili soluzioni al problema dei minori iscritti al servizio basate su presunti “incroci di dati social”.
Il riferimento è ovviamente alla recente sospensione a tempo indeterminato di ChatGPT, autonfilitta a seguito del provvedimento del Garante e del rischio multe.
Sospensione che consegue ad un provvedimento basato su dubbi su conservazione e uso del dato e sulla presenza di minorenni che potrebbero usare il servizio senza alcun controllo aggiuntivo della loro età.
Una nota peraltro non firmata, datato “Milano” (dove non risulta ci siano sedi del Garante) primo Aprile e priva di riscontri.
Anzi lo stesso Garante Privacy ha dovuto dimostrare che si è trattato di uno scherzo. E come sempre, il gioco è bello quando dura poco.
Fonte della foto di copertina: Garante Privacy
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