Complice la recente conferenza stampa di Mario Draghi, si è posta nei lettori la domanda “I vaccinati possono contagiare?”
Complice la conferenza stampa a causa della seguente affermazione
«Il Green Pass è una misura con cui gli italiani possono continuare ad esercitare le proprie attività, a divertirsi e andare al ristorante, a partecipare a spettacolo all’aperto o al chiuso con la garanzia, però, di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose. In questo senso è una misura che, nonostante abbia chiaramente delle difficoltà di applicazione, è una misura che dà serenità, non che toglie serenità. Grazie».
Come abbiamo avuto modo di rilevare noi stessi nel caso della Amerigo Vespucci (citato verbatim) da FNOMCeO una iperbole.
In questi tempi di difficile comunicazione in cui la precisione assoluta è necessaria, un evitabile passo falso. Ma andiamo con ordine.
FNOMCeO, la Federazione Nazionale di Medici e Operatori sanitari ha avuto modo di precisare
«La risposta è sì: una persona vaccinata può infettarsi e contagiare – spiegano dalla Fnomceo, l’Ordine nazionale dei medici, tramite il team di dottoremaeveroche, il sito anti fake- news rivolto a medici e cittadini -. Tuttavia, come dimostra il recente caso dell’Amerigo Vespucci, il vaccino riduce moltissimo entrambi questi rischi. Non solo tutti i casi sono stati lievi o asintomatici – cosa che potrebbe essere anche legata all’età – ma soprattutto l’infezione non si è diffusa oltre un ristretto numero di persone, una ventina su oltre trecento. E questo nonostante si trattasse di una comunità chiusa».
L’esempio citato è lo stesso da noi fatto. Dove sulla Amerigo Vespucci, una comunità chiusa su una nave (cosa che rende di suo malagevoli alcune misure di distanziamento sociale) solamente il 6,25% dei presenti ha sviluppato la malattia, e in forma asintomatica e paucisintomatica.
Dipende tutto dal concetto di funzionamento. In natura non esiste niente di sicuro al 100%, persino il profilattico non garantisce il 100% di protezione da malattie veneree e gravidanze indesiderate (anche se si avvicina).
Se per funzionamento si intende una tangibile riduzione del rischio tale, se accompagnata alle ulteriori misure di contenzione e mitigazione, di pervenire ad una convivenza meno drammatica col virus sì, abbiamo degli studi che dichiarano che tale obiettivo diviene più vicino, con riduzione tangibile delle ospedalizzazioni e un “ostacolo” alle ondate successive.
Per essere precisi almeno qui e qui.
E sappiamo proprio da Israele, squassata da una nuova ondata pandemica, che la differenza nell’ospedalizzazione tra vaccinati e non vaccinati è quantomeno di un ordine di grandezza pulito, con lo 0.01% di vaccinati che sviluppano forme gravi di malattia, contro lo 0.1% dei vaccinati.
Comunque niente al mondo raggiunge il 100% di prevenzione, e le parole del Premier rischiano, di interpretazione in interpretazione, di far perdere il senso della necessità di proseguire con le misure di contenzione e mitigazione.
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