I dadi pelosi da auto: storia dell’accessorio più economico e tamarro

I dadi pelosi da auto, assieme ai tappetini “animalier”, pelosi e con motivi tigrati, zebrati e maculati ed ai clacson sin troppo estrosi impossibili nella vita reale, ma presenti nel colorato mondo dei telefilm sono il simbolo della tamarreria internazionale.
Quel genere di assurda cafonaggine, ma simpatica tipica del mondo cinematografico e che viene consentita da noi. Ma la coppia di dadi pelosi ha una sua storia.
I dadi pelosi da auto: storia dell’accessorio più economico e tamarro
Nasce tutto nel dopoguerra, quando una generazione di soldati americani tornava a casa dopo uno dei due conflitti più devastanti del genere umano.
A quei tempi si era diffusa tra gli aviatori una superstizione, o forse una delle mille leggende metropolitane che poi diventano bufale a cui qualcuno crede così tanto che qualcuno le metterà in pratica.

I dadi pelosi da auto: storia dell’accessorio più economico e tamarro
L’idea di esibire con fierezza dei dadi sulla console degli aerei, simbolo della caducità della vita. Un tiro positivo è la vita, un tiro negativo è la morte, e ovviamente la realtà della guerra è che non tutti torneranno a casa, e non tutti quelli che torneranno a casa lo faranno integri nel corpo e nello spirito.
Arrivati al dopoguerra, due intere generazioni, la Best Generation e la Silent Generation, ovvero coloro che erano partiti in guerra e tornati vivi e coloro che erano nati in guerra, avevano potuto incontrare i loro genitori solo dopo e avevano vissuto la giovinezza in paura e ristrettezze si trovarono improvvisamente nel benessere e nel desiderio di ricostruire.
Specialmente la Best/Greatest Generation, la “Generazione G.I.” aveva tra loro fila i fortunatissimi che erano tornati dal fronte tutti interi e avevano di nuovo una vita davanti, qualche soldo in più da spendere e il desiderio di ricostruire.
Molti di loro però avevano ancora adrenalina da spendere e conoscenze meccaniche e tecniche da usare. Nacque l’era d’oro delle hot rod, le “bielle roventi”.
Il veterano medio poteva comprare un’automobile, modificarla, curarla e recuperare quell’adrenalina in corse, legali e non, tra altri corridori, seguito dai figli che avrebbero imparato l’amore per la cultura delle auto dai genitori.
I dadi li seguirono: la volgata (che ripetiamo, non abbiamo certezza se fosse volgata o dato reale) del dado portafortuna apparve sugli specchietti retrovisori degli hot rod, come prova del fatto che la stessa generazione pronta a morire in guerra era ora pronta ad accettare sfide più mondane come una gara di automobili.
I dadi in plastica e metallo, i primi pronti a rovinarsi rapidamente se esposti al Sole battente e i secondi duri e potenzialmente pericolosi furono rimpiazzati da dadi di peluche facilissimi da cucire, soffici e resistenti, nonché abbastanza economici per non rimpiangerli in caso di scuciture.

I dadi di Han Solo
Come prova della potenza dell’immaginario dei dadi “plurimateriale” nella storia abbiamo i “dadi di Han Solo”, ornamento del Millennium Falcon nella saga di Star Wars, originariamente “i dadi con cui Han aveva vinto il Falcon da Lando Carlissian”, retconnati poi nell’essere l’ultimo dono di Han alla donna che amava prima dell’incontro con la futura moglie Leia Organa, nonché simbolo stesso della personalità incline al rischio ed all’avventura di Han Solo, restituitigli poco prima dell’acquisizione della sua futura astronave e diventati ricordo di ogni sua avventura.
Il parallelo è evidente: un avventuroso esploratore che aveva tentato la carriera militare come mezzo per fuggire dalla povertà e ottenere nuove emozioni appende dei dati ad un incrociatore modificato per avere prestazioni eccezionali e col quale ogni giorno ha sfidato la sorte come contrabbandiere, ribelle, eroe galattico e nuovamente contrabbandiere.
I dadi pelosi oggi
Ovviamente oggi i dadi pelosi, o i dadi di ogni altro materiale, non ornano più mezzi militari e vetture preparate da chi è pronto ad accettare ogni sfida, e neppure astronavi e navi spaziali.
I dadi pelosi li trovi su tutti i negozi di automobilismo un po’ kitch, su Amazon, Aliexpress e dintorni come divertente accessorio un poco pacchianello.
Ma attenzione: gli ornamenti da cruscotto così grossi da coprire la visuale sono vietati per legge, quindi un ciondolino va bene, ma non esagerate con dadoni troppo grossi e ricordate di non essere Han Solo.
Immagine di copertina: Fuzzy Dices, su licenza Canva Pro
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