Ci segnalano i nostri contatti la storia di Gioacchino Gammino, latitante della “Stidda” catturato due anni fa dopo decenni di latitanza “grazie a Google”. Complice una notizia antologica che parla di casi simili.
Cogliamo l’attenzione per spiegarvi che il nostro campo “Precisazioni” è l’equivalente della sezione “Mostly True” di Snopes, ovvero “Piuttosto/abbastanza vero” di Snopes, ovvero di quelle notizie sostanzialmente vere, ancorché non del tutto.
Sarebbe inesatto infatti parlare di “Catturato da Google” e ingiusto verso chi l’ha cercato per dieci anni.
Partiamo dalle parole degli inquirenti
“Non è che passiamo le nostre giornate su Google Maps a cercare i latitanti”, ha riferito il PM Lo Voi al Guardian, “ci sono state diverse investigazioni durate a lungo che ci hano portato in Spagna. Eravamo a buon punto, e Google Maps ci ha aiutato a trovare conferme”
La cattura di un latitante non è mai un caso: se fosse semplice sarebbe la semplice cattura di un reo e non di un latitante, percorso che richiede anni se non decenni e un impegno costante, come dimostra il recente caso di Mattia Messina Denaro.
Trovare un’immagine su Google Maps è un colpo di fortuna che accelera un po’ le cose, o meglio conferma quanto sospettato. Ma ovviamente, per arrivare a guardare in un determinato quartiere di una determinata città bisogna sapere dove guardare.
Abbiate un po’ più di fiducia negli inquirenti e meno nel sensazionalismo.
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