In questa pagina riportiamo alcune domande “classiche” poste dagli utenti, nella nostra pagina Facebook o tra i commenti del Blog, e le rispettive risposte dallo Staff di Bufale.net.

Le classiche

Certe “bufale” sono effettivamente al limite del ridicolo, a volte non c’è effettivamente bisogno di scriverci un articolo. Tuttavia, in alcuni casi, è evidente che un certo numero di utenti non riescano a concepirlo e credono a tutto ciò che gli viene raccontato.

Ricordate che non tutti siamo in grado di riconoscere le bufale. Agli utenti che pongono a noi la domanda “c’era bisogno di sbufalare?” ricordiamo la storia dell’uovo di Colombo.

Un classico intramontabile. Lo Staff di Bufale.net è composto da diverse persone, con credi e idee diverse che hanno un unico scopo: fornire agli utenti un servizio di fact checking il più accurato possibile.

È assolutamente normale che alcuni nostri articoli vadano contro alle credenze e ideologie degli utenti o del lettore, ma spesso ci siamo ritrovati nella situazione in cui lo stesso utente abbia ammesso la nostra imparzialità una volta segnalatoli che nel nostro Blog sono presenti anche post a “favore” delle sue posizioni.

Poniamo l’esempio pratico con un articolo che “sbufala” una dichiarazione si un politico come Matteo Salvini:

Utente: “Siete una pagina/un sito contro Salvini!”
Bufale.net: “Caro Utente, la invitiamo a leggere i seguenti link in cui “sbufaliamo” le bufale contro Salvini. Se fossimo contro di lui avremmo evitato di scriverci degli articoli, non crede?”

Alla domanda “chi ci paga?” o alle classiche insinuazioni “vi paga il XXX” (dove “XXX” sta per un gruppo politico o un eventuale “gruppo massonico cospiratore bla bla bla”) abbiamo noi una domanda per gli utenti che ce le pongono: “Potete segnalare loro che stanno sbagliando i bonifici? Sul nostro conto non è arrivato ancora nulla”.

Può capitare che di fronte al fact checking l’utente cerchi di allargare la discussione sul tema trattato da un articolo. I nostri articoli trattano i singoli casi e solo in determinati casi li approfondiamo ulteriormente per spiegarne il fenomeno.

Poniamo il classico esempio di una persona poco apprezzata da determinati utenti vittima di una bufala “credibile” e noi effettuiamo il fact checking.

Utente: “Ah, è estremamente credibile. Da lui ci saremmo aspettati questo ed altro, potevate fare a meno di sbufalare.”
Bufale.net: “Che sia credibile o meno, la presunta notizia è falsa e ritenuta come tale.”

Possiamo facilmente immaginare che a nessuno degli utenti piacerebbe diventare vittima di una bufala ai suoi danni seppur “credibile”.

Poniamo un altro esempio classico, quello riguardante gli immigrati. Viene diffusa una bufala su un presunto furto o stupro ed effettuiamo il fact checking:

Utente: “Voi siete la bufala! Tutti sanno che gli immigrati commettono stupri e reati!”
Bufale.net: “La presunta notizia è falsa e ritenuta come tale. Una persona non può essere definita come delinquente solo dal fatto di essere immigrato.”

Possiamo facilmente immaginare che a nessuno degli utenti piacerebbe che all’estero parlassero male degli italiani come “ladri”, “mafiosi”, “sporchi”, “maleducati” e discriminati a priori.

Non siamo persone che sostengono che una “notizia” sia per forza una bufala o una notizia vera. Prima di scrivere un articolo dobbiamo esserne sicuri e preferiamo, fino a quel momento, non scriverci un articolo. Altri siti di fact checking riportano articoli “categorizzati” come “non verificabile”, pratica che al momento non riteniamo di intraprendere.

Di fronte ad un numero elevato di segnalazioni poniamo priorità a quelle più recenti o a quelle più “facili” da smascherare, mentre per le altre c’è bisogno di un lavoro più lungo e difficile.

Certe bufale “storiche” tornano a galla in determinati periodi dell’anno, come i pesci d’aprile. Altre invece ritornano a farsi vive dopo diversi anni (a volte bastano pochi mesi) e con una certa “potenza di fuoco”.

In più di un’occasione abbiamo dimostrato l’attendibilità di certi servizi o articoli di quotidiani o siti internet. Se dovessimo credere a priori a tutto ciò che vediamo in TV o che leggiamo nei quotidiani e siti internet non ci sarebbe stato il bisogno di creare Bufale.net.

Il fatto è che alcuni utenti non concepiscono le “trollate” e spesso queste vengono diffuse sotto forma di bufala a cui molti credono ci tocca intervenire.