Categorie: Allarmismoclickbait

ALLARMISMO ACCHIAPPAUTENTI Mentana, allarme schock: servizi segreti dicono che fra 6 mesi l’Italia sarà nel caos – bufale.net

Ci è stata segnalata questa notizia, pubblicata da newsitaliy il 2 maggio 2016.

Com’è possibile che in televisione passino servizi del genere e dopo cinque minuti si torni a parlare di cagnolini, di gattini e a far vedere balletti, storie d’amore di calciatori ed altre amenità?

Se il servizio sembra assurdo, è ancor più assurdo che poi la notizia sia passata inosservata, come una notizia qualsiasi.

L’Italia sarà nel caos fra sei mesi? Speriamo di no ma è certo che se i servizi segreti lo hanno detto un motivo ci sarà…

Cominciamo subito col precisare che la notizia, sotto altre forme e pubblicata da altri siti, la si può ritrovare in articoli risalenti al 2014, quindi non si tratta di alcunché di nuovo.

Andiamo però a vedere il video del servizio di Enrico Mentana contenuto nell’articolo, che è stato sbobinato per intero qui sotto.

Siria, Ucraina, Libia: tre paesi, tre realtà drammatiche. Ma, mentre per la Siria il mondo assiste per lo più impotente ai quotidiani massacri, per Ucraina e Libia è allarme generale: la preoccupazione e la mobilitazione delle cancellerie di mezzo mondo sono interessate soprattutto al petrolio e al gas.

Arrivano anche oggi notizie confuse, inquietanti e preoccupanti dalla Libia, dove le forze di élite e anche quelle aeree di Bengasi si sono unite a quella sorta di esercito, di forza paramilitare che sta dando in qualche modo scacco nel paese soprattutto alle milizie islamiste che hanno furoreggiato in tutti questi mesi e che non sono invise, per usare un eufemismo, all’attuale premier. Intanto il parlamento sta per essere virtualmente congelato in attesa di nuove elezioni generali, e anche la Farnesina, il nostro ministero degli esteri, ha fatto sapere ai residenti italiani, agli italiani che sarebbe il caso, ove possibile, di assentarsi momentaneamente, diciamolo così, dal territorio libico. Ma intanto la preoccupazione non è per una carneficina che si fa possibile, ma per quelle che possono essere le conseguenze riguardo all’approvvigionamento energetico.

Siria, Ucraina, Libia: tre paesi, tre realtà drammatiche. Ma, mentre per la Siria il mondo assiste per lo più impotente ai quotidiani massacri, per Ucraina e Libia è allarme generale, e alla preoccupazione per quanto sta avvenendo si aggiunge la mobilitazione delle cancellerie di mezzo mondo. Nell’economia globale, d’altronde, l’indignazione ha un prezzo: è il prezzo del petrolio e del gas, motore della nostra economia, molto più prezioso, purtroppo, del sangue versato in Siria. Il petrolio che passa dagli oleodotti dell’Est e il gas che arriva dal Nord Africa, anzi che arrivava. E se per mezzo mondo la priorità, da questo punto di vista, è rappresentata dall’instabilità in Ucraina, per l’Italia il problema si chiama soprattutto “Libia”. Con i combattimenti in corso, infatti, il rischio di un collasso del sistema produttivo di greggio e gas libico potrebbe avere un impatto drammatico per l’Italia. La produzione di energia nel paese è drasticamente calata: l’estrazione di petrolio è un decimo di prima, quella del gas sconta un 40% di riduzione. Quello che resta dello stato libico sta ormai finendo i fondi necessari a garantire il sostentamento delle forze armate; dietro le quinte agiscono i servizi segreti di mezzo mondo, soprattutto statunitensi e francesi, che dalla morte di Gheddafi e dal loro intervento in Libia hanno guadagnato di più soprattutto ottenendo maggiori vantaggi sul controllo delle risorse petrolifere. L’Italia è fuori, o quantomeno uscita indebolita da questa manovra a tenaglia per l’accaparramento e lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio. Non solo, a combattere contro le milizie integraliste islamiche è soprattutto quest’uomo: si chiama Khalifa Haftar, ex generale in pensione che ha vissuto vent’anni negli Stati Uniti. In molti lo accusano di essere al libro paga del Pentagono, longa manus delle compagnie petrolifere americane. Da qui l’allarme lanciato oggi dal governo italiano: la Libia rappresenta la priorità assoluta, afferma Palazzo Chigi. Secondo problema, probabilmente il più devastante per l’Italia dal punto di vista sociale: la pressione demografica. Attraverso la Libia passa il 96% dell’immigrazione clandestina che si riversa sull’Italia, e l’Italia, in questa battaglia di frontiera, è per lo più da sola. Terzo problema, la minaccia jidahista [sic], sempre più pericolosa e capace di esportare, anche in Europa, terrorismo e alleanze. I nostri servizi segreti sono in allarme: abbiamo sei mesi di tempo per correre ai ripari; dopo, affermano fonti interne, sarà il caos, e a rimetterci sarà soprattutto l’Italia.

Andiamo un attimo a riprendere il titolo dell’articolo:

Mentana, allarme schock: servizi segreti dicono che fra 6 mesi l’Italia sarà nel caos

Alla luce di quanto ascoltato nel servizio, possiamo dire che si tratta di un titolo clickbait e allarmista: la prospettiva del caos in Italia a sei mesi dalla data di pubblicazione

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