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DISINFORMAZIONE Lo scandaloso scontrino del ristorante del Senato – Bufale.net


Dalle richieste pervenute sembra proprio che il famoso e “vergognoso” scontrino del Senato sia tornato a circolare. Era il 26 ottobre 2011, quando la pagina Facebook del “Popolo viola” pubblicò la foto di uno scontrino con prezzi da favola: un primo di “trofie” a 87 centesimi, come secondo una tagliata con rucola e grana a 3,41 euro, dolce e contorni per un totale di 11,41 euro (il servizio costava 3,91).

Lo scontrino riportava data 19 ottobre 2011, e in seguito alla sua diffusione il senatore Cesarino Monti della Lega Nord pubblicò il 28 ottobre 2011 sul suo account Facebook il suo scontrino presso il ristorante del Senato riportante prezzi ben diversi da quello diffuso dal Popolo viola.

Come mai questa differenza? Perché lo scontrino diffuso dal Popolo viola riguardava la “mensa” del Senato, cioè quella usata dai dipendenti, giornalisti e ospiti del Senato, mentre quello del senatore Cesarino riguarda il “ristorante” dei senatori vero e proprio. Ristorante che è stato chiuso nel 2013.
Eppure un mese prima della pubblicazione dello scontrino della “vergogna” i prezzi del ristorante del Senato erano cambiati e aumentati. Ecco il menu vecchio:

Ecco alcune voci del menù nuovo a partire da settembre 2011:

Lo scontrino diffuso dalla pagina Facebook del Popolo viola non riguardava un senatore, bensì un ospite (potrebbe essere stato chiunque, dal giornalista ad un collaboratore esterno di qualche senatore). Confrontando i due scontrini notiamo già alcune differenze:

  1. lo scontrino della “vergogna” riporta la scritta “Mensa Senato”, mentre quello del senatore Cesarino riporta la scritta “Ristorante Senato”;
  2. nello scontrino a sinistra viene riportato il numero cliente e il nominativo, in questo caso “OSPITE04“, mentre quello del senatore riporta nome e cognome;
  3. l’ultimo campo sottolineato nello scontrino a sinistra riguarda il tesserino identificativo, in questo caso il badge che consegnano agli ospiti del Senato (giornalisti, collaboratori esterni o anche un semplice amico di un dipendente del senato).

Non parliamo di bufala, perché lo scontrino è vero, ma gli è stato attribuita dagli utenti online una storia diversa da quella reale al fine di creare indignazione e polemica.
 

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