Circola su facebook la seguente immagine che ritrae la banana (più esemplari del frutto a diversi stadi di maturazione) elencandone le proprietà più che benefiche, al limite del miracoloso: antiossidanti e, quando è “tigrata”, produttrice di sostanze “anticancro”.
La faccenda è storia vecchia e vedremo come sia frutto (N.d.A. gioco di parole non voluto) di un fraintendimento grossolano.
Di immagini simili ce ne sono parecchie nel web, in particolar modo tra i siti salutisti, vegetariani/vegani, nonché di naturopati e altro ancora. Il tutto deriverebbe da uno studio pubblicato sulla rivista Science and Technology Research nel 2009 e condotto dai giapponesi Haruyo Iwasawa e Masatoshi Yamazaki e si parla di possibili effetti benefici da parte di alcune sostanze presenti nelle banane. Nel riassunto (abstract) con la quale inizia l’articolo, si citano due composti in particolare, il TNF-alpha e IL-12 (poi, nello studio, altre IL-X vengono citate). Ma cosa sono esattamente questi composti? Cercherò di essere breve:
Tutte queste risposte avvengono contemporaneamente e indicano la presenza di un dialogo incrociato tra le reazioni biochimiche (dato il loro rapporto conflittuale).
IL-12: la sigla indica Interleuchina-12 ed è una citochina che media per la risposta immunitaria innata, più specificatamente attiva per rispondere ad infezioni intracellulari da parte delle cellule NK, macrofagi e Linfociti T.
La cosa che più è stata fraintesa dello studio è che il TNF sia presente nel frutto. Eppure, nello stesso, non viene nemmeno detto che sono presenti nella banana, ma piuttosto che dei composti presenti nel frutto hanno come effetto l’induzione delle citochine (tra cui TNF-Alpha, IL-12 e altre tipologie di Interleuchina). Lo studio, infatti, era mirato a comprendere gli effetti di sulla modifica di risposta biologica (BRM-like activities) a seguito dell’esposizione dei composti presenti nella banana.
E’ inoltre da sottolineare come nel riassunto si parli al condizionale in merito a questi effetti, o per meglio dire che i risultati ottenuti da questo studio suggeriscano una possibile associazione.
Supponendo per un istante che il complesso proteico possa davvero essere sintetizzato nella banana, ingerendo il frutto avrebbe possibilità di arrivare verso le cellule che rispondono a questa citochina?
Tanto per incominciare, dovrebbe attraversare lo stomaco: la sua acidità farebbe denaturare il complesso proteico, favorendo l’attacco delle proteasi attive in quel momento nello stomaco, smantellandole e rendendola inefficaci. In secondo luogo, ammesso che arrivino nei tratti intestinali deputati all’assorbimento, non è nemmeno detto che riescano a venir assorbite. Ma forse è meglio così, considerando che il TNF-Alpha è coinvolto più in azioni infiammatorie che antitumorali: difatti può essere coinvolto in casi clinici come l’artrite reumatoide, spondilite anchilosante, malattie infiammatorie croniche intestinali, psoriasi, idrosadenite suppurativa e asma.
Gli studiosi giapponesi espongono i risultati ottenuti dalle due varietà di banane e i risultati variano effettivamente a seconda del grado di maturazione. Tuttavia, la varietà che ha dimostrato valori più alti sarebbe la Sweetio (così chiamata nello studio, coltivata a 500 m dal livello del mare) rispetto alla Cavendish attualmente in commercio . I composti principalmente responsabili del richiamo di unità immunitarie (linfociti, macrofagi, neutrofili…), come suggerito nello studio e ipoteticamente presenti nelle banane, sarebbero da identificare in ulteriori studi. Tuttavia, le banane possiedono Dopammina e Serotonina ed è quest’ultima che, durante la sua sintesi dal Triptofano, induce la comparsa delle chiazze scure sulla buccia e non le sostanze antitumorali.
Gli scienziati giapponesi, infine, non danno al frutto proprietà anticancro: affermano piuttosto che avrebbe le potenzialità per essere tale, a patto di capire quali meccanismi riesca effettivamente a coinvolgere (e i responsabili di ciò), attraverso studi più approfonditi (come, per giunta, suggerito dagli stessi nel corso della pubblicazione).
Tutto questo, però, ignorando la presenza di proteine allergizzanti presenti nel frutto e che possono scatenare, nei soggetti sensibili, allergie alimentari.
Insomma, le banane possono portare benefici se integrati nella dieta (il tanto decantato Potassio al loro interno aiuta all’organismo, la Vitamina C che funge anche da antiossidante…), ma non possono certo curare il cancro (o prevenirlo).
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