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Cercando ulteriori informazioni, troviamo un’altra storia simile precedente al caso raccontato dal Carlino (secondo il quale sarebbe iniziato nel 2012):
Ecco i due articoli di riferimento:
Riportiamo una parte della notizia diffusa nel 2011:
GENOVA – Hanno fatto pignorare un appartamento a un malato di Alzheimer, per un debito inferiore a tre mila euro, limite di gran lunga inferiore a quello previsto dalle procedure esecutive, e hanno falsificato i prospetti del pignoramento, eseguito in modo non regolare. E’ quanto ha scoperto il sostituto procuratore Francesco Pinto che ha chiesto il rinvio a giudizio per Piergiorgio Iodice, responsabile di Equitalia Genova, la concessionaria della riscossione dei tributi per tutta la provincia, insieme a tre funzionari Silvia Angeli, Roberto Maestroni e Pierpaolo Trecci.
Questa storia si concluse nel novembre del 2011, quando vennero assolti i funzionari perché il fatto non sussiste:
Genova – Sono stati tutti assolti perché il fatto non sussiste i tre funzionari della Gestline spa, la società concessionaria della riscossione tributi per la provincia di Genova cui è subentrata Equitalia Polis Spa, accusati, a vario titolo, di abuso d’ufficio e falso per un pignoramento giudicato illecito nei confronti di un malato di Alzheimer. Sono Silvia Angeli, Roberto Maestroni e Pier Paolo Trecci difesi dagli avvocati Giuseppe Sciacchitano, Andrea Vernazza e Giovanni Calisi. Il processo si è svolto presso il tribunale penale di Genova. Il pm Francesco Pinto aveva chiesto un anno e 8 mesi per la Angeli, 1 anno e mezzo per Maestroni e 8 mesi per Trecci. I fatti contestati risalgono al 2005-2006. Secondo l’accusa tutte le fasi del pignoramento e della successiva vendita dell’appartamento situato a Nervi, sarebbero state eseguite in maniera irregolare dai funzionari.
La storia, raccontata anche da Genova24.it il 30 novembre 2011, ha degli elementi molto simili alla storia raccontata dal Carlino:
Ifatti contestati risalgono al 2005-2006: secondo l’accusa tutte le fasi del pignoramento e della successiva vendita dell’appartamento situato a Nervi, sarebbero state eseguite in maniera irregolare dai funzionari. La parte civile era sostenuta dall’avvocato Giuseppe Sabato del foro di Roma per i due figli dell’anziano, poi deceduto, e l’avvocato Massimo Auditore di Genova per la vedova. Oggi il verdeto: tutti assolti perché il fatto non sussiste.
Ancora più completo l’articolo di Andrea Acquarone su Il Giornale il 30 gennaio 2011:
La vicenda – scoperta dal Secolo XIX – e per la quale il pm Francesco Pinto ha chiesto il rinvio a giudizio del responsabile di Equitalia Genova, Piergiorgio Iodice, e di altri tre funzionari, risale al 2004-2006. E ha un sapore kafkiano. Vittima dellodissea un anziano malato di alzheimer, Giovanni Parretta, ex rappresentante in pensione.
[…]
A questo punto la storia si fa ancor più sordida. Secondo il pm che ne ha chiesto il rinvio a giudizio, Piergiorgio Iodice, responsabile della concessionaria dei tributi per tutta la provincia, insieme con tre funzionari Silvia Angeli, Roberto Maestroni e Pierpaolo Trecci, avrebbero falsificato i prospetti del pignoramento, eseguito poi in modo illecito. La vigilia di Natale 2005 viene fissata la prima asta, che per qualche misterioso motivo, viene subito rinviata. Arriviamo al 3 febbraio 2006. Stavolta gli acquirenti arrivano, a botta sicura sostiene laccusa: in tre si aggiudicano lappartamento. Per un tozzo di pane, è il caso di dire: 100mila euro.
Ma il vento, nel frattempo, sta cambiando. I figli del pensionato, uno notaio, laltro avvocato, intervengono, presenziando allasta e a quanto pare ottenendo una «transazione iugulatoria». Il che significa trovare un accordo con i nuovi aggiudicatari. Intanto il loro padre è morto. Dopo il dolore la beffa: per riappropriarsi della casa versano 200 mila euro. Sempre meno comunque del reale valore di mercato.
Il Corriere Mercantile riporta anche i nomi dei figli dell’anziano signore:
La considerazione più amara, alla fine di tutta questa storia, è nelle parole di Stefano Parretta, figlio di Giovanni: «Questa volta la questione non è passata sotto silenzio – dice – Perchè io sono avvocato e mio fratello è notaio, alla fine ci siamo accorti di quello che stava succedendo e abbiamo denunciato tutto alla magistratura.
In merito a questo caso abbiamo nomi e cognomi: oltre a quello dell’anziano malato e di uno dei figli abbiamo anche quello dei dirigenti e degli avvocati. Sarebbe interessante, anche vista la presunta e recente vittoria contro Equitalia, conoscere il nome dell’avvocato di successo di Roma e ulteriori elementi del processo, come invece è stato raccontato nell’altro episodio avvenuto sempre a Genova.
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