DISINFORMAZIONE Ha l'Alzheimer e non paga canone Rai: Equitalia gli pignora la casa – Bufale.net

di David Tyto Puente |

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Tra gli articoli che ci hanno segnalato in questi giorni gli utenti abbiamo quello del Blog di Beppe Grillo del 19 ottobre 2015 dal titolo “Ha l’Alzheimer e non paga canone Rai: Equitalia gli pignora la casa“.
In verità non è nemmeno un articolo del comico genovese o dei gestori del Blog, ma un copia incolla su segnalazione di un utente di nome “Luisa” dell’articolo de Il Giornale del 18 ottobre 2015, proprio quel quotidiano ed il suo direttore che in passato Grillo aveva aspramente criticato:

A fine post, inoltre, vi è anche presente la pubblicità ed il link al libro “#Muriamo Equitalia“.

In fondo al post il link per il libro su Equitalia

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L’articolo de Il Giornale presenta o stesso identico titolo, “Ha l’Alzheimer e non paga canone Rai: Equitalia gli pignora la casa“, un titolo clickbait visto che la Rete è in piena discussione in merito alla proposta di far pagare il canone Rai nella bolletta dell’elettricità. Infatti, leggendone il contenuto si capiscono molti altri aspetti della vicenda. Ne riportiamo la prima parte:

Era il 2012 quando M.P., un anziano signore rimasto vedovo, è venuto a mancare. Da anni era stato colpito dall’alzheimer e per via della malattia spesso di dimenticava di fare alcune cose.
Tra cui pagare le bollette. “Anni fa – racconta al Resto del Carlino l’avvocato P., il figlio che ha dovuto fare una battaglia legale contro Equitalia per riottenere i bveni di famiglia pignorati – io e mia sorella gli abbiamo messo accanto una badante, ma la signora non ricorda di aver visto arrivare a casa cartelle di Equitalia”. Queste cartelle, con cui Equitalia chiedeva al malato di pagare le tasse su rifiuti e canone Rai, erano arrivate solo due volte. Prima però che accanto all’uomo malato vi fosse una badante. “Insomma – aggiunge il figlio avvocato – nessuno ha mai preso quelle raccomandate di Equitalia, o forse mio padre le ha pure ritirate, ma poi si è dimenticato di averle. Chissà mai dove sono finite. E se ci sono mai state”.

Il Giornale si rifà del lavoro svolto dal Resto del Carlino nell’articolo del 18 ottobre 2015 dal titolo “Equitalia, ha l’Alzheimer, non paga. Gli pignorano la casa“, ben diverso da quello clickbait presentato da Il Giornale.
Il figlio dell’anziano signore, ormai deceduto, avrebbe avviato le procedure legali, essendo inoltre avvocato penalista, per recuperare la casa del padre. Alla fine avrebbe vinto la causa. Riportiamo alcune parti dell’articolo del Carlino:

INFATTI, queste cartelle, con le quali l’ente di riscossione chiedeva al padre dell’avvocato di pagare tasse sui rifiuti e canone Rai, di cui pareva moroso, erano arrivate solo due volte. Prima che M. si ammalasse sul serio e prima che accanto a lui ci fosse una badante. “Insomma, nessuno ha mai preso quelle raccomandate di Equitalia, o forse mio padre le ha pure ritirate, ma poi si è dimenticato di averle. Chissà mai dove sono finite. E se ci sono mai state“. Equitalia, però, non ha affatto pietà degli infermi. Se l’Alzheimer ti ruba lentamente coscienza e memoria, cancellando dagli occhi persino il ricordo del volto di un figlio, figurati mai se uno può ricordarsi di una cartella delle tasse. E così la pratica di M. è risultata inevasa. Per mesi, per anni.
OVVIAMENTE, Equitalia si è ben guardata dall’inviare solleciti, ma quando il debito di M. è arrivato a essere abbastanza alto, grazie agli interessi e all’aggio che – è parere dei fiscalisti, non nostro – rasenta quasi il livello di usura, l’Ente ha prima ipotecato la casa di famiglia, poi l’ha messa all’incanto. “Come nuda proprietà – racconta l’avvocato – così quando mio padre è morto, il nuovo proprietario, a cui, insomma, Equitalia aveva venduto la casa senza dire nulla a nessuno, ha chiesto di entrare in possesso del bene; avevo appena sepolto mio padre e mi sono trovato questi gabellieri alla porta che mi chiedevano di sgomberare al più presto la casa. Non ci ho visto più”.
COME si diceva, alla fine di una lunga, quanto tediosa e dispendiosa causa legale, l’avvocato P. è riuscito a rientrare in possesso della casa. E pensava che tutto fosse finito qui. “Poi, qualche giorno fa – ci racconta – il nuovo proprietario della casa di Genova, un mio vecchio amico d’infanzia a cui ho venduto dopo essermela ripresa, mi ha avvertito che era arrivata una nuova cartella di Equitalia a nome di mio padre. Era di quasi 11mila euro, frutto di una sommatoria di cartelle, alcune risalenti anche al 1997. Con tanto d’intimazione al pagamento, pena il sequestro di una cantina che è ancora intestata a mio padre. Ovviamente – prosegue l’avvocato – sono dovuto volare a Genova, dimostrare che quella roba lì era stata tutta ampiamente saldata e che loro non avevano più nulla da chiedere, né a me, né tantomeno ai morti. Non si sono neppure scusati”.

Un articolo riportante la storia di persone anonime farebbe dubitare in merito alla sua veridicità, visto anche quante ne circolano online: non vi è in alcuno degli articoli il nome e cognome del giovane avvocato che di fronte ad una tale vittoria si farebbe un’enorme pubblicità e clienti.
Comunque sia, dall’articolo si riscontrano diversi elementi:

  • non si trattava del solo canone Rai, ma anche di altre tasse da pagare.
  • non vi è una datazione precisa da cui sarebbero saltati i pagamenti, tranne un 1997 in merito alla seconda circostanza raccontata dall’avvocato. Tesi del cumulo?

Sarebbe interessante capire quanto l’anziano signore avrebbe dovuto versare e, di conseguenza, valutare l’eventuale tesi del cumulo.
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