Sembra che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) abbia comunicato come la marijuana medica non abbia rischi dal punto di vista sanitario. Tutto riguarda un annuncio che risalirebbe a dicembre e che sarebbe stato fatto da un comitato dell’OMS. Secondo tale annuncio, una specifica componente della marijuana è sicura e non avrebbe bisogno di alcun tipo di regolamentazione.
Si tratta di un’informazione quasi del tutto errata. Infatti, il comitato di esperti che vigila sulla dipendenza dalle droghe dell’OMS ha comunicato come l’elemento non psicoattivo della cannabis, meglio conosciuto come CBD o cannabidiolo, sia sufficientemente sicuro da giustificare la mancata programmazione legale di tale sostanza.
In realtà, però, tale comunicato non sostiene altre tesi sulla cannabis nel suo complesso o sull’uso di altri prodotti che derivano dalla cannabis stessa in cui sia contenuta la componente psicoattiva. Tra l’altro, l’annuncio non ha alcun tipo di conseguenza legale sulla politica riguardante l’uso delle droghe nei confini americani.
Sono stati i titoli che si sono diffusi viralmente a metà dicembre dello scorso anno a contribuire alla diffusione di una notizia perlopiù falsa. Da tale fuga di notizie, stando anche alle parole del New York Post, pareva che l’OMS avesse comunicato come la marijuana medica non comportasse pericoli per la salute umana. Sono certamente diversi gli esperti che sono d’accordo sul fatto che la cannabis, complessivamente, provochi isolati gravi pericoli per la salute negli adulti in confronto ad altri farmaci. Queste notizie virali, però, rivoltano completamente l’annuncio che era stato fatto dall’OMS.
In realtà, come riporta Snopes, l’annuncio in questione diffuso da una commissione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riguarda esclusivamente il cannabidiolo, ma non ha alcun riferimento in senso più generale all’impiego della marijuana in ambito medico. Così come non ha alcuna influenza dal punto di vista legale su tutti i processi di produzione e vendita negli Usa di tale sostanza, nonostante la possibilità di produrre CBD da componenti non inebrianti della pianta sia ancora molto controversa.
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