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BUFALA PERICOLOSA HIV non esiste: AIDS sindrome non contagiosa – Bufale.net

Cosa c’è di più pericoloso del negare l’importanza delle vaccinazioni? Forse il negazionismo dell’HIV. Sì, esistono persone che negano il collegamento tra AIDS ed infezione virale, con tutte le conseguenze che la divulgazione di questa bufala (da parte del sito www.vacciniinforma.it) può farci immaginare.

Ma che ci frega? Nel dubbio, pubblichiamo.

«Conferenze annunciate senza alcuna prova scientifica; documenti contraffatti; uomini di “scienza” denunciati per frode scientifica e nessuna foto di questo fantomatico virus; test fasulli e terapie e farmaci che non salvano da nulla. Diagnosi che cambiano da paese a paese, insomma, più di qualcosa non collima e vediamo chiaramente il tentativo di omettere la veridicità dei fatti».

Citiamo l’articolo di Stefano Dalla Casa su Wired, dove si raccontano i tentativi di censura contro il documentario del debunker Myles Power, reo di aver messo in luce, punto per punto, gli stratagemmi disonesti messi in atto nel documentario di divulgazione negazionista dell’HIV House of Numbers, di Brent Leung. Per la serie: Chi manipola cosa.

«Nel 1984, Robert Gallo e Margaret Heckler annunciarono proprio in questo modo la scoperta di un terribile “virus” in seguito definito come AIDS».

Tralasciando l’evidente lapsus (il virus è l’HIV) l’AIDS è nota dal 5 giugno 1981. La Sindrome da Immunodeficienza Acquisita comprende diversi sintomi dovuti all’azione del virus HIV; soprattutto, si registra un crollo delle difese immunitarie. Così chi si ammala è soggetto a malattie che non sarebbero mortali o non si manifesterebbero affatto in un individuo normale. Tanto per farci un’idea, la morte per polmonite è tipica nei malati di AIDS. Chi scrive «frode scientifica e nessuna foto di questo fantomatico virus» si accoda ad una leggenda metropolitana che farebbe sorridere qualsiasi medico, se non fosse per le terribili conseguenze che comportano il divulgare questo genere di bufale. Infatti il virus viene isolato quotidianamente nei laboratori di tutto il mondo, è stato persino mappato il genoma dell’HIV di tipo 1.

Si è sieropositivi quando si registra la presenza di anticorpi contro l’HIV. Siccome non ci risulta l’esistenza di anticorpi complottisti, o malati di disturbi paranoidi, dobbiamo dedurne che quindi in questi casi nell’organismo c’è proprio l’HIV. La malattia non è rapida, ci vuole tempo prima che compaiano i sintomi dell’AIDS. Attualmente esistono farmaci (studiati tenendo conto che ci sia un virus ben preciso) che permettono di prolungare le speranze di vita dei sieropositivi – fino a 30 anni dalla diagnosi – questa ormai è storia. Il resto, per così dire, è fuffa.

Oggi Robert Gallo, dopo 15 anni di studi è molto vicino al suo traguardo (cfr. articolo di Sandro Iannaccone, su Wired)  è vero che fu denunciato per truffa, ma non per la scoperta del virus, quanto per “vanità” avrebbe infatti voluto oscurare il contributo dei colleghi francesi nella scoperta, il team di Luc Montagnier, che ben lungi dall’essere accusato di frode – anzi era parte lesa – venne onorato del Nobel per la medicina nel 2008, proprio per la scoperta dell’HIV, assieme a Françoise Barré-Sinoussi e allo stesso Gallo. In seguito a queste accuse il National Institutes of Health (NIH) e l’HHS vennero incaricati di svolgere le indagini. Gallo e il suo team vennero infine scagionati da ogni accusa.

Emblematico il caso della negazionista Christine Maggiore, morta di AIDS nel 2008, anche se il compagno sostenne che la sua polmonite persisteva da diversi mesi per motivi legati allo stress. Dal momento che – secondo lei – l’HIV non esiste, continuò ad allattare la figlia, che ovviamente morì in tenera età. Purtroppo non è l’unico caso. In sostanza secondo i negazionisti la sindrome non essendo dovuta ad una infezione virale non sarebbe nemmeno contagiosa.

Qualcuno di voi si starà chiedendo se per caso un divulgatore di queste tesi ha mai provato a farsi una trasfusione di sangue da donatore sieropositivo. La risposta è… NO!

Per saperne di più consigliamo il post pubblicato da Salvo Di Grazia, firmato dal biologo e nutrizionista Giuliano Parpaglioni.

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