BUFALA L’acqua Eva è tossica, hanno portato in ospedale un bambino figlio di una cara amica – bufale.net

Come abbiamo visto con la turpe storia della crudele bufala contro la Lega del Filo d’Oro, ingiustamente accusato di distribuire veleni originariamente attribuiti all’ISIS e a non meglio precisati “arabi”, la viralità, come in un perverso telefono senza fili, comporta il grottesco modificarsi di una bufala.

La nostra storia questa volta comincia dai primi di febbraio, quando ci è pervenuta una catena di S.Antonio dall’allarmistico contenuto:

Non comprate e non bevete acqua Eva è tossica ,hanno portato un bambino in ospedale che l’ha bevuta ,sta male sono intervenuti i carabinieri e stanno analizzando la sostanza. Locri, fate girare

E ci siamo attivati per informare immediatamente la ditta produttrice, la quale ha annunciato accertamenti.

Ma si sa, le bufale hanno il brutto vizio di non voler attendere, ed una mano anonima ha deciso di “arricchire” questo messaggio con una variante, apparentemente partita da Roma

Non comprate e non bevete acqua Eva è tossica ,hanno portato un bambino in ospedale che l’ha bevuta ,sta male sono intervenuti i carabinieri e stanno analizzando la sostanza. fate girare. Compagno di classe di una.mia cara amica

Come nel filone delle peggiori urban legends, le leggende metropolitane di tempi precedenti ad Internet, la tecnica usata dalla mano anonima è un misto di personalizzazione e perdita di dettaglio.

La città di riferimento della fake news è stata brutalmente rimossa, e l’annuncio assume il volto cordiale di un compagno di classe di una mia cara amica, figura mitologica pari solo al cugino di un amico che ha visto questa cosa ma non può raccontarla perché nel frattempo è morto o a figure più recenti come l’arabo gentile che profetizza attentati in cambio di segni di gentilezza o l'”amico Max” che conosce questori, commissari e mezza Udine e per questo viene sempre a sapere tutti gli attentati in anticipo.

Figure evanescenti ed ubiquitarie, col volto amichevole di amici, parenti, compagni di classe, madri di famiglia, e vittime scelte per suscitare le corde dell’empatia, provocando tenerezza verso la piccola vittima immaginaria e rabbia verso la “multinazionale cattiva” latrice di sofferenze.

Siamo di fronte ad un problema: questa è una vera e propria bufala. In seguito ai promessi accertamenti, è stato chiaramente appurato che non esiste alcun bambino, né a Locri e né a Roma (avrebbe infatti il dono dell’ubiquità) avvelenato dall’acqua Eva, non ci sono Carabinieri ad improvvisarsi CSI e non ci sono amici e compagni di classe affranti.

Esiste un comunicato della ditta, che chi di voi ha distrattamente condiviso una simile bufala farebbe meglio a leggere, e che dovrebbe convincere chi di voi sta per farlo a cancellare l’appello ed evitare un danno alla ditta produttrice e gravi problemi futuri per se stesso:

In riferimento alla comunicazione che si sta diffondendo tramite WhatsApp ad oggetto Acqua Eva e la sua presunta tossicità, Fonti Alta Valle Po SpA precisa quanto segue:

  • tale messaggio avrebbe avuto origine in data 02/02/2017 a seguito di un presunto fatto di cronaca locale;

  • i media locali hanno diffuso la notizia senza alcun riferimento al marchio Eva;

  • certe ed immediate sono le tempistiche di informazione al produttore messa in atto da parte delle Autorità competenti (ASL, NAS, etc.) a tutela della sicurezza dei consumatori in caso di sospette non conformità del prodotto;

  • nessuna comunicazione da parte di alcuna Autorità competente e ad oggi pervenuta presso questa azienda riguardo ai fatti citati ed al presunto coinvolgimento di Acqua Eva;

  • nessuna verifica ispettiva da parte degli Enti preposti alla vigilanza in materia di sicurezza alimentare è ad oggi stata condotta pesso Fonti Alta Valle Po SpA in relazione alla supposta problematica;

  • Fonti Alta Valle Po SpA garantisce, quale obiettivo primario del proprio operato, la costante tutela dei consumatori, disponendo qualunque azione si rendesse necesaria a fronte di riscontrate, reali problematiche su un proprio prodotto;

  • il contenuto del messaggio Whatsapp si è rivelato del tutto infondato, al pari delle notizie circa presunti ritiri del prodotto effettuati dalla scrivente;

  • alla luce di quanto sopra, Fonti Alta Valle Po SpA si riserva di perseguire ogni possibile via legale di tutela della propria immagine al fine di contrastare questo atto denigratorio e di disinformazione

Vorrete pertanto cessare ogni diffusione di un messaggio falso, diffamatorio e pericoloso.

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